domenica, Dicembre 22, 2024

Una riflessione sul documento sull’omosessualità dei vescovi polacchi malato di omofobia

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

I vescovi polacchi, di fronte a un dilagante clima di omofobia sobillato da un governo liberticida, hanno deciso di stare col governo. Hanno cioè partorito una “posizione”, ossia una dichiarazione scritta, in cui non fanno altro che giustificare l’odio, tentando – maldestramente – di dare all’omofobia un respiro sacro.

Sembra impossibile che un documento proveniente dal più alto organo di rappresentanza religiosa di un popolo, fornisca una sponda per politiche discriminatorie e violente.

Eppure, a leggere la Posizione dei Vescovi Polacchi sulla questione LGBT+, si evince che è proprio così. Sono in difficoltà, pèrdono fedeli, cercano sponde politiche. E dunque si offrono come alleati governativi contro un capro espiatorio facile e popolare: le persone omosessuali, bisessuali e transessuali.

Abbiamo provato a tradurre il testo e lo abbiamo sottoposto al parere di alcuni amici.

Don Gianluca Carrega, docente di Nuovo Testamento alla facoltà teologica di Torino, ne esamina i rimandi scritturali.

Gianni Geraci, esperto di lunga data in progetti con persone omosessuali cristiane, ne valuta le indicazioni pastorali.

Da queste letture incrociate emerge un dato chiarissimo: il documento dei vescovi polacchi è frutto di scarsa conoscenza. Non si confronta seriamente nè con le Scritture, nè col Magistero, nè tantomeno con la scienza e la cultura. Propone due uniche fonti ossessivamente ripetute. Una è la lettera della Congregazione per l’Educazione Cattolica “Maschio e Femmina li Creò“.

Gli altri sono alcuni scritti di Giovanni Paolo II (che risulta nominato 15 volte in 24 pagine). Una valanga di citazioni per nascondere il vuoto intellettuale.

Ma l’altro dato che emerge, ancora più grave della stessa ignoranza, è la malafede. I vescovi polacchi si stanno candidando in Polonia nella gestione delle terapie riparative. Ne parlano bene, auspicano l’apertura di centri in cui le si pratichi e si danno disponibili a gestirli.

“In considerazione delle sfide poste dall’ideologia gender e dai movimenti LGBT+, e soprattutto tenendo conto delle difficoltà, sofferenze e lacrime spirituali vissute da queste persone, è necessario creare centri di consulenza (anche con l’aiuto della Chiesa o delle sue strutture) per aiutare le persone che desiderano recuperare la propria salute orientamento sessuale e naturale di genere” (§38).

Tutto ciò sa di mostruoso. Non ci resta che sperare e pregare. Sperare che i cristiani di Polonia si mostrino più avveduti dei loro pastori e, come già stanno in parte facendo, prendano le dovute distanze.

Non ci resta che pregare che Dio liberi la sua Chiesa dall’ignoranza i nostri pastori.

Il testo sull’omosessualità dei vescovi polacchi, un attacco maldestro al documento pontificio “Che cosa è un uomo” di don Don Gian Luca Carrega*

Quanta riflessione onesta e teologicamente equilibrata c’è dentro il documento sull’omosessualità dei vescovi Polacchi? di Gianni Geraci

Posizione della Conferenza episcopale polacca sulla questione LGBT +. Traduzione del documento originale intitolato “Stanowisko Konferencji Episkopatu Polski w kwestii LGBT+” approvato dalla 386° Assemblea generale della Conferenza Episcopale Polacca il 27-29 agosto 2020

 

DI  · Gionata.org10 SETTEMBRE 2020

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