mercoledì, Marzo 12, 2025

Rudolf Bultmann: la necessità di demitizzare…

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

«(La) demitizzazione vuol mettere in risalto l’autentica intenzione del mito, cioè quella di parlare dell’esistenza umana, del suo essere fondata e limitata da una potenza dell’aldilà non mondana, una potenza che non è percepibile dal pensiero oggettivamente. In senso negativo, quindi, la demitizzazione è una critica dell’immagine del mondo propria del mito, nella misura in cui essa nasconde la vera intenzione del mito stesso. In senso positivo è un’interpretazione esistenziale, con cui si vuol chiarificare l’intenzione del mito, che è precisamente quella di parlare dell’esistenza dell’uomo.

Bisogna sfrondare la figura di Cristo da tutto ciò che sa di straordinario, di soprannaturale, ossia da tutto ciò che a suo giudizio è frutto della mentalità mitica degli autori del Nuovo Testamento. Oltre che i numerosi miracoli operati da Cristo durante la sua vita pubblica, sono “demitizzati” la sua nascita verginale, la risurrezione e l’ascensione al cielo.

(Infatti) noi non possiamo sapere praticamente nulla della vita e della personalità di Gesù, poiché le fonti cristiane non si sono interessate al riguardo se non in modo molto frammentario e con taglio leggendario e perché non esistono altre fonti su Gesù.»

Bultmann R., Nuovo Testamento e mitologia. Il manifesto della demitizzazione, Queriniana, Brescia 1970; Gesù, Queriniana, Brescia 1997.

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