Criteri guida per un rinnovamento del linguaggio cristiano liturgico e pastorale:
a)Espellere dal linguaggio liturgico tutto ciò che contribuisce a ritrarre Dio come giudicante, vendicativo o violento!
b)Eliminare tutte quelle pratiche/espressioni che volte ad esercitare un controllo sui fedeli (es. peccato, dannazione, condanna, la dicotomia paradiso/inferno…).
c)Superare in modo definitivo la teologia del “sacrificio” Smettere di identificare Dio/Gesù come “Salvatore”, incoraggiare nei fedeli atteggiamenti che riguardino richieste di essere purificati e la conseguente “mistica del sangue che lava il peccato”. Concetti come “agnello di Dio”, sacrificio perfetto/gradito a Dio, Gesù come colui che prende su di se i peccati del mondo, tutto ciò che instilli nel credente un inutile senso di colpa deve essere eliminato/reinterpretato (es. essere eternamente “debitori” verso Dio e il suo figlio divinizzato).
d)Superare un linguaggio antropomorfico/di genere/patriarcale nel riferirsi a Dio (es. Dio Padre/noi figli, essere nelle braccia di Dio, un Dio “agente/provvidente”, che “vuole”, che “non vuole”…).
e)Superare un linguaggio che presupponga la possibilità di sollecitare qualsivoglia intervento divino (es. preghiera di intercessione, Dio che “fa”, che “interviene” ecc…)!
f)Eliminare tutto quello (parole/simboli/gesti) che promuova dottrine o dogmi escludenti, che contribuisca ad innalzare barriere, che condanni ogni forma di “diversità/autonomia”
g)Espellere tutto ciò che imponga di credere abiurando la propria ragione… Superare immagini e rappresentazioni della vita/mondo/cosmo che non tengano conto del progresso umano e scientifico.
h)Eliminare tutto ciò che promuova, in qualsiasi modo, il letteralismo biblico e che presenti la Bibbia come “reale” o come una cronaca storica (es. smettere di dire “Parola di Dio/Parola del Signore”).
Non-Theistic Liturgy Resources WG, St. Stephen’s College, University of Alberta, 2018, p. 6.