Papa Francesco è a favore di una protezione legale delle unioni omosessuali. Il teologo morale Martin M. Lintner vede in essa un ripensamento del magistero ed è curioso di sapere a quali conseguenze queste affermazioni porteranno all’interno della Chiesa – anche per quanto riguarda il tema delle benedizioni delle coppie omosessuali.
Martin M. Lintner, professore di teologia morale dello Studio Accademico Teologico di Bressanone (Alto Adige), spiega in un’intervista perché i precedenti motivi di rifiuto dell’omosessualità praticata non sono più sostenibili.
Domanda: Il Papa si è esposto, a livello di diritto civile, a favore di un’unione ufficiale e riconosciuta per le persone omosessuali. È sorpreso da queste affermazioni, signor Lintner?
Lintner: All’inizio sono rimasto sorpreso. Anche se Papa Francesco ha spesso parlato con rispetto degli omosessuali, ha sempre chiarito che vede una differenza tra le coppie eterosessuali e quelle omosessuali. In “Amoris laetitia”, per esempio, ha sottolineato che le unioni tra persone dello stesso sesso non devono essere equiparate al matrimonio. Dunque, dopo tutto, il Vaticano si è più volte pronunciato contro il riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Ecco questo ha attirato la mia attenzione.
Domanda: E in un secondo momento cosa ha pensato?
Lintner: In seguito ho pensato che papa Francesco è piuttosto rigoroso/chiaro nel suo ragionamento. Egli prende in considerazione gli omosessuali con i loro desideri, bisogni e speranze, ma anche con le loro ferite. Se egli apprezza e rispetta queste persone, è anche coerente che egli riconosca e comprenda il loro desiderio di vivere in coppia – e non vede, nel solo orientamento sessuale, alcuna ragione per cui non dovrebbero soddisfare questo desiderio.
Domanda: Come si inseriscono le affermazioni di Francesco nella linea del suo pontificato?
Lintner: Esse esprimono ancora una volta il suo desiderio di rivolgersi alla gente. Non parte più dalla dottrina cattolica e non giudica più le persone solo in base alla loro conformità o meno ad essa. Prima di tutto prende in considerazione l’essere umano con i suoi bisogni e con i suoi sforzi volti a costruire la sua vita in modo responsabile. Lo aveva già chiarito nell’esortazione post-sinodale “Amoris laetitia”: anche lì si cercava di vedere quale fosse la realtà della vita di una persona, e come essa tentasse di vivere meglio che poteva rispettando le sue conoscenze e la sua coscienza… Emergeva così chiaramente che non si trattava solo di rispettare delle norme. Questa valutazione riguarda tutte le persone – anche quelle con un orientamento omosessuale.
Domanda: Cosa pensa che abbia fatto capire questo al Papa?
Lintner: Il Papa si era già espresso in passato a favore della tutela giuridica delle unioni omosessuali. Credo che abbia preso a cuore le esperienze dolorose di molti omosessuali. Infatti quando ora parla del loro legittimo desiderio di avere una famiglia o di vivere il loro amore come coppia, ciò è certamente dovuto anche all’incontro con persone che gli hanno rivelato i loro bisogni: persone che gli hanno fatto sentire il peso di non poter vivere una relazione stabile e la sofferenza dell’emarginazione sociale quando essa si verificava. Papa Francesco ha riconosciuto dunque come giusto il bisogno di una persona omosessuale ad avere una relazione duratura. Per questo motivo egli dice che noi, come Chiesa, dovremmo lavorare per renderla possibile e per questo fa riferimento al riconoscimento delle unioni a livello civile. In molti Paesi questo diritto è già stato regolato dalla legge, anche contro l’opposizione della Chiesa, ma dove questo non è ancora avvenuto, egli dice, la Chiesa dovrebbe rinunciare alla sua opposizione. Come ho già detto: penso che sia un passaggio logico. Francesco sta così progredendo come altri vescovi prima di lui hanno fatto. Questo progredire ha due aspetti: uno lo vedo legato alla sua sensibilità personale. L’altro, lo vedo come un segno importante che ci dice che, a livello del magistero ,sta avvenendo un ripensamento riguardo questa materia.
Domanda: Papa Francesco parla qui come capo della Chiesa o come privato?
Lintner: Il Papa non parla mai come persona privata. D’altro canto, bisogna fare una distinzione: non tutte le dichiarazioni del Papa hanno un’immediata autorità dottrinale. Dunque, solo con una dichiarazione in un’intervista non cambia l’insegnamento ufficiale della Chiesa riguardo all’omosessualità. Ma la cosa decisiva per me in questo caso è che il Papa, in quanto massima autorità della Chiesa, mostri una consapevolezza molto chiara del problema, dicendo che la Chiesa deve difendere anche i diritti degli omosessuali. Finora la linea ufficiale era stata quella di lottare unicamente contro la discriminazione delle persone sulla base del loro orientamento sessuale. La difesa dei loro diritti va oltre questo.
Domanda: Come si possono coniugare le dichiarazioni del Papa con ciò che la Chiesa insegna ufficialmente?
Lintner: Francesco va chiaramente oltre l’insegnamento tradizionale della Chiesa. Quando dice che la Chiesa deve difendere i diritti di queste persone e dunque anche il fatto che possano essere riconosciute le loro unioni civili, è implicito che permette anche a queste persone di vivere un’unione intima. La Chiesa non potrà più così facilmente considerarlo un peccato. Non si può infatti pretendere un riconoscimento legale per qualcosa che si rifiuta in “in” e “per” sé stessi e che si condanna come peccato. Da questo punto di vista, sta già facendo un significativo passo avanti.
Domanda: Si tratta allora di un passo indietro rispetto ad un’argomentazione, in punta di diritto naturale, in ambito di morale sessuale? Quella secondo cui ogni atto sessuale che non è finalizzato alla procreazione deve essere respinto?
Lintner: Il Concilio Vaticano II ha già fatto questo passo. Altrimenti Paolo VI non avrebbe potuto considerare moralmente ammissibile la cosiddetta contraccezione naturale. I Padri conciliari hanno anche riconosciuto che un matrimonio non fecondo non perde la sua dignità. L’intimità sessuale, nonostante l’infertilità biologica è positivamente apprezzata come espressione d’amore tra i partner. Il Concilio ha fatto un cambiamento epocale: si è passati da una legge naturale basata sulla biologia, ad una comprensione personale/relazionale del matrimonio. Così l’argomento secondo cui l’assenza di una fertilità biologica costituirebbe un divieto alla sessualità come espressione d’amore, diventa discutibile. Inoltre, ora sappiamo che la sessualità ha più funzioni della semplice fertilità a livello biologico, per esempio riteniamo vero che attraverso di essa si formi un legame e si rafforzi un rapporto. Se la sessualità è realmente intesa in modo coerente e cioè come il linguaggio fisico dell’amore tra due persone (in cui la fertilità è naturalmente una dimensione), essa non perde la sua dignità a causa dell’ infertilità. Alla luce di questo si può sostenere che, in modo simile, una relazione omosessuale non perde la sua dignità a causa della mancanza di fertilità.
Domanda: La Chiesa fa riferimento spesso a citazioni bibliche nel suo rifiuto dell’omosessualità. Come bisogna porsi?
Lintner: La Chiesa deve prendere sul serio il fatto che le affermazioni bibliche sull’omosessualità, dal punto di vista odierno e dell’esegesi più accreditata, non possono più essere il fondamento per condannare le unioni omosessuali. In primo luogo, dobbiamo premettere che gli autori biblici non sapevano nulla dell’esistenza di un orientamento omosessuale e quindi hanno ipotizzato che sono persone eterosessuali che agiscono “omosessualmente”. In secondo luogo, in S.Paolo in particolare, ma anche già nell’Antico Testamento, l’omosessualità è usata come metafora dell’idolatria e del culto degli dei stranieri. E in terzo luogo, nella Bibbia l’omosessualità è sempre stata vista nel contesto dei ruoli sociali ricoperti dall’uomo e della donna (struttura patriarcale). Infatti la Bibbia proibisce all’uomo di assumere un ruolo subordinato, un ruolo “da donna”. Con queste conoscenze di base, questi passaggi non sono sufficienti a fondare un rifiuto o una condanna delle unioni omosessuali.
Domanda: Ciò significa che, ai suoi occhi, l’atteggiamento precedente nei confronti degli omosessuali in gran parte della Chiesa non è più sostenibile dopo queste dichiarazioni del Papa?
Lintner: Se si riconosce che la sessualità ha una molteplicità di significati, allora bisogna anche fare il passo successivo e riconoscere che molti di questi significati possono essere vissuti anche in una relazione omosessuale – e la mancanza di fertilità biologica da sola non è un argomento sufficiente per condannarla. Inoltre, è tempo di superare le dichiarazioni spesso contraddittorie della Chiesa sull’omosessualità. Da un lato, a queste persone è stata richiesta l’astinenza sessuale, ma dall’altro sono state accusate di non essere in grado di generare… Si è preferito accusarli di essere promiscui o incapaci di entrare in relazioni stabili. Tali affermazioni sono molto offensive per chi è omosessuale.
Domanda: Crede che ora accadrà qualcosa, un cambiamento concreto?
Lintner: Sono molto curioso di conoscere le conseguenze delle affermazioni di Francesco. Essendo dichiarazioni rilasciate in un’intervista non sono di grande importanza per il magistero. Ma forse metteranno in moto un processo. Un processo che metterà a frutto ciò che è già stato elaborato sul piano teologico-morale, grazie alle conoscenze scientifiche umane e alla ricerca esegetica, ma che non è stato ancora abbastanza preso in considerazione.
Domanda: In pratica, dopo queste affermazioni, la Chiesa può ancora negare una benedizione alle unioni omosessuali?
Lintner: A rigor di logica, no. Mi aspetto un intenso, seppur controverso, dibattito interno alla Chiesa su questa questione. Ma ora considero finito il rifiuto del magistero di entrare in dialogo su su questo tema, grazie anche a ciò su cui si è già teologicamente e moralmente riflettuto. La condanna senza eccezione di una relazione omosessuale come peccaminosa non è, e non potrà essere, l’ultima parola della Chiesa su questa questione.
Intervista a cura di Matthias Altmann
Martin M. Lintner: Nato nel 1972 ad Aldino (Alto Adige), è prete cattolico e membro dell’Ordine dei Servi di Maria. Docente di etica teologica presso lo Studio filosofico-teologico accademico di Bressanone. Già presidente della Associazione europea di teologia cattolica (2013-2015), in italiano ha pubblicato, fra l’altro: La riscoperta dell’eros (EDB, Bologna 2015); Cinquant’anni di Humanæ vitæ (Queriniana, Brescia 2018). (https://de.wikipedia.org/wiki/Martin_M._Lintner)
(liberamente tradotto da don Paolo Zambaldi)
Articolo originale in tedesco: https://www.katholisch.de/artikel/27328-moraltheologe-papst-hat-abwehrhaltung-bei-homosexualitaet-aufgebrochen