Ripropongo il terzo comunicato del parroco, don Andrea Bona, volto a chiarire la questione Regina Pacis/parcheggi…
COMUNICATO 3
Ad animi rasserenati (almeno spero) e non sotto la pressione di un’incalzante opera di scredito nei miei riguardi, ci tengo a fornire la posizione della Parrocchia Regina Pacis rispetto alla vicenda del garage interrato, che negli ultimi giorni è finita sotto i riflettori.
La risposta che il consiglio per la gestione della Parrocchia ha fornito all’assessore Fattor recita le testuali parole: «il C.P.A.E parrocchiale riunito in seduta straordinaria, ha ribadito insufficienti gli elementi da Lei inviatici per la valutazione della richiesta di cambio di destinazione d’uso del sedime parrocchiale, che Lei sollecita».
La risposta è stata dettata dal fatto che tantissime questioni riguardanti la progettazione, la costruzione e la presenza di un garage all’interno dei nostri confini non ci sono mai state chiarite. Il primo passo che dovevamo compiere era quello di richiedere il cambio di destinazione d’uso del piazzale poi – ci è stato detto – tutto il resto sarebbe venuto da se con convenzioni, accordi, cessione di responsabilità a terzi. Anche le eventuali opere offerte in cambio dell’operazione, citate dall’assessore semplicemente a titolo esemplificativo: il rifacimento del tetto o la sostituzione della caldaia… erano solo delle ipotesi e non proposte concrete sulle quali si poteva ragionare, tant’è che il tetto della chiesa è stato rifatto una decina di anni fa e la caldaia sostituita nel 2018.
Crediamo che chiedere il cambio di destinazione d’uso delle proprie strutture necessiti una ponderazione che non si basi solo sulle parole ma su un progetto e un’intesa che abbiano raggiunto un buon grado di maturazione. Ci fa anche scuola la vicenda della vicina piazza Matteotti dove addirittura il Comune di Bolzano è stato coinvolto in una causa giudiziale per i lavori di ripristino della superficie del garage, seguita agli scavi per la sistemazione delle infiltrazioni. Siamo vicini agli esercenti della via Dalmazia ma chiediamo a loro e anche all’opinione pubblica se l’assunzione da parte nostra di queste tante incognite è controbilanciabile ad altri interessi.
Non comprendiamo poi perché ci è stata chiesta una risposta entro il termine della metà di luglio (abbiamo dovuto riunirci richiamando alcuni dalle ferie) se poi viene detto che quest’ultima non era vincolante e ancora di più ci chiediamo perché ora la nostra risposta è diventata vincolante.
Concludiamo aggiungendo che l’anno scorso il Comune di Bolzano ha risposto negativamente alla nostra richiesta di aiutarci nella ristrutturazione del Centro Lovera. Abbiamo cercato di comprendere le motivazioni del diniego (certamente nella contingenza causata dal Covid gli aiuti spettano a chi ha bisogni primari) ma non abbiamo diffamato nessuno o appiccicato epiteti a qualcuno. Ci siamo semplicemente adoperati ad individuare altre soluzioni. Don Abbondio poi non era quello che angariava la vita delle persone semplici perché soccombeva davanti a chi credeva più forte di lui?
25 agosto 2021 – sac. Andrea Bona