mercoledì, Dicembre 18, 2024

“Ma perché siamo ancora fascisti?” di Francesco Filippi: un conto rimasto aperto

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Filippi è uno storico, tra le sue pubblicazioni troviamo anche Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo.

Questo genere di libri sono utilissimi per chi voglia davvero apprendere, o rinfrescare la propria memoria dal momento che sono cose che abbiamo studiato a scuola; il problema è che, chi veramente avrebbe bisogno di leggerli, non lo fa e seguita a sciorinare idiozie e notizie false.

Tanto che, ancora oggi, nel 2020, abbiamo bisogno di qualcuno che scriva questi saggi e che si presti alla divulgazione di notizie storiche perché, molti italiani, sono raggirati da falsi storici e da persone senza scrupoli che li usano per ottenere consenso elettorale.

C’è davvero da chiedersi, di fronte alla storia, la miglior maestra, che ci ha posto di fronte all’Italia portata allo sfacelo da Mussolini, come la gente non riesca a risolvere una semplicissima equazione.

Non a caso il titolo in forma di domanda posto da Filippi. Soprattutto come mai ci sia una forte colpevolizzazione equanime da parte di tutto il mondo nei confronti del nazismo, ma non ci sia questo pugno duro nei confronti del fascismo per il quale sono stati commessi gli stessi crimini. Lo stesso Hitler dichiara che Mussolini e la sua attività politica sono stati fonte di ispirazione.

Leggendo questo saggio sono molte le riflessioni che mi sono passate per la mente, ma, più di tutto, è prevalso lo scoramento: dopo la liberazione c’è stata una sorta di tabula rasa dove è prevalso il dovere superare l’attimo e ricostruire il più in fretta possibile.

Tutto ciò senza punire in modo ferreo quanti si erano prestati al fascismo: “… l’apparato dello Stato non viene per nulla scalfito da un qualsiasi tipo di revisione di ruoli e funzioni. Il fascismo è ufficialmente fuori legge, ma paradossalmente non vi sono azioni di carattere giudiziario nei confronti di chi il fascismo lo ha rappresentato fino a quel momento”.

L’incongruenza più grande appartiene al popolo italiano, lo stesso che inneggiava Mussolini nelle piazze e che, dopo la liberazione, sostenne il nuovo partito.

“Mentre nel resto del mondo sono ancora vive nel ricordo le immagini della propaganda mussoliniana con oceaniche scene di giubilo al momento della dichiarazione di guerra, gli italiani, a partire da chi ricopre cariche istituzionali, si stupiscono dell’incapacità alleata di cogliere la metamorfosi di un intero popolo, che ora si sente, nella sua maggioranza, ottimamente rappresentato dalla nuova democrazia e dai valori della Resistenza”.

Si direbbe che, tutti i sostenitori del fascismo, che perciò erano in cuor loro razzisti, antidemocratici, ecc. Abbiano solo accondisceso tenendo per sé il loro sentire. Pochissime sono state le punizioni, gli arresti, pertanto gli insegnamenti, il far comprendere che il fascismo non è cosa buona e giusta.

Questo spiegherebbe perché, di tanto in tanto, ci siano alcuni di loro che sollevano il capo e tentano di ricostituire un insieme che dovrebbe venire soffocato sul nascere.

Ci sono stati vari tentativi di opposizione al fascismo, nel 1952 la legge Scelba chiarisce il reato di apologia del fascismo e vuole che nelle scuole s’insegni cosa sia stato per riconoscerlo e combatterlo. Nel 1958 su decreto del Presidente della Repubblica, viene introdotta nelle scuole superiori l’ora di educazione civica dove si racconta il sistema dei valori repubblicani e antifascisti. Un modo per formare una nuova generazione di giovani. Quindi viene introdotto un nuovo capitolo di storia da insegnare, quello sulla storia fascista e nazista. Prima il programma si fermava alla Prima guerra mondiale.

L’ostacolo più grande è che il fascismo, come una piovra, si era introdotto ovunque: magistratura, scuola, pubblica amministrazione, il mondo economico… e lì vennero fatti restare. Per ogni legge fatta, c’erano cavilli e complicazioni sempre a favore del fascismo.

Fin da subito, c’è la nascita del MSI movimento sociale italiano, guidato da Almirante. Negli anni 90, in seguito a tangentopoli, vi è di fatto la scomparsa dei protagonisti della politica nazionale. Arriva il momento di Berlusconi, ma di certo questa non è un’occasione per ripulire l’Italia da quel passato, anzi, come lui stesso afferma: “Siamo stati noi a far entrare nel governo Lega e Fascisti. Li abbiamo legittimati noi, li abbiamo costituzionalizzati noi”.

Nel mondo della cultura, della letteratura, della cinematografia, il fascismo è presentato quasi sempre come il male, ma un male che ha come volto Mussolini, pochi gerarchi e mai gli italiani che lo hanno assecondato e, di fatto, se non con la Resistenza, contrastato. Mai il popolo, in quel lungo ventennio, è insorto.

Francesco Filippi
Francesco Filippi

Ad esempio, per Benedetto Croce: “La società ha vissuto vent’anni di malattia fascista, nei quali è venuta meno ai propri valori di libertà e giustizia, che solo la guerra ha saputo curare… essendo il fascismo un virus, come tale va debellato, cancellato, senza possibilità di approcci conciliativi per chi ha propagato il male, ma con un atteggiamento più sfumato nei confronti di chi, passivamente, è stato “contagiato””.

Si evince che ci sia sempre stata una sorta di edulcorazione, di accettazione su quello che sia stato e ancora è, il fascismo.

Vediamo cosa scrive nella conclusione Filippi, come non dargli amaramente ragione?

“Perché quindi siamo ancora fascisti o, meglio, perché non siamo convintamente antifascisti? Perché in questi anni, nel tentativo di mantenere pulita la memoria del paese, non abbiamo affrontato con determinazione i crimini che il fascismo ha commesso anche grazie alla connivenza degli italiani e quindi, per molti, dato che non si conoscono i delitti del fascismo, pare quasi che il fascismo di delitti non ne abbia commessi… Perché, infine, una parte minima della società italiana non ha mai voluto essere altro, perché un’altra parte non ha mai imparato a essere altro, e infine perché una parte della nostra società, probabilmente la più consistente, non si è mai nemmeno posta seriamente la domanda, rimanendo indifferente”.

Dunque, voi non siate indifferenti: leggete e imparate. Confrontatevi col vostro sentire e con quello altrui.

Un libro da leggere.

Written by Miriam Ballerini

Supporta Don Paolo Zambaldi con una donazione con PayPal.

Ultimi post

Dalla stessa categoria