lunedì, Gennaio 6, 2025

Il paradosso neoliberale: quando è totalitarismo tutto ciò che non è ‘liberal’ (A. Sabetti)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La narrazione neoliberale, ormai radicata nelle società occidentali, propone un curioso paradosso: denunciare come totalitario qualsiasi sistema che non rientri nel paradigma liberale. Questa strategia, pur vantandosi di essere universalmente inclusiva e promotrice della libertà, finisce per adottare atteggiamenti che possono essere definiti essi stessi totalitari.

Quando è totalitarismo tutto ciò che non è ‘liberal’

Il discorso neoliberale si fonda su due pilastri principali:

Il liberalismo come unico orizzonte possibile
Riprendendo le tesi di pensatori come Francis Fukuyama, il neoliberismo si propone come la “fine della storia”, l’unico modello in grado di garantire progresso e benessere. È un sistema che non ammette alternative di lungo periodo, come sostenuto da Margaret Thatcher con il celebre “There Is No Alternative”.

La delegittimazione di ogni alterità
Qualsiasi visione culturale, politica o economica che non si conformi al modello neoliberale viene etichettata come “illiberale-e-dunque-totalitaria”. Questo approccio non solo appiattisce le differenze tra culture e sistemi politici, ma ignora volutamente la complessità dei contesti storici e culturali.

Un calderone eterogeneo sotto la stessa etichetta

Nella narrativa neoliberale finiscono nello stesso “calderone” tutte le realtà che non si piegano al paradigma liberale:

Religioni come l’Islam, che non si limitano a una dimensione privata.

Stati sovrani come Cina, Russia, Iran o Corea del Nord, ma anche nazioni come Ungheria o Sudafrica, che rivendicano la propria indipendenza politica.

Ideologie non liberali, dal socialismo ai conservatorismi pre-liberali, fino ai fascismi storici.

Questa generalizzazione ignora le profonde differenze tra i vari sistemi e le loro peculiarità, trasformando tutto ciò che si oppone al neoliberismo in un indistinto nemico comune.

Il liberalismo come ideologia totalitaria

Il vero paradosso è che l’unico sistema con ambizioni realisticamente totalitarie è proprio quello liberale, che si presenta come la “verità ultima” da estendere globalmente. Tale approccio è accompagnato da un sistema di doppi standard, in cui:

I crimini delle democrazie liberali sono “errori contingenti”, mentre quelli altrui sono “abiezioni innate”.

Le proteste interne sono “tafferugli marginali”, mentre quelle in altri sistemi sono “aneliti di libertà”.

I massacri occidentali sono “danni collaterali”, mentre quelli degli altri sono “genocidi intenzionali”.

Questo atteggiamento riflette un modello autoassolutorio che giustifica le proprie contraddizioni con la pretesa di essere l’unica strada verso il progresso.

Un caso di proiezione ideologica

La denuncia neoliberale di “tutti i totalitarismi” si configura quindi come un caso di proiezione ideologica: un sistema che accusa gli altri di ciò che esso stesso pratica.

Pretendere di essere l’unico modello possibile e delegittimare ogni alternativa è, di fatto, un comportamento totalitario mascherato da pluralismo.

La riduzione di ogni alterità al totalitarismo impoverisce il dibattito pubblico, impedisce il riconoscimento delle differenze e alimenta un sistema che, nel perseguire la propria universalità, tradisce i principi di libertà che proclama.

Alexandro Sabetti

31 Dicembre 2024

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