lunedì, Dicembre 23, 2024

5 novembre: in piazza con i guerrafondai del PD? No grazie!

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Ho sempre pensato che “essere di sinistra” fosse, innanzitutto, essere fermento del mondo…

essere interessati all’uomo/donna, alla sua vita, ai suoi bisogni…

essere interessati soprattutto al proletariato, categoria apparentemente scomparsa, ma che in realtà si raggruma nei miliardi di ultimi che popolano il mondo… interessati quindi a una politica che sapesse rappresentare le loro speranze di giustizia, che sapesse sostenerne le lotte per la difesa dei diritti non solo individuali ma anche sociali, che sapesse difendere la vita dall’aggressione di questo “progresso” che invece che riscattare, rende più soli e disperati.

Ho sempre pensato che essere di sinistra fosse essere interessati alla pace, all’eliminazione delle “patrie” e delle “nazioni”, al superamento delle differenze tra i popoli, alla cancellazione dei confini che impediscono l’accoglienza e alimentano gli scontri e le guerre…

Ho sempre pensato che essere di sinistra significasse lavorare (politicamente) per un mondo in cui “vivere come fratelli/compagni/uomini/donne liberi, rispettati, realizzati” fosse la cosa più importante, più necessaria…Interessati dunque a lottare contro il capitalismo, il liberismo, che per quanto lo si voglia indorare, non risolve nessun problema dell’umanità ma anzi aumenta la povertà, impone la schiavitù del consumo, priva di senso il lavoro, distrugge la convivialità, diffonde paura e malattia, violenta  il pianeta, scatena guerre.

Ho sempre pensato che essere di sinistra fosse essere portatori di idee, di cultura, di libertà, di anticonformismo, di coraggio. Il coraggio di “osare” un mondo “altro”.

La stessa parola “sinistra” invece è diventata ormai un contenitore di significati contrastanti, di visioni del mondo vaghe e persino opposte tra loro, di idee/non-idee, di parole ipocrite e sfuggenti…

In Italia (ma non solo) la sinistra è ormai morta! Da molti anni!

Lo dimostra bene il fatto che si ritiene il Pd un partito di sinistra. E i suoi elettori “il popolo della sinistra”.

Il Pd, infatti, incarna dalla sua fondazione l’ipocrisia elevata a sistema.

Costantemente con spudorata supponenza:

finge di difendere il lavoro mentre lo precarizza,

finge di difendere i diritti individuali ma nessuno di essi, durante i suoi governi, ha ottenuto un riconoscimento…(vedi Ius Soli/scholae, ddl Zan, fine vita, ecc…).

finge di accogliere i migranti mentre fa patti vergognosi coi libici che li torturano e li depredano (vedi la criminale gestione Minniti!),

finge di deplorare i politici corrotti e poi tollera per anni i giganteschi conflitti d’interesse non solo di Berlusconi e la sua cricca, ma di tutti quelli che sono funzionali al “siatema”…

accetta di formare governi tecnici con noti affamatori di popoli dei quali sostiene senza vergogna “l’agenda”,

mette a cuccia il sindacato (vero Landini & Co.!?), lo induce alla “concertazione”, di fatto una resa al potere economico dominante, ai “padroni”…

perde le elezioni, ma non le poltrone…

sceglie segretari senza uno straccio di idealità, supporter della governabilità a costo della democrazia, elegge come guida un Renzi che flirta senza pudore con la destra, per ottenere benefici per se e la sua cricca…

si crea correnti interne per spartirsi meglio il bottino e simulare una dialettica farsa, ad uso di quegli elettori che han perso ogni capacità di vedere…

in politica estera sostiene Israele nonostante il genocidio dei palestinesi, le missioni “di pace in Iraq e in Afghanistan”, la guerra nei Balcani degli anni ’90, l’imperialismo neocoloniale dell’occidente… (vedi Fassino che organizza gruppetti di “sinistra per Israele” o Enrico Letta che senza vergogna partecipa, con gli esponenti della destra più becera, a manifestazioni di sostegno ad Israele…).

E, poi con una faccia di bronzo incredibile, il 5 novembre Letta e i suoi vogliono partecipare alla manifestazione per la pace (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/per-la-pace-anche-il-pd-alla-manifestazione-nazionale-5-novembre), dopo aver votato per l’invio di armi in Ucraina e per l’aumento delle spese militari, dopo aver votato in Europa un documento nel quale la parola diplomazia/pace era esclusa a prescindere, dopo aver abbracciato (senza uno straccio di obiezione) i dictat americani/Nato (ormai sinonimi), dopo aver ritenuto accettabile il desiderio (nemmeno velato dal pudore) del segretario di essere eletto a capo della Nato, dopo aver criticato i movimenti, le persone (“i pacifisti putiniani”), le associazioni che osavano parlare di non-violenza…

Con quale coraggio/dignità, Letta e i suoi figuranti si presentano sabato? E perché? Sicuramente per calcolo politico e forse per illudere i suoi residuali, addormentati, ricchi elettori…

Forse semplicemente per “esserci”, visto che la coerenza non è richiesta!

Mi chiedo allora perchè marciare con questa gente responsabile di fatti cosi tragicamente gravi per la vita di noi tutti… bisogna cacciarli, escluderli, fare chiarezza finalmente…

Altrimenti che senso hanno le marce/sit-in/appelli se poi non c’è una vera, trasparente, coraggiosa rappresentanza politica? Se poi in Parlamento chi dovrebbe, per storia e pensiero, difendere coi denti quelle posizioni, vota tranquillamente con la destra, come la destra, per la destra?

Se non si cambiano le regole del gioco la pace sarà sempre minacciata. Perchè volere la pace non è semplicemente volere la fine della guerra, ma è costruirla tutti i giorni… Non bastano le marce, serve la politica.

Una politica di sinistra, che si assuma finalmente le sue responsabilità, che sappia ridare agli uomini e alle donne uno straccio di speranza in un mondo tragicamente violento e diseguale.

In quest’ora gravissima per tutti, bisogna recuperare la capacità di lottare, di ristabilire la verità…

Si può cominciare subito eliminando dal nostro orizzonte queste persone non di “sinistra”, ma decisamente “sinistri”!

don Paolo Zambaldi

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