sabato, Dicembre 21, 2024

Il vertice BRICS a Kazan: che ci piaccia o no il mondo sta cambiando (kulturjam.it)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il vertice BRICS+ che si terrà la prossima settimana a Kazan, città russa sulle rive del Volga, rappresenta un punto di svolta per le relazioni geopolitiche globali.

Da gruppo iniziale formato da BrasileRussiaIndiaCina e Sudafrica, i BRICS si stanno espandendo in un’alleanza sempre più rilevante e alternativa all’egemonia economico-politica dell’Occidente guidato da Stati Uniti e Unione Europea.

Questa crescita è sintomatica di un mondo in cui molti Paesi cercano di distaccarsi dall’influenza occidentale, considerata troppo spesso dominante.

Il prossimo vertice BRICS a Kazan: Un’alleanza in evoluzione

Al vertice di Kazan parteciperanno non solo i leader dei cinque Paesi fondatori, ma anche rappresentanti di numerosi altri Stati che, pur non essendo membri ufficiali, stanno cercando di avvicinarsi ai BRICS.

Tra questi, spiccano figure di rilievo come il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, e il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan.

Inoltre, leader di Paesi come Etiopia, Turchia e Armenia dimostrano che l’interesse per questa alleanza si sta ampliando. L’elenco dei partecipanti potrebbe ancora allungarsi, segno di un’attrattiva crescente per questo blocco.

Nonostante alcuni di questi Paesi non siano ancora membri a pieno titolo, l’attrazione esercitata dai BRICS è indiscutibile: dall’iniziale gruppo di cinque Stati, l’alleanza è cresciuta fino a coinvolgere sempre più Paesi, con oltre 40 nazioni in lista d’attesa per aderire.

Turchia, Arabia Saudita e Indonesia sono tra i “pezzi grossi” che potrebbero entrare a far parte del gruppo nel prossimo futuro. Questa espansione testimonia non solo il successo di questa alternativa all’ordine globale tradizionale, ma anche il crescente interesse per un mondo multipolare.

Un segnale di inclusione per la Russia

Per la Russia, ospitare questo vertice rappresenta un momento chiave. L’evento è stato descritto da Lavrov,  Ministero degli Esteri russo, come “il più grande evento di politica internazionale della storia della Russia”.

Dopo l’invasione dell’Ucraina e le tensioni crescenti con l’Occidente, il vertice di Kazan simboleggia la capacità di Mosca di restare un attore rilevante sullo scacchiere globale, nonostante i tentativi di isolamento politico ed economico.

Anzi, il summit esalta la capacità del Cremlino di dialogare con Paesi che si sentono in qualche modo emarginati dall’Occidente e dalle sue istituzioni, come il G7 o le organizzazioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, percepite spesso come strumenti dell’influenza americana.

Una sfida all’ordine internazionale vigente

Partecipare al summit BRICS+ non implica necessariamente un sostegno alle politiche di Vladimir Putin, in particolare riguardo alla guerra in Ucraina. Tuttavia, molti Paesi presenti a Kazan condividono una crescente frustrazione nei confronti dell’ordine internazionale dominato dall’Occidente.

Questo malcontento si riflette in una certa riluttanza ad applicare sanzioni contro la Russia, segno di un desiderio di maggiore autonomia rispetto alle decisioni geopolitiche imposte dai Paesi occidentali.

Il peso economico dei BRICS

I BRICS, con l’aggiunta di Paesi come l’Arabia Saudita, rappresentano attualmente il 35,6% del PIL mondiale, superando in termini di parità di potere d’acquisto il 30,3% del G7.

Inoltre, i BRICS ospitano circa il 45% della popolazione mondiale, contro meno del 10% del G7. Questi numeri rendono evidente che l’influenza globale del gruppo è destinata a crescere, specialmente considerando che, secondo le stime del FMI, nel 2024 il PIL di India, Cina e Russia dovrebbe crescere del 4%, rispetto al 2% previsto per i Paesi occidentali.

I BRICS tra forza e mancanza di direzione

Nonostante l’enorme potenziale, i BRICS non sono un’organizzazione omogenea come il G7, dove gli Stati Uniti hanno il potere di guidare il gruppo a proprio piacimento.

Nel gruppo manca una gerarchia definita, e nessun Paese ha il potere di imporsi sugli altri. La Russia, tuttavia, gioca un ruolo chiave, essendo stata promotrice del gruppo sin dal suo inizio. Fu proprio la Russia a convocare la prima riunione dei ministri degli Esteri BRIC nel 2006 e a spingere per l’inclusione del Sudafrica nel 2010.

Multipolarismo e ruolo del dollaro

Uno dei temi centrali del summit di Kazan sarà la creazione di un sistema di pagamenti alternativo al dollaro, obiettivo caro soprattutto a Russia e Cina. Il dollaro è visto come il principale strumento di supremazia americana, e molti Paesi emergenti temono le conseguenze delle sanzioni economiche imposte dall’Occidente.

L’idea di un sistema finanziario indipendente dallo Swift, il network di comunicazioni bancarie gestito dall’Occidente, sta guadagnando terreno, soprattutto in un mondo dove le sanzioni e le tensioni geopolitiche aumentano.

Va sottolineato che non tutti i membri ne condividono pienamente questa visione. Paesi come Brasile, India, Arabia Saudita e Turchia non vogliono abbattere il sistema esistente, ma piuttosto ottenere un ruolo più rilevante nelle decisioni globali.

In sintesi, il vertice di Kazan metterà in evidenza non solo le sfide interne ai BRICS, ma anche la crescente necessità di un sistema globale più democratico e inclusivo.


18 Ottobre 2024

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