Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi, “Se questo è un uomo”, 1947
Noi che ancora (per quanto?) viviamo nelle nostre tiepide case facciamo fatica persino ad immaginare che molti uomini donne e bambini nel mondo siano considerati “meno umani di noi”. Non proviamo empatia nè ci sentiamo sconvolti, guardando Gaza rasa al suolo e i suoi abitanti che mendicano un pezzo di pane o una medicina per le loro ferite. Ancor meno ci toccano le infinite guerre africane, la strage di popoli che noi abbiamo affamato e costretto a vendersi alle potenze che si spartiscono le loro ricchezze. Vediamo i cadaveri disseminati sulla porta di casa ma non vogliamo sentir parlare di pace ma solo di forza, di vittoria, di armi sempre più potenti.
Levi che sperimentò sulla sua pelle l’orrore della discriminazione e della violenza omicida, ci diffida dal dimenticare e ci lancia un anatema… Se lo farete “Vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”. Cosa ci diranno i nostri figli, i nostri nipoti quando la guerra arriverà anche qui? Ci potranno perdonare? Cosa diranno quando si renderanno conto che abbiamo abdicato alla nostra umanità solo per non rinunciare al nostro (fin’ora) comodo presente? Cosa diranno davanti alla distruzione della natura che li priverà del bello, del buono e finanche della vita?
“Meditate che questo è stato/vi comando queste parole. Scolpitele nel cuore/stando in casa e andando per via,/coricandovi e alzandovi/ripetetele ai vostri figli…” smettiamo dunque di non pensare, prima che sia troppo tardi.
by ELISA_451