mercoledì, Dicembre 18, 2024

Ir Amim: il 2020 è l’anno record per le demolizioni israeliane a Gerusalemme

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

PIC. Nonostante manchino ancora due mesi alla fine dell’anno, il 2020 – con un numero record di demolizioni israeliane a Gerusalemme Est – ha già superato gli anni precedenti. Così ha affermato Ir Amin, un gruppo di attivisti israeliani, in un rapporto pubblicato di recente.

“Questa settimana, le autorità israeliane hanno effettuato diverse demolizioni a Gerusalemme est portando il numero totale di unità abitative distrutte dall’inizio dell’anno a 125. Pertanto, a due mesi dalla sua fine, il 2020 risulta essere l’anno peggiore in termini di demolizione di unità abitative. In precedenza, il 2016 era stato l’anno con il più alto numero di unità abitative demolite a Gerusalemme Est (123)”.

“Insieme alle 125 unità abitative, altre 64 unità (negozi, magazzini ecc.) sono state demolite”, ha osservato l’organizzazione israeliana.

Secondo il rapporto “questo numero record di demolizioni di case è stato raggiunto nonostante le autorità israeliane abbiano congelato le demolizioni per tre mesi durante il 2020. Il congelamento è avvenuto solo dopo le persistenti richieste delle organizzazioni per i diritti umani, che hanno sottolineato il rischio significativo che le famiglie sfollate stavano correndo a causa della crisi del COVID19”.

“Il congelamento delle demolizioni è avvenuto durante i due periodi di lockdown avuti in Israele: dal 24 marzo al 25 maggio e dal 18 settembre al 18 ottobre. Tuttavia, il numero record di demolizioni dimostra che le autorità israeliane hanno scelto di non prendere le misure necessarie per evitare che le famiglie perdessero le proprie case durante la pandemia”.

“La ragione principale del picco di demolizioni è l’emanazione dell’emendamento 116 della Legge sulla pianificazione e l’edilizia che ha portato al numero senza precedenti di 84 unità abitative (e altre 30 unità), su 125, auto-demolite dalle famiglie che le possedevano”.

“L’emendamento 116 aumenta le sanzioni contro la costruzione non autorizzata e limita anche la capacità della Corte di intervenire per conto delle famiglie che cercano di legalizzare le proprie case. La modifica è entrata in vigore alla fine del 2018. Successivamente il 2019 ha visto un forte aumento, arrivando a un totale annuale di 40 auto-demolizioni di unità abitative rispetto alle 10-15 unità abitative degli anni precedenti. Ora, in meno di un anno da gennaio 2020, questo numero record è più che raddoppiato”.

Ir Amim ha anche accusato Israele di discriminare i Palestinesi a Gerusalemme Est per quanto riguarda i piani di costruzione e i permessi a lungo termine.

“La politica a lungo termine di Israele, basata sul rifiuto di avviare o approvare nuovi piani dettagliati per i quartieri palestinesi di Gerusalemme Est, è alla radice della costruzione non autorizzata. L’anno scorso, ad esempio, su oltre 21.000 unità abitative presentate in piani dettagliati a Gerusalemme, meno dell’8% erano per i quartieri Palestinesi della città (i palestinesi costituiscono il 38% della popolazione di Gerusalemme)”, ha affermato Ir Amim.

“L’impatto combinato della discriminazione nella pianificazione e dell’aumento delle demolizioni domestiche è stato descritto e analizzato nel rapporto di Ir Amim sulle demolizioni domestiche a Gerusalemme Est durante il 2019”.

 

Ir Amim è una ONG israeliana le cui attività includono “monitoraggio “e” esposizione” delle pratiche di Giudaizzazione messe in atto dal Governo israeliano a Gerusalemme Est.

 

Traduzione per InfoPal di Sara Zuccante

© Agenzia stampa Infopal
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IR AMIM: IL 2020 È L’ANNO RECORD PER LE DEMOLIZIONI ISRAELIANE A GERUSALEMME

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