Lettera di 152 vescovi brasiliani: Bolsonaro ha fallito, cambiamo rotta
Netta presa di posizione di una buona metà dei presuli del Brasile, che chiedono alla società civile e ai movimenti sociali di aprire un dialogo nazionale nel segno dell’unità e della pluralità di voci. «Svegliamoci dal sonno che ci immobilizza e ci rende semplici spettatori della realtà di migliaia di morti e della violenza che ci affligge»
Una lettera in 16 punti, rivolta al “Popolo di Dio”, che dà una lettura precisa della difficile situazione politica e sociale del Brasile, peggiorata dal Covid-19, che chiama in causa le responsabilità del presidente Jair Bolsonaro e delle sue politiche neoliberiste, e che propone si apra un ampio dialogo nazionale «per ripristinare il rispetto della Costituzione federale e dello stato di diritto».
L’hanno scritta 152 vescovi del Brasile (grosso modo la metà dei presuli impegnati nello stato latinoamericano), che sottolineano di non aver altro obiettivo che quello di costruire una società, giusta, fraterna e solidale. Ma che per fare questo è necessario aver chiaro quali sono i maggiori problemi, a cominciare dalle incapacità e le debolezze di un governo che con le sue “riforme” ha peggiorato la vita dei poveri.
Il testo è in totale sintonia e continuità con pronunciamenti del presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) e con il Patto per la Vita e la Democrazia (pubblicato l’aprile scorso e sottoscritto da molte organizzazione della società civile) a cui la Cnbb ha aderito ufficialmente. I 152 vescovi si attendono che la lettera sia valutata dal Consiglio permanente della Cnbb, e così sia assunta ufficialmente dalla Conferenza episcopale, in un processo di unione e discernimento collettivo e istituzionale.
Trattandosi di una lettera che abbina i toni profetici con l’analisi socio-economica, Nigrizia ritiene debba essere conosciuta e, perché no, sostenuta dalla Chiesa e dalla società italiane. Ecco i 16 punti.
Al popolo di Dio
22 luglio 2020, festa di Santa Maria Maddalena, “Apostola degli Apostoli”
Popolo di Dio, a voi, grazia e pace, da Dio, nostro Padre, e dal nostro Signore Gesù Cristo (Ef 1,2). Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10, 10).
1. Siamo vescovi della Chiesa cattolica, di varie regioni del Brasile, in profonda comunione con papa Francesco e il suo magistero e in piena comunione con la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), che nell’esercizio della sua missione evangelizzatrice, si pone sempre in difesa dei più piccoli, giustizia e pace.
Abbiamo scritto questa Lettera al Popolo di Dio, sfidati dalla gravità del momento in cui viviamo, sensibili al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa, come un servizio a tutti coloro che desiderano vedere superata questa fase di così tante incertezze e tanta sofferenza.
2. Evangelizzare è la missione della Chiesa ereditata da Gesù, ed è consapevole che “evangelizzare è rendere presente il Regno di Dio nel mondo” (La Gioia del Vangelo, 176).
Sappiamo con chiarezza che “lo scopo del Vangelo non è solo una relazione personale con Dio. La nostra risposta d’amore non dovrebbe essere intesa come una semplice somma di piccoli gesti personali a favore di alcuni individui bisognosi […], o una serie di azioni intese solo a calmare la propria coscienza. La proposta è il Regno di Dio […] (Lc 4,43 e Mt 6,33)” (La Gioia del Vangelo, 180). Da qui nasce la comprensione che il Regno di Dio è un dono, un impegno e un obiettivo.
3. È in questo orizzonte che ci posizioniamo in relazione all’attuale realtà in Brasile. Non abbiamo interessi politici, economici, ideologici o di altro tipo. Il nostro unico interesse è il Regno di Dio, presente nella nostra storia, mentre avanziamo nella costruzione di una società strutturalmente giusta, fraterna e solidale, come una civiltà dell’amore.
4. Il Brasile attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia, uguale ad una ‘tempesta perfetta’ che, dolorosamente, deve essere attraversata. La causa di questa tempesta è la combinazione di una crisi sanitaria senza precedenti, con un crollo schiacciante dell’economia e la tensione che ha colpito le fondamenta della Repubblica, causata in larga misura dal presidente della Repubblica e da altri settori della società, con conseguente profonda crisi politica e di governabilità.
5. Questo scenario di contradizioni pericolose, che mettono alla prova il nostro paese, richiede alle sue istituzioni, ai dirigenti e alle organizzazioni civili dialogo piuttosto che discorsi ideologici chiusi. Siamo chiamati a presentare proposte e patti oggettivi, al fine di superare le grandi sfide, a favore della vita, particolarmente dei segmenti più vulnerabili ed esclusi, in questa società strutturalmente disuguale, ingiusta e violenta. Questa realtà non ci può lasciare indifferenti.
6. È dovere di coloro che difendono la vita di posizionarsi chiaramente in relazione a questo scenario. Le scelte politiche che ci hanno portato fin qui e la corruzione che propone compiacenza di fronte agli eccessi del governo federale, non giustificano l’inerzia e l’omissione nella lotta contro i mali che hanno colpito il popolo brasiliano.
Mali che se abbattono anche sulla Casa Comune, costantemente minacciata dall’azione senza scrupoli di deforestatori, minatori, cercatori di oro, proprietari terrieri e altri difensori di uno sviluppo che disprezza i diritti umani e quelli della madre Terra. “Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato. Anche le ferite causate alla nostra madre terra ci fanno sanguinare.” (Papa Francesco, Lettera al presidente della Colombia in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, 06/05/2020).
7. Tutti, persone e istituzioni, saremo giudicati per le azioni o omissioni in questo momento molto serio e sfidante. Stiamo assistendo sistematicamente a discorsi anti-scientifici, che cercano di “normalizzare” il flagello delle migliaia di morti di Covid-19, trattandolo come il risultato del caso o della punizione divina. La confusione socioeconomica che si prospetta, la disoccupazione e la carestia che sono proiettati per i prossimi mesi e gli accordi politici mirano a mantenere il potere a ogni costo. Questo discorso non si basa su principi etici e morali, né sostiene il confronto con la tradizione e la dottrina sociale della Chiesa, seguendo Colui che è venuto “affinché tutti abbiano la vita e l´abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10).
8. Analizzando lo scenario politico, spassionatamente, percepiamo chiaramente l’incapacità e la debolezza del governo federale di affrontare queste crisi. Le riforme del lavoro e della sicurezza sociale, intese a migliorare la vita dei più poveri, si sono rivelate insidie che hanno reso ancora più precarie la vita delle persone. È vero che il Brasile ha bisogno di misure e riforme serie, ma non come quelle che sono state fatte, i cui risultati hanno peggiorato la vita dei poveri, non proteggono i più vulnerabili, approvando l’uso di pesticidi, precedentemente vietato, allentato il controllo della deforestazione e, quindi, non ha favorito il bene comune e la pace sociale. È insostenibile un’economia che pratica il neoliberismo, che favorisce il monopolio di piccoli gruppi potenti a scapito della stragrande maggioranza della popolazione.
9. L’attuale sistema governativo non pone al centro la persona umana ed il bene di tutti, ma difende con intransigenza gli interessi di una “economia che uccide” (La Gioia del Vangelo, 53), centrata sul mercato e redditizia ad ogni costo. Pertanto, viviamo con l’incapacità e l’incompetenza del governo federale di coordinare le sue azioni, aggravate dal fatto che si oppone alla scienza, agli stati e ai comuni, ai poteri della Repubblica; per avvicinarsi al totalitarismo e usare dispositivi discutibili, come sostenere e incoraggiare atti contro la democrazia, allentare le leggi sul traffico e l’uso delle armi da fuoco da parte della popolazione, e le leggi sul traffico, e ricorrere alla pratica di azioni di comunicazione sospette, come notizie false, che mobilitano una massa di seguaci radicali.
10. Ci spaventa anche il disprezzo per l’istruzione, la cultura, la salute e la diplomazia. Questo disprezzo è visibile nelle manifestazioni di rabbia verso l’educazione pubblica; nel fare appello alle idee oscurantiste; nella scelta dell’educazione come nemico; nei successivi e grossolani errori nella scelta dei ministri dell’Istruzione e dell’ambiente e del segretario alla cultura; nell’ignoranza e nella critica dei processi pedagogici di importanti pensatori del Brasile; nella ripugnanza alla coscienza critica e alla libertà di pensiero e di stampa; nella squalifica delle relazioni diplomatiche con diversi paesi; nell´indifferenza davanti al fatto che il Brasile occupa uno dei primi posti in numero di infettati e uccisi dalla pandemia senza nemmeno avere un ministro a pieno titolo nel ministero della Salute; nell’inutile tensione con le altre entità della Repubblica per coordinare la lotta contro la pandemia; nella mancanza di sensibilità verso i parenti delle persone uccise dal nuovo coronavirus e dagli operatori sanitari, che si ammalano negli sforzi per salvare delle vite.
11. Sul piano economico, il ministro dell’economia disdegna i piccoli imprenditori, responsabili della maggior parte dei posti di lavoro nel paese, privilegiando solo grandi gruppi economici, concentratori di reddito e gruppi finanziari che non producono nulla. La recessione che ci perseguita può far sì che il numero di disoccupati superi i 20 milioni di brasiliani. Vi è una brutale discontinuità nell´applicazione delle risorse per le politiche pubbliche nel campo dell’alimentazione, dell’istruzione, dell’edilizia e della generazione di reddito.
12. Chiudendo gli occhi sugli appelli di entità nazionali e internazionali, il governo federale dimostra omissione, apatia e rifiuto della parte più povera e più vulnerabile della società, vale a dire: indigeni, afro, comunità che vivono lungo il fiume, le popolazioni delle periferie urbane, dei caseggiati popolari e il popolo che vive nella strada, a migliaia, in tutto il Brasile. Questi sono i più duramente colpiti dalla nuova pandemia di coronavirus e, sfortunatamente, non vedono una misura efficace che li porterà a sperare di superare la crisi sanitaria ed economica che viene loro imposta crudelmente. Il presidente della Repubblica, pochi giorni fa, nel Piano di emergenza per la lotta contro il Covid-19, approvato dai deputati federali e dai senatori, scusandosi per il fatto che non vi erano previsioni di bilancio, ha proibito, nei territori indigeni, afro e comunità tradizionali, l’accesso all’acqua potabile, al materiale igienico, alla fornitura di letti ospedalieri e di terapia intensiva, di ventilatori e di macchine per l’ossigenazione del sangue. (Cfr. Presidenza CNBB, Lettera aperta al Congresso Nazionale, 13/07/2020)
13. Perfino la religione è usata per manipolare sentimenti e credenze, provocare divisioni, diffondere odio, creare tensioni tra le Chiese e i loro dirigenti. Va sottolineato quanto sia dannosa qualsiasi associazione tra religione e potere nello stato laico, in particolare è perniciosa l’associazione tra gruppi religiosi fondamentalisti e il mantenimento del potere autoritario. Come possiamo non essere indignati per l’uso del nome di Dio e della sua Santa Parola, mescolati con discorsi e posture pregiudizievoli, che incitano all’odio, invece di predicare l’amore e a legittimare pratiche incompatibili con il Regno di Dio e la sua giustizia?
14. Questo momento è di unità e rispetto della pluralità! Per questo motivo, proponiamo un ampio dialogo nazionale che coinvolga umanisti, persone impegnate nella democrazia, movimenti sociali, uomini e donne di buona volontà, in modo da ripristinare il rispetto della Costituzione federale e dello Stato di diritto democratico, con l’etica nella politica, con trasparenza delle informazioni e della spesa pubblica, con un’economia che miri al bene comune, con giustizia socio-ambientale, con “terra, casa e lavoro“, con gioia e protezione della famiglia, con un’istruzione e una salute complete e di qualità per tutti. Siamo impegnati nel recente “Patto per la vita e per il Brasile”, da parte della Cnbb e delle entità della società civile brasiliana, e in linea con papa Francesco, che invita l’umanità a pensare a un nuovo “patto educativo globale” e alla nuova “Economia di Francesco e Chiara”, oltre a unirci ai movimenti ecclesiali e popolari che cercano alternative nuove e urgenti per il Brasile.
15. In questo tempo di pandemia che ci costringe al distacco sociale e ci insegna una ‘nuova normalità’, stiamo riscoprendo le nostre case e famiglie come la nostra Chiesa domestica, uno spazio di incontro con Dio e con fratelli e sorelle. È, soprattutto, in questo ambiente che deve splendere la luce del Vangelo, il che ci fa capire che questo tempo non è per l’indifferenza, per l’egoismo, per le divisioni o per l’oblio. (cfr Papa Francesco, Messaggio Urbi et Orbi, 12/04/2020)
16. Pertanto, svegliamoci dal sonno che ci immobilizza e ci rende semplici spettatori della realtà di migliaia di morti e della violenza che ci affligge. Con l’apostolo San Paolo, avvertiamo che “la notte sta per finire e il giorno si avvicina; respingiamo le opere delle tenebre e indossiamo l’armatura della luce” (Rm 13:12).
Il Signore vi benedica e vi custodisca. Mostri il suo volto e si compatisca di voi. Volga il Signore lo sguardo su di voi e vi dia la sua pace! (Nm 6.24-26).