venerdì, Novembre 22, 2024

100.000 firme per chiedere che il card. Pell venga destituito

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La petizione online è indirizzata a Papa Francesco e punta a destituire il card. Pell e ne chiede la riduzione allo stato laicale. Sul porporato pesano infatti le accuse di aver coscientemente coperto ed “insabbiato” casi e denunce di abusi.

 

100.000 persone hanno firmato una petizione per la destituzione del cardinale George Pell dal sacerdozio, la sua “riduzione allo stato laicale”. Il prossimo obiettivo della petizione, indirizzata a proprio a papa Francesco, è di raggiungere le 150.000 firme! Questo nuovo obbiettivo è stato fissato sabato a mezzogiorno quando, sul portale internet Change.org, la petizione ha raggiunto un nuovo record. Questa raccolta firme attraverso il celebre portale internet è stata lanciata a maggio e sta prendendo sempre più forza… quasi un effetto valanga.

L’ideatore è Paul Levey, lui stesso vittima di violenza sessuale, che aveva dato il via alla petizione dopo la pubblicazione dei risultati dell’indagine della commissione statale sugli abusi nella Chiesa e, in particolare, sul ruolo del card. Pell nello scandalo che ha investito la diocesi di Ballarat (Australia). Al centro dello scandalo c’è il sacerdote George Ridsdale (84 anni), ora in carcere, che è amico intimo di Pell e con il quale il porporato aveva vissuto per un certo periodo come giovane sacerdote a Ballarat. Levey sostiene di essere stato vittima di Ridsdale per anni.

Commissione: Pell sapeva dell’abuso

La commissione di inchiesta è giunta alla conclusione che il cardinale, ormai settantanovenne, fosse a conoscenza degli abusi sui ragazzi (perpetrati da più sacerdoti) e fosse stato coinvolto direttamente nell’occultamento di svariati casi. Nella sua relazione finale, pubblicata per esteso in aprile dopo il rilascio del porporato dal carcere, la commissione ha respinto e confutato le affermazioni del card. Pell secondo cui durante il suo periodo come sacerdote a Ballarat (dove era arrivato ad essere stretto consigliere dell’allora vescovo Ronald Mulkearns) non fosse stato a conoscenza della pedofilia di Ridsdale e di altri sacerdoti operanti in diocesi. Infatti è emerso chiaramente come dal 1973, se non anche precedentemente, Pell fosse a conoscenza del fatto che Ridsdale aveva regolarmente abusato giovani ragazzi durante le notti nei campeggi a cui aveva partecipato. Pell aveva anche fatto in modo che si evitasse di “parlare/spifferare” di Ridsdale e di altri sacerdoti pedofili.

Ad oggi Ridsdale è considerato, in quanto prete, uno dei peggiori aggressori sessuali e pedofilo della storia australiana. Dal 1993 è stato condannato a 34 anni di carcere in una serie di processi per violenza sessuale su 65 ragazzi. Pochi giorni prima della pubblicazione del capitolo del rapporto su Pell, ha confessato (in tribunale a Melbourne) l’abuso di altri quattro ragazzi . L’ottantaquattrenne era, tra l’altro, assistente della scuola maschile di St.Alipius Parish School a Ballarat, all’epoca in cui Pell era a capo del dipartimento dell’istruzione della diocesi. Nel 1993 Pell, allora già vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Melbourne, accompagnò Ridsdale al suo primo processo per abusi e si presentò come testimone a favore del sacerdote.

Indipendentemente dalle accuse di abusi contro lo stesso Pell

Gli eventi di Ballarat non hanno nulla a che vedere con le accuse di abuso contro lo stesso Pell. La più alta corte australiana in aprile aveva ribaltato la sentenza dell’ex “ministro dell’economia vaticano” e arcivescovo di Melbourne per abusi sessuali da lui perpetrati in tutti e cinque i casi. La giuria ha avuto forti dubbi sulla colpevolezza dell’imputato in base alle prove fornite, come si può leggere nella sentenza e negli atti del processo.

All’inizio del 2019, Pell è stato condannato, in prima istanza, a sei anni di reclusione con l’accusa di abuso sessuale su due ragazzini, coristi di Melbourne. La giuria infatti aveva raggiunto il verdetto di colpevolezza “soltanto” sulla base della testimonianza di una delle presunte vittime.

 

*Immagine: Un graffito dell’artista australiano Scott Marsh apparso a Roma il 31 luglio 2019.

 

www.kirche-und-leben.de, 04.07.2020

(Liberamente tradotto da don Paolo Zambaldi)

 

Testo originale: https://www.kirche-und-leben.de/artikel/100000-unterschriften-fuer-entlassung-von-kardinal-pell

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