mercoledì, Dicembre 18, 2024

Uomo come noi, ma non solo un uomo come noi (Roger Lenaers)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

“Gli aspetti di normale umanità (…) non spiegano perché Gesù emanasse tanto carisma, un carisma di cui i sinottici hanno offerto un’immagine nella scena mitica della trasfigurazione al monte.

In realtà, insomma, non era soltanto un uomo come noi.

Camminare sulle acque e sedare la tempesta con una sola parola sono altre immagini usate dagli evangelisti per cercare di trasmettere la dimensione di mistero che si sentiva presente in lui. La domanda che pongono i discepoli sulla barca a tempesta placata – “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?” (Mc 4,41) – è un riconoscimento indiretto della presenza attiva di Dio che veniva avvertita in lui.

Egli parlava e agiva dimostrando un’intimità con il mistero originario che chiamiamo Dio così intensa rispetto al livello medio degli esseri umani da risultarci irraggiungibile. Chi, grazie a questa intimità con Dio, si era sentito toccato e commosso ha cercato di manifestare la propria devozione con i mezzi di cui disponeva, ricorrendo cioè a immagini e formule veterotestamentarie, e in particolare al titolo di Figlio di Dio prediletto.

Un Figlio prediletto che si è presto trasformato in un unico Figlio e 250 anni dopo, al Concilio di Nicea, in “Figlio unigenito di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio vero (nato) da Dio vero”. Il Concilio giunse a questa formula scambiando il linguaggio figurato culturale vecchio di due secoli, nel quale si rifletteva sotto forma di preghiera l’esperienza della trascendenza umana di Gesù, per linguaggio realistico, riferito dunque alla sua discendenza.

La trascendenza umana di Gesù era essenzialmente la sua totale gratuità, che non era che l’intima unità con la gratuità di Dio. Una trascendenza umana tramutatasi in una trascendenza soprannaturale e assoluta, foriera di onnipotenza e dominio”.

 

Roger Lenaers, “Gesù di Nazareth”, ed. Gabrielli

 

Roger Lenaers (Ostenda, 4 gennaio 1925) è un gesuita e teologo belga, entrato nell’Ordine dei Gesuiti nel 1942.

Ha studiato filosofia, teologia e filologia classica. Dal 1995 è sacerdote a Vordernhornbach e a Hinterhornbach (Lechtal, Tirolo).

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