Mediterraneo. Sascha Girke, paramedico tedesco di 42 anni, è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Rischia fino a 20 anni di carcere per i soccorsi della nave Iuventa. Ribadisce: «Non ci faremo intimidire»
A Sascha Girke la notizia arriva sul ponte della Sea-Watch 3, poco dopo la fine dei soccorsi di 363 migranti: le indagini su di lui e altre 20 persone impegnate nel Mediterraneo tra il 2016 e il 2017 con le Ong Jugend Rettet, Medici Senza Frontiere e Save The Children si sonochiuse il 3 marzo. È accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso e rischia fino a 20 anni di carcere. Probabile il rinvio a giudizio. Girke è un paramedico, nato in Germania 42 anni fa. Negli ultimi cinque ha partecipato a molte missioni umanitarie. «Vogliono farci fuori, ma non ci faremo intimidire», afferma.
Su quali fatti è basata l’accusa?
Sugli stessi per cui ad agosto 2017 sequestrarono la nave Iuventa, di Jugend Rettet: un episodio di settembre 2016 e uno di giugno 2017. Nel primo il testimone chiave è l’agente di sicurezza Pietro Gallo [ex poliziotto imbarcato sulla Vos Hestia di Save The Children che passò informazioni a Salvini, ma poi se ne pentì dicendo di sentirsi in colpa per le vittime dei naufragi, ndr]. Sostiene di aver visto una barca in legno che ha affiancato la Iuventa durante un soccorso e dopo è ripartita verso la Libia con due persone a bordo. Questo proverebbe una consegna di migranti. Il secondo fatto è la misteriosa accusa di aver restituito delle barche ai trafficanti: sarebbero state riutilizzate giorni dopo un nostro intervento.
Quanti soccorsi ha effettuato la nave Iuventa?
Nell’intervallo tra i due episodi circa 50, in totale 160: più di 14mila persone prese a bordo; 23mila assistite in collaborazione con la Guardia costiera italiana, la missione europea Eunavfor Med e le altre Ong.
Ma le indagini riguardano solo due operazioni…
Per quello che sappiamo finora sì.
Qual era il clima politico in quel periodo?
Nel 2016 avevamo un buon rapporto con il centro italiano di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc). Ci invitavano a Roma nel quartier generale e discutevamo di come migliorare la cooperazione. Ci chiesero anche di trovare navi più grandi per portare le persone sulla terraferma. In quel periodo in genere lo facevano loro, dopo che noi le avevamo soccorse. Ma la Guardia costiera era in difficoltà per l’alto numero di migranti e chiedeva il nostro aiuto. Ci sembravano consapevoli della necessità delle operazioni di salvataggio: si confrontavano con noi a terra e coordinavano le nostre operazioni in mare. Soltanto dopo abbiamo capito che i semi del sospetto erano già stati piantati e stavano crescendo rapidamente. Alla fine dell’anno il direttore di Frontex Fabrice Leggeri e il pm Carmelo Zuccaro dichiararono che nelle nostre missioni c’era qualcosa di oscuro.
Sascha Girke, 42 anni, paramedico impegnato nei soccorsi nel Mediterraneo centrale, foto di Selene Magnolia