mercoledì, Dicembre 25, 2024

La soddisfazione dei religiosi cileni per la vittoria di Boric alle elezioni presidenziali: un successo della democrazia (E. Cucuzza)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

«Siamo chiamati a guardare in alto e a metterci al servizio del progetto Paese che si apre dopo queste elezioni». Evidentemente soddisfatti dello scampato pericolo – la vittoria del candidato della sinistra Gabriel Boric alle elezioni presidenziali cilene del 19 dicembre scorso contro il candidato della destra estrema cilena, José Antonio Kast – i religiosi il 20 dicembre hanno reso pubblica una dichiarazione, intitolata “La vita religiosa al servizio del Cile: costruire ponti di dialogo e fraternità”, in cui manifestano la loro soddisfazione per «una giornata elettorale in cui il nostro senso democratico è stato rivalutato» e per la «nuova fase» che si aprirà dal giorno (11 marzo) in cui Boric assumerà l’incarico. Al nuovo governo vanno gli auguri di «successo e tanta forza per portare avanti, in uno spirito di dialogo, tanti accordi che ci permettano di muoverci verso un Paese più equo e giusto».

«In questo tempo di Avvento tutti sogniamo con speranza un Paese diverso. Questo risultato elettorale dovrebbe farci sintonizzare con lo spirito che è alla base della democrazia». «Abbiamo bisogno di unirci come società», è l’auspicio dei religiosi consapevoli dei forti antagonismi che hanno caratterizzato il periodo preelettorale. «I tempi che affrontiamo sono complessi e serve il sostegno di tutti. Un paese diviso non può protendersi verso il futuro senza ascoltare tutti. Ecco perché è così importante che ci impegniamo nella concordia, a lavorare per la giustizia e la riconciliazione».

Di seguito, il testo integrale in una nostra traduzione dallo spagnolo:

La vita religiosa al servizio del Cile: costruire ponti di dialogo e fraternità

«Ieri come Paese, abbiamo avuto una giornata elettorale in cui è stato rivalutato il nostro senso democratico ed è stato eletto il nuovo presidente per il periodo 2022-2026, iniziando una nuova fase a partire dall’11 marzo, quando assumerà il suo mandato. Come Vita Religiosa cilena siamo chiamati a guardare in alto e a metterci al servizio del progetto Paese che si apre dopo questa elezione.

Le settimane e i giorni precedenti sono stati purtroppo segnati da reciproca sfiducia e violenza verbale da entrambi i settori, che non condividiamo e che hanno generato un ambiente polarizzato.

Papa Francesco ci ha invitato a “sognare insieme”. E in questo periodo di Avvento speriamo tutti in un Paese diverso. Questo risultato elettorale dovrebbe farci entrare in sintonia con lo spirito che sta alla base della democrazia.

Siamo felici per la massiccia partecipazione dei cittadini, soprattutto per il voto dei giovani e delle persone che per anni non lo hanno fatto.

Auguriamo al nuovo governo successo e tanta forza per portare avanti, con spirito di dialogo, tanti accordi che permettano di progredire verso un Paese più equo e giusto, perché solo così si potrà costruire la società che si desidera, con una vera “… pace che è frutto di giustizia…” (Is 32,17) .

Dobbiamo unirci come società. I tempi che affrontiamo sono complessi ed è necessario il sostegno di tutti. Un Paese diviso non può proiettarsi senza ascoltare tutti. Ecco perché è così importante che ci impegniamo con concordia per lavorare per la giustizia e la riconciliazione.

L’orizzonte ispiratore della CLAR (Confederazione dei Religiosi dell’America Latina e dei Caraibi) ci illumina come Vita Religiosa per affrontare il momento presente e le sfide future come nazione:

1) Rinnovare l’opzione per gli esclusi da una visione contemplativa della realtà:

– rafforzare l’impegno sociale, optando sempre più per un’evangelizzazione vissuta tra i più poveri, che rinnovi la speranza.

– promuovere la formazione politica e la partecipazione alle istanze pubbliche, affinché siano rispettati i diritti individuali e collettivi.

– Promuovere la ricerca della dignità umana e del bene comune accanto alle persone emarginate.

2) Incoraggiare l’etica dell’incontro e del prendersi cura:

– promuovere una cultura dell’incontro e del buon trattamento, che, dallo stile relazionale di Gesù, dia il primato all’umano.

– generare spazi personali e comunitari liberi che favoriscano le relazioni reciproche, una visione positiva della vita, il sostegno reciproco, e prolungando decisamente la festa al servizio della vita.

3) Optare per l’ecologia integrale:

– promuovere l’armonia personale, sociale ed ecologica in difesa della vita, dei popoli e delle culture.

– approfondire la conversione ecologica che ci riconcilia, ci fortifica nella comunione e ci pone rispettosamente dinanzi agli ecosistemi naturali, stimolando la cura della vita e della casa comune.

Affidiamo Dio e María del Carmen, Regina del Cile, al presidente eletto e al suo team di governo, affinché questa nuova tappa favorisca una migliore convivenza e qualità di vita per tutti i figli e le figlie di questa amata patria».

Consiglio di Amministrazione CONFERRE

Santiago, 20 dicembre 2021

https://www.adista.it/articolo/67246

Sito ufficiale: Conferenza dei religiosi e delle religiose del Cile (CONFERRE)

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