In un momento di sconforto per la seconda ondata di pandemia mi ha raggiunto, timido raggio di sole nella nebbia dell’anima, la notizia (riportata anche sull’Osservatore Romano del 23 ottobre 2020) che la Penitenzieria apostolica (una specie di Ministero della Giustizia della Chiesa cattolica) estende a tutto il mese di novembre 2020 la possibilità di applicare ai defunti l’indulgenza plenaria (dunque non il perdono dei peccati mortali e veniali, che dipende dal pentimento del soggetto in questione, ma la cancellazione di tutte le pene che lo stesso soggetto, prima di entrare in paradiso, dovrebbe scontare in purgatorio per riparare i peccati commessi in vita).
Il cardinale Mauro Piacenza e il “reggente” monsignor Christophorus Nykiel rassicurano, nella forma ufficiale e solenne del “Decreto”, «su speciale mandato di Sua Santità Papa Francesco», che – anche per esaudire «non poche suppliche di Sacri Pastori» pervenute negli ultimi tempi – «l’Indulgenza plenaria per quanti visitino un cimitero e preghino per i defunti anche soltanto mentalmente, stabilita di norma solo nei singoli giorni dal 1° all’8 novembre, può essere trasferita ad altri giorni dello stesso mese fino al suo termine. Tali giorni, liberamente scelti dai singoli fedeli, potranno anche essere tra loro disgiunti». Anzi, «gli anziani, i malati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ad esempio a causa di restrizioni imposte dall’autorità competente per il tempo di pandemia, onde evitare che numerosi fedeli si affollino nei luoghi sacri, potranno conseguire l’Indulgenza plenaria purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti, ad esempio le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei Defunti, il Rosario Mariano, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti più care ai fedeli, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita».
Inoltre, «poiché le anime del Purgatorio vengono aiutate dai suffragi dei fedeli e specialmente con il sacrificio dell’Altare a Dio gradito (cfr. Concilio di Trento, Sess. XXV, decr. De Purgatorio), tutti i sacerdoti sono vivamente invitati a celebrare tre volte la Santa Messa il giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, a norma della Costituzione Apostolica Incruentum Altaris, emessa da papa Benedetto XV, di venerata memoria, il 10 agosto 1915».
Come non ringraziare per tanta generosità cardinali e monsignori dell’organismo ecclesiale? Ma come non esprimere un senso di tenerezza per tanta ingenuità? Teologi e filosofi ci arrabattiamo per capire se, oltre all’universo fisico, si può parlare di una dimensione divina; se questa dimensione divina abbia tratti personali o sia totalmente anonima; se l’ipotesi di una qualche divinità buona e potente possa conciliarsi con la marea di sofferenza di uomini e altri viventi; se dopo la morte di una persona se ne possa ammettere una qualche forma di sopravvivenza… e questi beatissimi padri, in compunta e convinta serietà (?), discettano su come possono mantenere in purgatorio o liberare le anime dei nostri fratelli defunti.
Posso dirlo con sincerità? Provo santa invidia per questi credenti che hanno tutto chiaro come davanti a uno schermo, dalle figure più imponenti ai dettagli più trascurabili! Da Lutero a Küng, a Drewermann, a Luigi Lombardi Vallauri, a Ortensio da Spinetoli… per loro non è successo nulla. Siamo appena usciti dal Medioevo e dobbiamo solo evitare qualche piccola esagerazione (tipo rogo di Giordano Bruno o processo alle donne sospette di stregoneria): per il resto, tutto ok.
Sino al 30 novembre (mi raccomando: dal 1° dicembre non più!) chi fa celebrare una messa in memoria di un genitore o di una sorella o di un amico potrà “lucrare” per lui/lei la remissione delle pene oltremondane. Queste sì che sono buone notizie in tempo di Covid-19!
Augusto Cavadi, Filosofo e saggista, Augusto Cavadi dirige a Palermo la “Casa dell’equità e della bellezza”
https://www.augustocavadi.com/2020/11/la-beata-ingenuita-indulgenze-in.html