lunedì, Novembre 18, 2024

Non credo (Dorothee Sölle)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.

Voglio credere
ai diritti dell’uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.

Non credo alla razza o alla ricchezza,
ai privilegi, all’ordine della forza e dell’ingiustizia:
è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.

Voglio credere che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.

Non credo
di poter combattere altrove l’oppressione,
se tollero l’ingiustizia qui.

Voglio credere che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero finché un solo uomo è schiavo.

Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.

Voglio credere all’azione semplice,
all’amore a mani nude,
alla pace sulla terra.

Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.

Oso credere invece, sempre e nonostante tutto,
all’uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova dove abiterà la giustizia.

Dorothee Sölle

Nata il 30 settembre 1929 a Colonia e morta il 27 aprile 2003 a Göppingen (Germania).

Teologa evangelica si è dedicata inizialmente allo studio dell’antichità classica e della letteratura tedesca.
Quindi ha studiato teologia, filosofia e letteratura all’Università di Colonia e si è laureata con una tesi sulle connessioni tra teologia e poesia.

Docente universitaria a Colonia, deve la sua notorietà alla metà degli anni sessanta in quanto annoverata tra gli esponenti della cosiddetta “Teologia della morte di Dio”. Fu sua la proposta di una “cristologia post-teistica”: per l’uomo che dopo la “morte di Dio” vive in una situazione di alienazione, il modo di avere un’esperienza di Dio (ritrovando così la sua propria identità) è dato dalla possibilità di assumere come proprio “rappresentante” il Cristo.
In seguito il suo pensiero si è accentuato sulle dimensioni della prassi e della politica: compito dell’uomo è quello di impegnarsi a fondo per la “causa di Gesù nel mondo”.

E’ stata attiva in politica, prendendo posizione contro la guerra nel Vietnam, la corsa agli armamenti e le ingiustizie in atto nei paesi in via di sviluppo.

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