“Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me.
Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!».
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.”
(Ger 20, 7-9)
Signore, quante volte come Geremia ho gridato, ho lottato,
ho detto dentro di me:
“Mai più!/Basta!/Non ne vale la pena!”
Forse è vero… Guardando questo mondo Signore: “Cosa ti aspetti da me?”
Vedo i mali di questo mondo,
li conosco bene,
sono penetrati anche dentro il mio spirito,
si chiamano:
Possesso,
Odio,
Brama e Violenza…
Sembrano essere l’unico parto di questa creazione; sembrano solo parole,
ma oggi camminano sulla terra come esseri viventi e seducono il nostro cuore, con lusinghe e promesse…
Signore, non ti chiedo: “Dove sei? Perchè non fai qualcosa per il mondo? Perchè non scendi da quella maledetta croce?”…
So che le nostre mani devono diventare le tue,
che il nostro animo deve lasciarsi forgiare dalla Parola,
che dobbiamo smetterla di cercare scuse e comode scappatoie…
Signore,
non ti chiedo il dono di una fede privata, bella e perfetta;
invece ti chiedo il dono di una fede incarnata e scomoda come la profezia,
il dono di un foco che mi consumi,
il dono di una precarietà che fa rima con profezia,
il dono di restare così come sono sempre stato:
Esagerato, Diverso, Ribelle…
O forse semplicemente: Vivo!?