martedì, Dicembre 24, 2024

Vivere senza scopo: il presupposto della felicità (Thich Nhat Hanh)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La condizione essenziale per essere felici è la coscienza di esserlo. Se non siamo consapevoli di essere felici, non lo siamo veramente.

In Occidente, c’è una forte motivazione al successo. La gente sa cosa vuole e va dritta al suo scopo. Può essere utile, ma nel frattempo il piacere di vivere va perduto.

C’è un termine buddhista che si può tradurre con ‘senza desiderio’ o ‘senza scopo’. Significa non porsi alcuna meta da raggiungere, perché dentro di sé c’è già tutto.

Quando facciamo la meditazione camminata, non ci proponiamo di arrivare da nessuna parte. Ci limitiamo a fare passi sereni, lieti. Se pensiamo continuamente al futuro, agli obiettivi che vogliamo raggiungere, perdiamo i nostri passi.

Lo stesso vale per la meditazione seduta. Ci sediamo per goderci la seduta, non per ottenere qualcosa. E un punto molto importante.

Ogni istante di meditazione ci restituisce alla vita, perciò quando ci sediamo dovremmo gustare la nostra seduta dal principio alla fine. Dovremmo mangiare un mandarino, bere una tazza di tè o praticare la meditazione camminata ‘senza scopo’.

Spesso ci diciamo: “Non restare a guardare, agisci! “. Ma praticando la consapevolezza facciamo una scoperta insolita. Scopriamo che può essere più utile l’opposto: “Non agire soltanto, guarda!”. Per vedere chiaramente dobbiamo imparare a fermarci. Sulle prime, ‘fermarsi’ può sembrare una forma di resistenza alla vita moderna, ma non lo è. Non è una semplice reazione, è un modo di vivere.

La sopravvivenza del genere umano dipende dalla nostra capacità di smettere di correre. Abbiamo più di cinquantamila bombe nucleari, eppure non riusciamo a smettere di produrne altre. ‘Fermarsi’ non implica solo arrestare il male, ma anche favorire il bene, la guarigione. Ecco lo scopo della nostra pratica: non eludere la vita, ma sperimentare e testimoniare che si può essere felici adesso come nel futuro.

Il fondamento della felicità è la consapevolezza. La condizione essenziale per essere felici è la coscienza di esserlo. Se non siamo consapevoli di essere felici, non lo siamo veramente. Quando abbiamo il mal di denti, sappiamo che non averlo è una cosa magnifica. Però, quando non abbiamo il mal di denti, ancora non siamo felici. Il non-mal di denti è un’esperienza piacevolissima.

I motivi di gioia sono tanti, ma senza consapevolezza non sapremo apprezzarli. Praticando la consapevolezza impariamo a proteggere con amore queste cose belle. Prendendoci cura del presente, ci prendiamo cura del futuro. Lavorare per un futuro di pace è lavorare per la pace nell’attimo presente.

Thich Nhat Hanh, La pace è ogni passo. La via della presenza mentale nella vita quotidiana, Astrolabio Ubaldini, 1993.

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