lunedì, Novembre 18, 2024

La strage degli innocenti e gli Erodi dei nostri tempi. (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Il re Erode si accorse che i sapienti dell’oriente lo avevano ingannato e allora si infuriò. Ricordando quello che si era fatto dire da loro, calcolò il tempo, e quindi fece uccidere tutti i bambini di Betlemme e dei dintorni, dai due anni in giù…” (Mt 2,16)

Ci stiamo avvicinando al Natale. Rievochiamo la nascita di un bambino che avrebbe dovuto rappresentare “una svolta” per il suo popolo che aspettava un Messia e che di fatto ha rappresentato qualcosa di nuovo per l’occidente allora conosciuto, il mondo “pagano”/non credente in un  unico dio.

Un tale personaggio così atteso/annunciato, così speciale da essere identificato come il futuro re dei Giudei, si presenta neonato inerme in una stalla, figlio di due sposi dignitosamente poveri e viene accolto da alcuni pastori  che di certo non erano il fior fiore della società.

Quale paura può suscitare un avvenimento così ordinario? Chi può temere di essere soppiantato da un bimbo figlio di semplici popolani messisi in viaggio per obbedire a un ordine delle autorità? Con quali mezzi avrebbe potuto il piccolo Gesù complottare contro un re ricco ed armato?

Ma si sa, chi detiene il potere teme sempre di perderlo. E questa insana paura gli fa fare cose assolutamente imprevedibili, folli… sa inoltre che la forza è sempre una soluzione efficace… e dunque Erode travolto da un irrazionale e infondato sospetto “fece uccidere tutti i bambini dai due anni in giù”. Una strage di innocenti, parola che indica per assurdo, che “non-nuociono” (latino in-nocens), che non sono pericolosi, ostili.

Una  punizione preventiva, senza una ragione umanamente accettabile…

Avrà anche lui avuto un suo dio che gli indicava una via? Che era con lui?

Nell’Antico Testamento la strage di bambini innocenti non è una rarità…

Il libro dell’Esodo infatti si apre con il Faraone che ordina di uccidere tutti i maschi degli schiavi ebrei per paura che quel popolo diventasse così numeroso da mettere in pericolo il suo regno, un popolo in realtà vessato, misero e impotente…

Il suo dio era lui stesso.

Quando Mosè riceve il compito di portare quel popolo fuori dall’Egitto, il Faraone non vuole. Tiene troppo alla sua manodopera gratuita, alla quale può infliggere qualsiasi tormento mentre costruisce le sue città.

E dunque ancora un Dio interviene.

Un Dio descritto come onnipotente, tremendo, violento (…e dunque archetipo del potere) che a sua volta non trova di meglio che fare strage dei bambini primogeniti degli egiziani per costringere il Faraone a lasciar partire il suo popolo… e non contento stermina anche i primogeniti di ogni genere di animale!

In ogni tempo nuovi Faraoni e nuovi Erodi, supportati da un “Dio è con noi”, hanno seminato l’orrore, fondando il loro predominio sul sangue della guerra, definendo, con crudele indifferenza, “danno collaterale,” l’uccisione di bambini (e non solo!) innocenti.

Oggi nella terra sulle cui strade il Cristo predicò l’amore come strumento di liberazione, come riscatto dall’oppressione non solo dell’uomo sull’uomo, ma anche come affrancamento da leggi e visioni religiose che descrivono un dio “sequestrato” dai potenti, dai capi dei popoli, ecco proprio lì, avviene nel silenzio colpevole del mondo l’ennesima strage di bambini (e non solo) non-nocens. Chiusi tra recinti senza uscite, bombardati giorno e notte, malati feriti affamati… Nemmeno l’angelo per loro, l’angelo che avvisò Giuseppe di scappare prima che fosse troppo tardi.

A quel Dio che si fa strumento di morte, noi come Gesù, non crediamo. Quel Dio per noi è morto.

E ci sconvolge che si possa pensare a un Natale di festa e lustrini, di alberi e di presepi, di messe e di canti, mentre la questi nuovi Erodi, indisturbati, danno sfogo ai loro deliri di onnipotenza.

Se il Natale ha ancora un qualche senso per noi, se non è una semplice cianfrusaglia consolatoria, dovremmo saper reagire a questa attuale ondata di insensata crudeltà .

Soprattutto dovremmo rinascere/convertire noi stessi nel profondo… e abbandonare quel dio che è proiezione dei nostri desideri di vendetta, dei nostri bisogni di appartenenza, del nostro infantile bisogno di un padre che risolva i nostri problemi; dovremmo invece cercare quel dio che è “dentro” ogni uomo e donna, come spirito di verità e di bontà, di inclusione e di nonviolenza/amore/misericordia. Uno spirito che ci spinge/costringe a non accettare l’ingiustizia come un dato di fatto, come se “l’altro” non fosse un uomo/donna come no, con un cuore e una carne…

Dovremmo meditare in questa attesa/avvento, in cui molti sulla terra sono sacrificati sull’altare di una vittoria senza futuro e senza senso, sulle parole di Gesù che ci indicano la via:

“Sapete ciò che dice la Bibbia :”Occhio per occhio, dente per dente”. Ma io vi dico non vendicatevi di chi vi fa del male.” Se uno ti da uno schiaffo sulla guancia destra tu presentagli anche l’altra.(…) Se uno ti chiede qualcosa dagliela…” (Mt 5, 38-42).

Questa è l’unica vera salvezza per il genere umano.

don Paolo Zambaldi

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