domenica, Dicembre 22, 2024

Quando la dottrina della Chiesa nega i diritti umani (don Burkhard Hose)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Se il Papa si espone con forza a livello sociale per i diritti delle donne, ma li nega all’interno della Chiesa, non è credibile, commenta don Burkhard Hose. Il divario tra la dottrina della Chiesa e i diritti umani deve essere finalmente colmato.

Come si pone la Chiesa nei confronti dei diritti umani? Mi faccio questa domanda mentre ci troviamo tra due date importanti da commemorare. L’8 dicembre che segna la solenne conclusione del Concilio Vaticano II nel 1965 e il 10 dicembre che è la giornata in cui, dal 1948, si commemora la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. C’è ancora uno scarto, uno spazio vuoto tra queste due date.

A tutt’oggi la Santa Sede non ha ancora firmato la Carta dei diritti umani. Essa sostiene ancora formalmente la dottrina secondo cui la base giuridica di partenza è la legge divina, che non può essere subordinata alla legge umana.

Il Concilio Vaticano II aveva già annunciato una svolta e si era mosso nella direzione di un adattamento dei contenuti dell’insegnamento della Chiesa ai principi dei diritti umani. Ne sono prova la Dichiarazione sulla libertà religiosa (Dignitatis humanae) e la Dichiarazione sul rapporto della Chiesa cattolica con le religioni non cristiane (Nostra aetate).

La Chiesa deve finalmente colmare tutte le lacune tra la dottrina e i diritti umani e riformare i contenuti che ancora ne contraddicono i principi fondamentali. Papa Francesco ha, in un certo senso, mostrato la strada quando ha promosso il cambiamento di una sezione del Catechismo nel 2018. Questo testo infatti, in linea di principio, presentava ancora la pena di morte come un’opzione praticabile. Alla vigilia di questo cambiamento, Francesco lo ha spiegato con un discorso importante: “Lo sviluppo armonioso della dottrina della Chiesa richiede di evitare posizioni che si rifanno ad argomenti che da tempo contraddicono chiaramente una nuova comprensione della verità cristiana.”

Allora mi chiedo chi, nella nostra società, capirà ancora un Papa che si espone per il diritto alla parità delle donne quando riguarda la società civile, ma che all’interno della Chiesa, per ragioni dottrinali, di fatto nega questa uguaglianza? Non basta rivolgersi pastoralmente alle persone queer e omosessuali, e poi non cambiare nulla nel proprio insegnamento discriminatorio. È tempo di riconoscere che i diritti umani in questione corrispondono anche questi a una “nuova comprensione della verità cristiana”.

Burkhard Hose, katholisch.de, Bonn – 09.12.2020

(tradotto liberamente da don Paolo Zambaldi)

Don Burkhard Hose è un dinamico prete della diocesi di Würzburg (Germania) e una persona impegnata nei confronti di coloro che vivono ai margini della società. Come assistente degli studenti universitari cattolici di Würzburg, accompagna i giovani nel loro percorso dal 2008. Inoltre don Hose lavora senza posa in favore di gruppi che si battono per chi è emarginato, rifugiato o richiedente asilo. Egli fa parte infatti del Consiglio per i rifugiati, dell’Alleanza per il coraggio civile di Würzburg ed è membro del comitato che si occupa, nella città di Würzburg, della difesa dei diritti civili contro le discriminazioni. Nel 2014 ha ricevuto il Premio per la pace di Würzburg per il suo grande impegno sociale.

Articolo originale: 

https://www.katholisch.de/artikel/27896-wo-die-kirchenlehre-menschenrechte-bricht?fbclid=IwAR0z_t8AJa9ZdLLiOotmPN8GACh4AeF6ipxepGmB8u5osUE210NSnRFB_XU

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