lunedì, Novembre 18, 2024

La Chiesa è libera nella misura in cui è povera (don Paolo Zambaldi)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).
1.La povertà come elemento costitutivo di una Chiesa libera.
La costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa dice:
“Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa e chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza. (…) quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria terrena, bensì per diffondere, anche col suo esempio, l’umiltà e l’abnegazione.”(LG n.8)
Dunque la scelta della povertà, non è una scelta demagogica o ideologica, ma evangelica, scritta nel cuore dello stesso Vangelo. La povertà infatti, manifesta la gratuità della salvezza di Dio e la modalità per attuarla. Scrive S.Paolo ai cristiani di Corinto:
“Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.”(2 Cor 8, 9)
2.Tuttavia l’amore e la scelta preferenziale per i poveri non bastano. Il primo atto di solidarietà con i poveri diventa la conoscenza dei meccanismi perversi che generano le sofferenze e il serio impegno/coraggio per correggerli…
Le improvvisazioni sentimentali e il “volontarismo” emotivo non bastano: occorre impegno, competenza e studio. Si comprenderà allora che le cause di tante situazioni disumane non sono una fatalità, un destino, “un caso”…
È su tale impegno che il Signore interpella oggi la sua Chiesa!
Ne consegue che le nostre comunità cristiane:
Devono promuovere una strategia nuova di una presa di coscienza diversa, di educazione alla giustizia e alla carità, di stimolo alla partecipazione.
Devono stimolare una formazione politica seria per il nostro popolo, senza la quale i poveri si trasformeranno in massa manovrabile da parte di coloro che hanno in mano le leve del potere economico politico e culturale… e che magari si proclamano “cristiani”.
L’amore della Chiesa povera per i poveri va dunque molto oltre il dovere della benevolenza/filantropia e dell’elemosina: esso esige che camminiamo con loro, che facciamo nostri i loro problemi e le loro speranze!
(don Paolo Zambaldi)

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