40407 MADRID-ADISTA. «Le dichiarazioni del presidente Jair Bolsonaro nel discorso fatto alla, 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, praticamente tutte, sono solo bugie. Sono immensamente arrabbiato e indignato, ho quasi pianto quando ho sentito il discorso del presidente della Repubblica che incolpava le popolazioni indigene e fluviali per il fuoco che si sta diffondendo attraverso il Pantanal (immensa pianura alluvionale, ndr) e l’Amazzonia. Questa accusa e diabolica, non possiamo tacere. E una bugia spietata e sfacciata, ancora una volta gli indigeni sono vittime, ora sono ritenuti responsabili degli incendi».
Parla fuori dai denti Erwin Kräutler, vescovo emerito di Xingu, nell’intervista rilasciata a Religión Digital, principale portale spagnolo sull’informazione religiosa, e pubblicata il 26 settembre. E incredulo, «non può essere che gli indigeni siano considerati persone di seconda classe! ». Come Chiesa, «abbiamo l’obbligo, la missione di vegliare, di combattere, perché i popoli indigeni possano vivere e vivere con dignità», bisogna «creare la consapevolezza che sono nostri fratelli e hanno il diritto di vivere».
«Accusare semplicemente le popolazioni indigene e rivierasche (riberinhos), i caboclos come li chiama lui, accusarli dell’incendio in Amazzonia – insiste il vescovo, riferendosi al discorso del presidente brasiliano Jair Bolsonaro all’Onu – e la più grande assurdità immaginabile. Con tanti punti “caldi” che abbiamo oggi in Amazzonia, e che aumenteranno ancora, fra la fine di settembre e il mese di ottobre, e semplicemente inconcepibile parlare cosi. Nel frattempo nel Pantanal, la polizia stessa sta cercando i responsabili, perché questo fuoco non e caduto dal cielo. Quindi, semplicemente, dire che la colpa e degli indigeni e dei riberinhos che abitano lungo il fiume e assurdo! Per l’amor di Dio, questo grida al cielo! ». Un’«altra assurdità» riguarda l‘affermazione di Bolsonaro sulla produzione di cereali: e vero che il Brasile li sta producendo, ma non giungono ai brasiliani. «Nessuno dice – si indigna Krautler – che questi cereali vengono esportati e sono usati come mangime per bovini e suini in Europa, mentre in Brasile manca il cibo, c’e gente che gia sta morendo di fame». «Semplicemente non accetto che da parte del Presidente della Repubblica, davanti al mondo, ci siano tante bugie», ripete.
«L’anti-indigenismo di Bolsonaro era gia evidente nella sua campagna elettorale», quando diceva che «non avrebbe delimitato un metro quadrato per le popolazioni indigene. Questa guerra anti-indigena sta diventando sempre più determinata. Quando ha posto il veto all’acqua per le popolazioni indigene, quando non ha consentito loro l’accesso ai servizi medici più elementari, ci siamo molto allarmati. I popoli indigeni sono i primi abitanti di questa terra e trattarli in questo modo e triste», «non ho più parole».
Quello che interessa a Bolsonaro, spiega, e «che i popoli indigeni perdano la loro identità, rinuncino alla loro identità». «Secondo la Costituzione federale, all’articolo 232, gli indigeni hanno diritto alle loro terre ancestrali», premette il vescovo. «Nel momento in cui abdicano, rinunciano alla loro identità – argomenta – diventano, scusate l’espressione, “brasiliani comuni” e non hanno diritto a terre specifiche per se stessi. C’e uno status speciale per loro, la loro cultura, la loro lingua». Nel momento in cui «non appartengono più a un popolo differenziato, a una cultura differenziata», «tutte le aree indigene possono venire aperte allo sfruttamento, e quello che vuole Bolsonaro e aprire allo sfruttamento l’intera Amazzonia».
«Se gli indigeni devono rinunciare alla loro identità» cadono nella «forma della più grande povertà», perché e un «assalto all’essenza, al cuore di un popolo. Questo, non possiamo ammettere che ciò accada», afferma, «dobbiamo lottare proprio perché gli indigeni abbiano il diritto di essere il popolo che sono, con il loro nome, la loro cultura, la loro terra ancestrale che abitavano centinaia di anni fa».
La Chiesa deve intervenire concretamente per proteggere la dignità dei popoli indios». Con il Sinodo per l’Amazzonia (6-27 ottobre 2019) la Chiesa ha stretto con essi un’alleanza. «Questa alleanza – secondo Krautler – non dovrebbe essere semplicemente di organizzazioni pastorali, come CIMI o REPAM. Tutte le diocesi del Brasile devono farsi carico di questa causa (…). Anche il Papa, quando ha convocato il Sinodo il 15 ottobre 2017, ha voluto che il focus specifico fosse sui popoli indigeni». «Poiché il Vangelo che proclamiamo – spiega – e il Vangelo della vita, non possiamo annunciare il Vangelo ai morti. Pertanto, la prima cosa e la lotta, la nostra lotta, la nostra difesa della vita delle popolazioni indigene in tutto il Brasile e nel mondo». «Il mio suggerimento – conclude – e che in tutte le diocesi e prelature dovrebbe si dia vita a un organismo che si occupi delle popolazioni indigene».