giovedì, Novembre 21, 2024

Il cristianesimo non nasce con Gesù (Mauro Pesce)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Alla base di questo libro sta la percezione di un’unità sistemica della storia cristiana. 

 

I diversi capitoli convergono a mettere in luce quello che mi sembra il problema centrale del cristianesimo o almeno una delle questioni più rilevanti perché si interroga oggi sul  significato di questa lunga esperienza storica. 

Si tratta di tre realtà differenti e tuttavia profondamente intrecciate: la figura storica di Gesù, la nascita del cristianesimo e la modernità. Tre poli problematici in necessaria relazione sistemica. L’uno non si dà senza l’altro.

La riscoperta della figura storica e dell’ebraicità di Gesù e la conseguente percezione dei processi di discontinuità e continuità tra cristianesimo ed ebraismo sono, infatti, uno degli esiti dell’impatto della modernità sul cristianesimo. 

La ricerca storica ha chiarito ormai senza ombra di dubbio la totale  ebraicità di Gesù. Tutte le sue aspirazioni, il suo modo di agire e di pensare si collocano all’interno della cultura ebraica. Da qui nasce una questione storica di straordinaria rilevanza. Il cristianesimo, infatti, come lo conosciamo dall’inizio del III secolo in poi, pretende di collegarsi legittimamente a Gesù anzi si considera come l’esito voluto da Gesù stesso. Ciò nonostante esso è chiaramente una religione autonoma, staccata dall’ebraismo, anzi in forte opposizione a esso. 

Se dunque Gesù è da considerarsi totalmente all’interno dell’ebraismo, perché e quando nasce il cristianesimo, una religione diversa e anzi in polemica con l’ebraismo? La soluzione che è stata data per secoli a tale questione consiste nell’affermare che Gesù avrebbe criticato a fondo l’ebraismo del suo tempo nei suoi capisaldi teologici ed etici, ponendo in essere una nuova istituzione, la chiesa, da cui scaturisce il cristianesimo sotto la guida dei primi e più vicini discepoli di Gesù. Questa spiegazione appare oggi storicamente inaccettabile. 

Gesù non ha mai criticato l’ebraismo né la sua teologia né la sua visione etica. 

E i  primi gruppi di seguaci di Gesù diedero vita a una molteplice diversità di tendenze, le quali, all’inizio e per lungo tempo rimasero all’interno dell’ebraismo e delle aggregazioni ebraiche della terra di Israele e della diaspora ebraica antica. 

Ormai è chiaro: il cristianesimo non nasce con Gesù e quando prende forma definita appare come una religione distinta dall’ebraismo. 

La straordinaria creazione culturale cristiana si espande, soprattutto nel IV secolo, in molte regioni del Mediterraneo e del Medio Oriente antico, coinvolgendo in seguito anche le popolazioni slave del Nord Europa”.

Mauro Pesce (introduzione al libro Il cristianesimo, Gesù e la modernità, 2018, Carocci editore)

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