giovedì, Dicembre 5, 2024

Lettera di Natale (D.M. Turoldo)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Caro Gesù, non credo, proprio per nulla, ai nostri Natali,

anzi, penso, che sono una profanazione

di ciò che veramente il tuo Natale significa.

Costellazioni di luminarie impazzano per città e paesi

fino ad impedire la vista del cielo.

Sono città senza cielo le nostre, da molto tempo ormai!

Ed è un mondo quasi senza infanzia.

In questi giorni, il bambino di molte nostre case,

sei solo tu, Gesù, ma sei un bambino di gesso!

Nulla di più triste dei nostri presepi:

in questo mondo dove nessuno attende più nessuno.

E tanto meno te, intendo il Gesù vero,

quello che realmente non troverebbe

un alloggio ad accoglierlo.

Perché per te, cioè per il Cristo vero,

quello dei: “Beati voi poveri e guai a voi ricchi”,

quello dei: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia”,

per te dunque non c’è posto nelle nostre case,

anche se le tue insegne pendono da tutte le pareti.

Di te abbiamo fatto un Cristo innocuo:

che non faccia male a nessuno e non disturbi;

un Cristo che sia secondo i gusti di questa nostra società consumistica.

Un Cristo appena ornamentale;

non un segno che attendiamo ancora, che cerchiamo oltre.

Eppure vieni, Gesù: non puoi non venire, tu che ci ami.

Vieni là dove non si esclude nessuno

dove insieme si divide il pane, pur nel poco che uno possiede;

Vieni nelle nostre case cosi piene di cose inutili, e cosi spiritualmente vuote;

Vieni a consolarci, siamo tutti lontani, smarriti, soli

nè sappiamo chi siamo o cosa vogliamo.

Vieni, Signore, vieni sempre!

D.M. Turoldo

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