domenica, Novembre 24, 2024

L’Unione Europea e i droni Made in Israel (bdsitalia.org)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La UE ha quadruplicato i fondi a disposizione per la militarizzazione delle frontiere, superando nel 2020 la ragguardevole cifra di € 21,3 miliardi (1). L’aumento dei fondi vuole garantire alle proprie agenzie di controllo delle frontiere – in particolare Frontex and EMSA – una loro dotazione militare.

Per anni l’industria militare israeliana ha fatto pressioni per ottenere una parte della spesa multimilionaria dell’UE per la militarizzazione delle frontiere. Il ministero della Difesa israeliano ha annunciato nel 2018 che l’Europa è un “obiettivo significativo per le operazioni di difesa, principalmente in termini di “difese alle frontiere” (2). I risultati stanno finalmente arrivando: Frontex ed EMSA hanno iniziato a usare droni killer israeliani. Dal 2018, € 63.750.000,00 di fondi pubblici dell’UE sono stati utilizzati per finanziare e alimentare direttamente l’economia di guerra di Israele, poiché Frontex ed EMSA stanno militarizzando ulteriormente i confini europei e il mar Mediterraneo con la tecnologia bellica di sorveglianza che Israele ha sviluppato e testato nei brutali assalti di Gaza (3). Nel frattempo, il numero di “barche fantasma” – barche con migranti che sono scomparse senza lasciare traccia nel Mediterraneo – ha continuato ad aumentare. Abbiamo la responsabilità e la possibilità di fermare tutto questo, adesso.

Quale è il problema con i droni israeliani?

I droni della serie Heron (Airone – in ebraico אנפה –  Machaz), della Israeli Aerspace Industries, hanno una storia tristemente famosa di utilizzo contro i palestinesi. Dopo l’operazione Cast Lead (Piombo Fuso), l’assalto israeliano a Gaza tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, un’indagine di Human Rights Watch giunse alla conclusione che dozzine di civili erano stati uccisi con missili lanciati da droni (4).

L’Heron è stato identificato come uno dei principali droni dispiegati in quella operazione militare. L’Hermes 900 della Elbit è un drone d’attacco con un carico utile di 350 kg (5). È stato schierato operativamente per la prima volta durante l’Operazione Margine Protettivo, sempre contro Gaza, nel 2014 (6). Hermes 900 è una versione più grande e avanzata dell’Hermes 450 che è stata utilizzata dall’esercito israeliano per colpire deliberatamente civili a Gaza durante l’assalto israeliano del 2008-2009, secondo Human Rights Watch, l’ONG internazionale con sede a New York (7). Il sito specializzato DroneWatch.eu riferisce che un drone Hermes è stato anche coinvolto nell’uccisione di quattro ragazzi della famiglia Bakr, il 16 agosto 2014, mentre giocavano sulla spiaggia a Gaza (8).

I droni Elbit sono stati anche usati per uccidere civili nella guerra di Israele in Libano nel 2006, inclusi operatori della Croce Rossa, conducenti di ambulanze e dozzine di persone che fuggivano dalle loro case per cercare un rifugio durante l’incessante bombardamento israeliano (9).

Quale è il problema con Israeli Aerospace Industries e Elbit System?

Israel Aerospace Industries è un grande produttore di droni usati dai militari israeliani. I suoi droni sono ampiamente utilizzati durante gli assalti militari israeliani a Gaza. Israel Aerospace Industries è anche un partner chiave nella costruzione del Muro di separazione illegale di Israele.

Secondo il verbale di aggiudicazione dell’appalto pubblicato da FRONTEX nel gennaio 2018, la IAI ha ricevuto € 4,75 milioni per effettuare 600 ore di voli di prova, aggiudicandosi il contratto contro due concorrenti dei paesi dell’UE (10). Elbit Systems fornisce l’85% dei droni utilizzati dall’esercito israeliano (11) e ha sviluppato l’Hermes 900 appositamente per le esigenze dell’esercito israeliano per mantenere Gaza sotto l’attuale disumano assedio (12). Elbit Systems ha ulteriormente sviluppato la tecnologia per il Muro illegale di Israele in Cisgiordania e ha una tradizione di produzione di bombe al fosforo bianco e a grappolo (13).

I droni killer israeliani nella politica anti-migrazione della UE

EMSA (Agenzia europea per la sicurezza marittima)

EMSA ha assegnato alla società militare israeliana Elbit Systems un contratto di 2 anni per il noleggio di droni Hermes 900. I droni Hermes vengono utilizzati nel quadro delle politiche anti-migrazione dell’UE, attuate in collaborazione tra EMSA, FRONTEX ed EFCA (Agenzia europea di controllo della pesca) (14). I droni sono stati utilizzati in Islanda, e sono stati utilizzati in Grecia fino a marzo 2020 (15). Bulgaria, Francia, Gran Bretagna, Lituania, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo hanno chiesto di utilizzare i droni di EMSA per il 2020 (16).

Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera)

Frontex ha speso € 4.750.000,00 per testare il drone militare Heron 1 di Israel Aerospace Industries (17) in Grecia e in Italia, durante il governo Lega – 5 Stelle, per la sorveglianza delle frontiere marittime nel Mar Mediterraneo. Il costo di questo test è arrivato a € 7.916,67 all’ora di volo. Nel corso dello stesso anno, è stato testato anche il drone Falco del gigante italiano delle armi Leonardo – ex Finmeccanica (18). Per i dettagli delle collaborazioni e dei contratti tra queste agenzie e i fornitori si rimanda al sito di Stop The Wall.

Cosa c’è di sbagliato nell’utilizzo dei droni per le funzioni di guardia costiera?

I droni sono un modo efficace per eludere l’obbligo della UE, in base al diritto internazionale, di salvare le vite dei migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo. Secondo un recente articolo di The Guardian (19) “Un tempo i migranti nel Mediterraneo erano salvati dalle navi di controllo. Ora devono temere i droni in volo”. “Non vi è alcun obbligo per i droni di essere equipaggiati con apparati salvagente e condurre operazioni di salvataggio” ha affermato il deputato del partito verde tedesco Erik Marquardt. “Per fare questo c’è bisogno di navi, e le navi sono esattamente ciò che manca al momento”. Ad agosto 2019 il tasso di mortalità per le persone che tentavano di attraversare il Mediterraneo era passato da una media storica del 2% fino al 14%. In totale, sono morti 567 delle presunte 8.362 persone che hanno tentato l’attraversamento nei primi sei mesi dell’anno. Gabriele Iacovino, direttore di uno dei principali gruppi di esperti italiani, il Center for International Studies, ha affermato che il passaggio ai droni è “un modo per spendere soldi senza avere la responsabilità di salvare vite umane”. La sorveglianza aerea senza navi in mare equivale a una “missione navale senza una forza navale” e consiste nell’evitare imbarazzanti dibattiti politici in Europa su cosa fare con i migranti salvati. Oltre ai droni israeliani, l’UE sta operando anche droni europei e testando un nuovo sistema robotico, compresi droni a lungo e corto raggio per la militarizzazione delle frontiere.

In che modo i droni rendono l’UE complice nelle violazioni di Israele?

Israele usa la forza e la tecnologia militare per mantenere il suo sistema di occupazione militare e di apartheid. Le violazioni di Israele del diritto internazionale ed i crimini di guerra durante i suoi frequenti attacchi ai palestinesi sono ben documentati. La Commissione indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite ha dichiarato che le forze israeliane potrebbero aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità usando una forza militare letale contro manifestanti disarmati a Gaza (20).

Le compagnie militari israeliane lavorano in collegamento diretto con le forze armate, fornendo le attrezzature e le armi necessarie per operazioni illegali nel quadro delle aggressioni militari israeliane e della colonizzazione israeliana dei territori palestinesi occupati. Le compagnie militari e di sicurezza israeliane promuovono regolarmente i loro equipaggiamenti come “testati in combattimento” o “testati ini battaglia”, il che significa che sono stati utilizzati nell’occupazione della Cisgiordania o nel blocco di Gaza. Usando i Territori Palestinesi come banco di prova, Israele è diventato un produttore ed esportatore globale leader di droni “testati in combattimento”. Il finanziamento dell’UE per queste società alimenta intrinsecamente la capacità di Israele di commettere i suoi crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale. Ciò rende l’UE e tutti noi complici di tali violazioni. Abbiamo la responsabilità di garantire che il denaro pubblico europeo non venga speso per contratti con società accusate di crimini di guerra. L’UE deve smettere di usare i soldi dei contribuenti per finanziare le compagnie militari israeliane.

24 Maggio 2020

 

(Tradotto e adattato dall’originale pubblicato sul sito della Campagna Stop The Wall – Palestinian Grassroots Anti-apartheid Wall Campaign Thursday March 5, 2020 al link

https://www.stopthewall.org/sites/default/files/StopIsraeliKillerDrones_0.pdf)

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