giovedì, Novembre 21, 2024

Con gli occhi dei poeti: “Elogio dell’ imparare” di Bertolt Brecht (by ELISA_451)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Impara la cosa più semplice! Per quelli

Il cui tempo è venuto

Non è mai troppo tardi!

Impara l’abbicì: non basta è vero,

ma imparalo! Non avvilirti!

Comincia! Devi sapere tutto!

Tocca a te prendere la direzione.

Impara, uomo dell’ospizio!

Impara, uomo in prigione!

Impara, donna in cucina!

Impara, sessantenne!

Tocca a te prendere la direzione.

Frequenta la scuola, senzatetto!

Procurati sapere, tu che hai freddo!

Affamato, impugna il libro: è un’arma.

Tocca a te prendere la direzione.

Compagno, non temere di chiedere!

Non far credito a nulla,

controlla tu stesso!

Quello che non sai di tua scienza

In realtà non lo sai.

Verifica il conto:

tocca a te pagarlo.

Poni il dito su ogni voce,

chiedi cosa significa.

Tocca a te prendere la direzione.

Bertolt Brecht

La riflessione di Brecht sul sapere è più che mai importante e oserei dire urgente oggi, che viviamo in un mondo che tende ( peraltro incoraggiato dai poteri!) a considerare la cultura una perdita di tempo, la parola un’appendice superflua, l’analisi del reale, anche di ciò che ci tocca più direttamente, una cosa da delegare a “specialisti”… “tecnici”.

E’ una riflessione sulla scuola, più che mai importante oggi, che i suoi battenti restano chiusi, così come restano chiusi tutti i luoghi in cui il pensiero, anche critico, trova il suo nutrimento… teatri, cinema, eventi… In modo drasticamente selettivo rispetto a luoghi in cui si fanno i soldi.

E’ chiaro che i soldi servono. Per vivere dignitosamente.

Ma ugualmente serve il sapere. Il  pane e rose, come nel noto film di Kean Loach, sono due aspetti ineliminabili dell’essere pienamente uomini/donne.

E serve soprattutto ai poveri, a quelli che non sono come diceva don Milani “i Pierini del dottore”, quelli che la cultura ce l’hanno in casa, perché i genitori sono laureati, i libri circolano, le esperienze sono ricche di stimoli. Per loro la vita sarà meno difficile. Essere padroni della parola li renderà padroni della loro vita (e spesso di quella degli altri !).

Ma chi non ha nulla dovrebbe pretendere di “sapere tutto”, di “impugnare un libro” di poter così “verificare il conto che tocca pagare”, di “prendere la direzione”… cioè cogliere la verità, ottenere la giustizia, riscattare la propria umanità.

Cos’ è che divide i poveri dai ricchi? si chiedeva don Milani. “La parola!”: chi conosce più parole ha uno strumento in più che spesso si traduce in potere…è solo la lingua che fa uguali. Uguale è chi sa esprimersi   e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero, importa meno. Basta che parli.  Bisogna dunque dare la parola a coloro che ne sono privi e dare la parola alle coscienze che l’hanno persa. In che modo dare la parola? attraverso la scuola … senza ferie senza giochi, tutto l’ anno a tempo pieno…”

Dunque insieme a questi due difensori degli ultimi imploriamo a gran voce “impara”, “pretendi di imparare”, “compagno/fratello non temere di chiedere”!

Tocca a te prendere la direzione”.

by ELISA_451

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