giovedì, Novembre 21, 2024

Ancora morti civili per mano ucraina a Donetsk (V.N.Rangeloni) #QUELLOcheNONciRACCONTANO!

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

A Donetsk lo stillicidio di sangue innocente a Donetsk prosegue ogni giorno, silenziosamente. Le morti causate dalle bombe ucraine, ormai, fanno notizia solamente quando si verificano attacchi massicci con numerose vittime.

Se in seguito alla conquista di Avdeevka sono sensibilmente diminuiti i bombardamenti sulla parte centrale e settentrionale della città, nei quartieri occidentali il rischio di bombardamenti rimane costante. Ieri pomeriggio a causa dell’esplosione di una munizione a grappolo per artiglieria accanto alla fermata dell’autobus di fronte alla scuola 106, nel distretto Petrovskij della città, (uno di quei proiettili forniti dagli Stati Uniti, dopo che Zelensky aveva promesso che non avrebbe usato contro aree abitate da civili) quattro donne sono rimaste uccise mentre tornavano a casa dal mercato. Una delle donne uccise si trovava con la figlia di 5 anni, la quale è rimasta ferita ed orfana.

Quando c’è bisogno di aiutare le persone in difficoltà al fronte, tra i primi a rispondere c’è Andrei Lysenko, un amico e volontario che ogni giorno rischia la propria vita per tendere la mano a chi soffre. Appena ha appreso la notizia è partito verso la “Petrovka”. Non distante dal luogo della tragedia, i soldati ucraini hanno deciso di colpire con alcuni droni kamikaze il suo furgone color crema che usa per consegnare gli aiuti umanitari ai suoi concittadini e fortunatamente ad Andrey è andata bene.

Si, da diverso tempo è prassi consolidata. I soldati ucraini non fanno distinzione tra veicoli militari e civili. Seppur questi episodi non vengano raccontati dai nostri giornali, fanno ormai parte della routine, sono centinaia i civili rimasti uccisi o feriti in questo modo.

17 maggio 2024

V.N. Rangeloni, corrispondente di guerra dal Donbass

RangeloniNews

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