domenica, Dicembre 22, 2024

La fine del teismo e del Dio tribale nelle tesi di John Shelby Spong

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Tra i vari contributi, tutti uniti dall’idea della necessità di superare le forme tradizionali delle religioni, fino a oggi presenti nella nostra cultura, in direzione di una religione dell’amore, spiccano le 12 tesi di John Shelby Spong (1931) vescovo episcopaliano di Newark. Un Appello ad una forte e radicale riforma della religione cristiana.”

 

TESI UNO – Il teismo come modo di definire Dio è morto. Non possiamo più percepire Dio in modo credibile come un essere dal potere soprannaturale, che vive nell’alto dei cieli ed è pronto a intervenire periodicamente nella storia umana, perché si compia la sua divina volontà. Pertanto, oggi, la maggior parte di ciò che si dice su Dio non ha senso. Dobbiamo trovare un nuovo modo di concettualizzare Dio e di parlarne.

TESI DUE – Dal momento che Dio non può essere concepito in termini teistici, non ha senso cercare di intendere Gesù come l’incarnazione di una divinità teistica. I concetti tradizionali della cristologia sono, pertanto, finiti in bancarotta.

TESI TRE – Il racconto biblico di una creazione perfetta e compiuta, dalla quale noi, gli esseri umani, “siamo caduti” con il peccato originale è mitologia pre-darwiniana e non senso post-darwiniano.

TESI QUATTRO – La nascita verginale, intesa in senso biologico letterale, rende impossibile la divinità di Cristo così come è stata tradizionalmente compresa.

TESI CINQUE – Le storie di miracoli del Nuovo Testamento non possono più essere interpretate, nel nostro mondo post-newtoniano, come avvenimenti soprannaturali operati da una divinità incarnata.

TESI SEI – L’interpretazione della croce come sacrificio per i peccati è pura barbarie: è basata su concezioni primitive di Dio e deve essere abbandonata.

TESI SETTE – La risurrezione è un’azione di Dio, Gesù è stato elevato nella direzione del significato di Dio. La risurrezione, pertanto, non può consistere in un risuscitare fisico all’interno della storia umana.

TESI OTTO – Il racconto dell’ascensione di Gesù presuppone un universo a tre livelli (cielo, terra, inferno) e, pertanto, non può essere tradotto nei concetti di un’era post-copernicana.

TESI NOVE – Non c’è alcun criterio, eterno e rivelato,scritto nella Bibbia o su tavole di pietra, che debba dirigere per sempre il nostro agire etico.

TESI DIECI – La preghiera non può essere una petizione rivolta a una divinità teistica perché agisca nella storia umana in un determinato modo.

TESI UNDICI – La speranza della vita dopo la morte deve essere per sempre separata dalla moralità del premio e del castigo come sistema di controllo della condotta umana. Pertanto la Chiesa deve abbandonare la sua dipendenza dalla colpa come motivazione del comportamento.

TESI DODICI – Tutti gli esseri umani sono fatti a immagine di Dio e devono essere rispettati per quello che sono. Pertanto nessuna descrizione esteriore dell’essere di ciascuno basata sulla razza, l’etnia, il genere e l’orientamento sessuale, né alcun credo basato su parole umane elaborate dalla religione in cui si è stati educati possono essere usati come giustificazione di rifiuto o di discriminazione.

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1 commento

  1. buonasera Don Paolo, sto facendo un cammino spirituale per un cristianesimo adulto seguendo gli scritti e le idee di due sacerdoti: Don Squizzato e Don Gamberini. sono capitato casualmente su tuo sito cercando informazioni sul Vescovo Spong. in linea di massima sono d’accordo con il post-teismo (anche perchè un Dio vendicativo e inclemente non è in linea con ciò che ha insegnato Gesù) anche se il mio dubbio, che ti voglio esternare, è: ci sarà ancora posto per Gesù? non vorrei che questa nuova spiritualità vada nella direzione chiesta dal WEF di Davos e cioè un unica “religione” mondiale con tante buone intenzioni ma senza…lo Spirito….a presto

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