giovedì, Novembre 7, 2024

Chi dice che la democrazia costa troppo, preferisce la dittatura (Peppe Sini)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Di seguito, la sintesi – a cura dello stesso autore – del discorso pronunciato la mattina di sabato 22 agosto 2020 in piazzale Gramsci a Viterbo dal responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”, Peppe Sini

1. Chi dice che la democrazia costa troppo, preferisce la dittatura.

La democrazia rappresentativa e’ una forma di governo che ha molti limiti e puo’ presentare non pochi difetti, ma come disse una volta uno statista inglese, tutte le altre sono peggiori.

In Italia la sovranita’ appartiene al popolo che la esercita votando le proprie istituzioni elettive: e l’unica istituzione elettiva per cui vota l’intero popolo e’ il parlamento.

Il parlamento e’ quindi l’istituzione in cui concretamente si realizza la sovranita’ del popolo nell’ordinamento giuridico italiano.

Mutilare il parlamento significa mutilare la sovranita’ popolare.

E’ costosa la democrazia? Certo. E’ costoso il parlamento? Certo. Vi sono degli abusi? Certo. Sono possibili dei risparmi? Certo. Ma l’alternativa alla democrazia e al parlamento e’ la dittatura, che apparentemente costa di meno: solo la liberta’ di tutte e tutti noi. L’ultima dittatura che il nostro paese ha conosciuto e’ costata tra altri orrori decine di milioni di morti provocati dalle guerre fasciste.

Noi preferiamo la democrazia. Noi preferiamo il parlamento. Noi preferiamo salvare le vite umane. Noi preferiamo la rappresentanza e la sovranita’ popolare.

Per questo occorre votare “NO” al referendum del 20-21 settembre.

*

2. Chi ieri diceva che i governanti fanno tutti schifo, ora governa da anni, ha imposto antileggi naziste, e con la sua irresponsabilita’ ed improntitudine ha contribuito a provocare la morte di decine di migliaia di persone innocenti nel corso dell’epidemia.

La cosiddetta “antipolitica” che tanto consensi ha ricevuto nelle ultime elezioni politiche e regionali e’ gia’ intimamente fascista e disumana.

I signori giunti al potere con l'”antipolitica” hanno imposto le antileggi razziste e antiumane fino ad arrivare al tentativo di impedire di soccorrere i naufraghi in pericolo di morte. Se non e’ fascismo questo, non sappiamo cosa sia fascismo. Se non e’ barbarie questa, non sappiamo cosa sia barbarie.

Successivamente, dinanzi all’epidemia, l’insipienza e l’irresponsabilita’ dei governanti “antipolitici” centrali e regionali hanno avuto come esito una lunga sottovalutazione, un ritardo negli interventi, un cumulo di errori e carenze tali che decine di migliaia di persone sono morte, moltissime delle quali potevano essere salvate da interventi tempestivi e adeguati, gli interventi che i signori antipolitici del governo centrale e dei governi regionali razzisti non hanno saputo o voluto realizzare in tempo e nella misura necessaria.

Non solo: con il delirante narcisismo e il grottesco egotismo tipico dei dittatori nel corso dell’epidemia il governo centrale ha esautorato il parlamento abusando ripetutamente dello strumento del Decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm): da mesi e mesi sono in corso in Italia prove tecniche di deriva verso la dittatura, mentre si continua a morire per primaria responsabilita’ di chi ci governa.

La riforma voluta da partiti razzisti, golpisti e stragisti e’ l’ennesimo passo verso il baratro del regime dell’anomia e della violenza.

Per questo occorre votare “NO” al referendum del 20-21 settembre.

*

3. Mutilare il Parlamento significa indebolirlo fino a prostituirlo al governo (ed ai palesi ed occulti burattinai che il governo manovrano in quanto padroni delle forze politiche antidemocratiche che lo compongono): cosi’ violando la divisione, l’equilibrio e il controllo dei poteri.

Nell’ordinamento giuridico italiano, nel nostro stato di diritto, nella Costituzione democratica e antifascista, la chiave di volta e’ la separazione dei poteri: il parlamento fa le leggi, il governo ha il potere esecutivo, la magistratura esercita la funzione giudiziaria; questi tre poteri sono separati, devono essere in equilibrio, devono essere sottoposti a reciproci controlli, altrimenti e’ la dittatura.

Inoltre il Parlamento e’ l’unico di questi tre poteri eletto direttamente dal popolo sovrano.

Mutilando il parlamento (gia’ enormemente indebolito dalle leggi elettorali imposte in questi ultimi decenni che sempre piu’ lo hanno ridotto a bivacco di manipoli) si accresce il potere dell’esecutivo, che gia’ ne ha enormemente abusato, e si prepara la dittatura.

Per questo occorre votare “NO” al referendum del 20-21 settembre.

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4. La riforma e’ un’aggressione alla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.

E quindi la riforma costituzionale imposta dagli ultimi due governi (la cui continuita’ e’ dimostrata dall’essere rappresentati dal medesimo presidente del consiglio dei ministri) e’ anche un’ennesima aggressione alla Costituzione, cosi’ come le analoghe riforme costituzionali che volevano imporre prima Berlusconi e poi Renzi.

Cosi’ come furono respinte con il referendum sia la riforma Berlusconi nel 2006, sia la riforma Renzi del 2016, occorre adesso respingere la riforma Conte-Salvini-Di Maio.

Diciamo NO all’antiparlamentarismo.

Diciamo NO al fascismo.

Diciamo NO alla barbarie.

Per questo occorre votare “NO” al referendum del 20-21 settembre.

 

 

Peppe Sini, Adista23/08/2020

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