mercoledì, Dicembre 18, 2024

Cos’è l’omofobia? (gionata.org)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Che cos’è l’omofobia? Il termine omofobia, apparso negli anni ’70, viene da “omo”, abbreviazione di “omosessuale”, e da “fobia”, dal greco phobos che vuol dire paura. Si riferisce a manifestazioni di disprezzo, rifiuto e odio verso persone, pratiche o rappresentazioni omosessuali o presunte tali. Non si tratta di una costruzione etimologica, poiché “omo” non rimanda alla radice greca.

Dunque è omofobo ogni organizzazione o individuo che rifiuta l’/gli omosessuale/i uomo o donna e non riconosce loro gli stessi diritti dell’/degli eterosessuale/i. L’omofobia significa quindi non accettare le differenze, così come lo è anche per la xenofobia, il razzismo, il sessismo, le discriminazioni sociali che riguardano il credo religioso, l’handicap, ecc.

Una discriminazione è un atteggiamento, un’azione o un atto che tendono a distinguere un gruppo umano da un altro più svantaggiato. La battaglia contro le discriminazioni è innanzitutto un’azione per raggiungere la parità nella legge e nella considerazione. Non si tratta di ottenere diritti specifici o privilegi.

Il termine lesbofobia, apparso recentemente, indica forme di omofobia rivolte nello specifico alle lesbiche. È un mix tra omofobia e sessismo. Il termine gayfobia, ancora più recente, si riferisce a forme di omofobia che riguardano gli uomini omosessuali. I termini di bifobia e transfobia, che si riferiscono, il primo a discriminazioni e manifestazioni di rifiuto verso i bisessuali, e il secondo verso i trans, sono spesso erroneamente confusi con quello di omofobia.

L’acronimo LGBT è l’abbreviazione di lesbiche, gay, bisex e trans. “Fare coming out” significa dichiarare la propria omosessualità. “Outing” è dichiarare l’omosessualità di qualcuno senza il suo consenso.

Come si manifestano l’omofobia, la bifobia e la transfobia?

Nella forma più violenta omofobia, bifobia e transfobia si esprimono attraverso aggressioni fisiche, degenerando in rissa e pestaggio, fino alla violenza sessuale e addirittura all’omicidio.

Nella forma più ordinaria si traducono in reazioni, riconosciute o meno, di rifiuto ed esclusione: insulti verbali o scritti, derisioni, umiliazioni, molestie, rifiuti di servizio, danni alla proprietà e discriminazioni. Possono anche manifestarsi attraverso forme di commiserazione, disprezzo o tabù.

Si palesano in ogni area della vita:

• Famiglia, amicizie, cerchie di conoscenze;
• Vicinato;
• Lavoro: discriminazioni nelle assunzioni, rifiuti di promozioni, mobbing;
• Scuola, liceo;
• Vita quotidiana;
• Negozi, servizi, amministrazione, luoghi pubblici…

Dal 2003-2004 la legge francese punisce più duramente aggressioni ed insulti se mossi da atti omofobi, dal 2012 se mossi da atteggiamenti transfobici. Sono perseguibili come reati penali allo stesso modo dei comportamenti razzisti o antisemiti.

L’eterocentrismo è l’insieme di rappresentazioni e valori che fa dell’eterosessualità la sola regola da seguire in materia di pratica sessuale e di vita affettiva. Può includere l’ipotesi che tutti sono eterosessuali, oppure che l’attrazione verso le persone del sesso opposto è l’unica norma, ed è quindi superiore. L’eterocentrismo fa riferimento ai privilegi degli eterosessuali a spese dei gay, delle lesbiche e dei bisex.

 

Testo pubblicato sul sito dell’associazione SOS Homophobie (Francia), liberamente tradotto da Alessandra Schirinzi

di · 23 Giugno 2020, Progetto Gionata

Testo originale: “Qu’est-ce que l’homophobie ?”

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