lunedì, Novembre 18, 2024

“Il ragazzo del centurione” di Andrea Panerini (prefazione al libro di don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

A settembre 2021 la casa editrice palermitana “La Zisa” pubblicherà un testo molto interessante di Andrea Panerini, Il ragazzo del centurione. Orientamenti sessuali e fede cristiana, Palermo, La Zisa, 2021… Nella speranza che il testo abbia ampia diffusione, condivido con tutti la mia introduzione all’opera!

don Paolo Zambaldi

L’omosessualità e i vari orientamenti sessuali ed affettivi hanno una cittadinanza all’interno della fede cristiana?
Questo volume parla proprio di uno dei temi etici più spinosi dentro le Chiese e la società. Il pastore Panerini investiga nella Bibbia, nella Storia e nella Società per dare una riposta a questo interrogativo.

ANDREA PANERINI (Piombino, 1983) è pastore,
scrittore e storico. Laureato in Storia all’Università
di Firenze e in Teologia presso la Facoltà Valdese
di Teologia di Roma, è Decano nazionale della
Chiesa Protestante Unita, denominazione luterana
di lingua italiana e ne è pastore a Firenze, Roma e
Terni.

Prefazione (don Paolo Zambaldi)

Era un sabato pomeriggio di inizio giugno quando, con mio grande stupore, sono stato contattato da Davide Romano della casa editrice La Zisa con una proposta molto interessante. Quella che andava profilandosi, su quell’ inedito asse Palermo-Bolzano poteva sembrare, agli occhi di un osservatore inesperto, una situazione veramente strana e inusuale. Infatti veniva chiesto a me, prete cattolico, di scrivere la prefazione a un testo, aperto ed intelligente, su omosessualità, Bibbia e fede… scritto per di più dallo storico, pastore e decano nazionale della Chiesa Protestante Unita, Andrea Panerini.

Ho accolto con piacere quest’invito per due motivi. Perché credo che rispetto a molti argomenti etici/esegetici/teologici, debba esserci comunione di intenti tra le varie chiese che si ispirano al Vangelo, al suo messaggio di amore inclusivo e liberante. In secondo luogo perché ritengo che, sulla tematica dell’omosessualità si debba riflettere a partire da una rilettura biblica non letteralista e che tenga conto dei “segni dei tempi”.

È innegabile, infatti, che nei due secoli passati, le scienze in generale e la medicina in particolare, abbiano fatto passi da gigante scardinando pregiudizi millenari, quelli che, ad esempio, consideravano la sterilità una “colpa” della donna, così come le attribuivano la responsabilità del sesso del nascituro, quelli che ritenevano la malattia una maledizione o un castigo divino, o che i disturbi mentali dovevano essere oggetto di esorcismi …

Un percorso molto lungo, ha modificato anche la valutazione e la definizione dell’identità di genere, dell’omosessualità. Basti pensare che la parola stessa “omosessuale” è stata usata per la prima volta da Karl Maria Kertberry in un pamphlet del 1869 nel quale discuteva l’abrogazione delle leggi anti-omosessuali della Prussia e che l’American Psychiatric Association ha rimosso la degradante definizione “disordine mentale” per riferirsi all’omosessualità solo nel 1973. Oggi, per fortuna, psichiatri, psicologi e medici concordano sul fatto che l’omosessualità non sia né una malattia, né un disordine, né un problema emotivo… E concordano soprattutto sul fatto, che essa non può essere “scelta”!

Ma questi importanti risultati stentano ad essere recepiti ed interiorizzati. Infatti, se oggi ci guardiamo attorno, in quasi tutti gli ambienti, si riscontrano due percezioni, quasi due realtà parallele.

Da una parte ci sono quelli che, soprattutto negli ultimi 50 anni, hanno cercato di superare le ataviche condanne e resistenze al riguardo. Merito però più, a mio parere, del coming out di persone conosciute, del buon senso e del semplice “parlarne di più”, che di una corretta informazione scientifica e di una formazione scolastica e familiare che educhi veramente su questi temi.

Dall’altra, invece, c’è chi vive nel pregiudizio basato sull’ignoranza, sulla paura del “diverso/altro”, sulla poca familiarità con questa variegata realtà e persino con “le parole” che vengono usate per parlarne. Infatti basta pensare alle molte conversazioni che si sentono, dalle semplici chiacchiere tra amici ai dibattiti in tv, per rendersi conto di come regni una grande disinformazione. In questo senso ritengo che il primo capitolo del testo di Panerini sia una sintesi ben fatta, compatta ed accessibile, per cominciare a fare chiarezza su alcuni termini, oggi molto usati ma spesso poco compresi, come: identità di genere, omosessuale, bisessuale, asessuale, transgender, identità non binarie, genderfluid e genderqueer, intersessuali… Una buona introduzione all’universo LGBTQIA+ che rimane (ancora) necessaria quando si affronta una riflessone seria sul tema. 

Si può dunque tranquillamente affermare che esiste una frattura che attraversa società. Ma purtroppo attraversa anche le chiese cristiane e non solo, cosicchè si genera l’impressione che Dio parli in modi diametralmente diversi, contradittori e dunque difficilmente accettabili.

Questo libro in modo estremamente chiaro e coraggioso va al cuore del problema. Infatti nel nostro mondo occidentale (seppur sempre più secolarizzato), la Bibbia è, e resta, una parola potente. Essa ha creato archetipi, modelli culturali che influenzano ancora, direttamente o indirettamente, il nostro modo di leggere la realtà, i nostri valori, la nostra Weltanschauung

E se essa viene interpretata in modo letterale o strumentale, può diventare la base su cui poggiare il pregiudizio e la conseguente esclusione di chi ne è vittima, ad esempio gli ebrei, i neri, i cosiddetti infedeli, gli omosessuali, le donne,  ma anche la scienza, la filosofia e la teologia se sostengono verità che mettono in crisi una costruzione patriarcale e autoritaria… Leggere infatti la Parola come se fosse una cronaca storica e/o il dettato di un Dio/Theos giudice eterno, che punisce e premia secondo una logica tutta umana, che ci impone precetti, dogmi e caste sacerdotali, ci porta dritti verso il fondamentalismo religioso, che tanto danno ha fatto e fa alla grandezza della dell’Evangelo. Riguardo all’omosessualità questo approccio nefasto offre legittimazione a quei movimenti politici che predicano l’omofobia e la transfobia, e a coloro che si dichiarano custodi della vera religione, di escludere, discriminare, ferire e perseguitare chi, a loro modo di vedere sarebbe un peccatore, un “disordinato”, uno da “raddrizzare”.

Contro tutto ciò è necessario “vaccinarsi”. Infatti nel suo secondo capitolo Panerini oppone a questa prospettiva letteralista l’unico antidoto valido: il metodo storico-critico, che ci spinge a valutare il testo biblico nel contesto storico-sociale in cui è nato e si è sviluppato, in cui hanno vissuto i suoi autori umani, in cui veniva letto ed ascoltato… insomma il suo Sitz im Leben. Tutto ciò senza forzature e con estremo rispetto per il testo come l’autore di questo libro sa fare. Per dirla con una frase attribuita al grande teologo e pastore svizzero Karl Barth: “La Bibbia è troppo seria per prenderla alla lettera!”.

“Il ragazzo del centurione. Orientamenti sessuali e fede cristiana” riprende in mano, molto opportunamente, alcuni brani biblici, usati da molto tempo, “contro” le persone appartenenti al mondo LGBTQIA+. Panerini in modo semplice ma non semplicistico ed estremamente puntuale, offre una nuova prospettiva, partendo dal primo capitolo della Genesi che racconta la creazione dell’uomo e della donna, passando per gli episodi di Sodoma e Gomorra, il Levitico, fino ad arrivare al Nuovo Testamento. L’autore prende di petto Paolo di tarso (la Lettera ai Romani, la prima ai Corinzi, la prima a Timoteo), di cui tanto spesso, viene data una lettura ideologica, cercando cioè di tirare la Bibbia “per l’orlo del suo vestito”.

Ringrazio Panerini per questo libro che condivido nel profondo e auspico che quanto prima almeno le chiese che si definiscono cristiane, riescano ad affermare insieme che la verità è ciò che definisce Dio. Una verità onestamente cercata e onestamente vissuta.

don Paolo Zambaldi

http://www.lazisa.it/

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