«La visita del Segretario di Stato degli USA in Israele non può non destare vivissima preoccupazione in chiunque sia consapevole che qualsiasi violazione della Legalità internazionale, ovunque avvenga, costituisce un pericoloso precedente ed una incombente minaccia per gli assetti internazionali».
È quanto afferma il presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, nel comunicato odierno che accompagna la lettera aperta al mondo politico e ai media (di seguito). «Sarebbe gravissimo – denuncia ancora – se il viaggio di Mike Pompeo volesse essere un segnale di incoraggiamento per le mire di Israele di annettersi la Valle del Giordano, una volta considerato il “cestino del pane” dell’economia palestinese, e delle altre parti dei Territori Palestinesi Occupati sulle quali in totale dispregio delle norme internazionali sono stati costruiti gli insediamenti coloniali da Israele, “potenza occupante” a seguito della guerra del 1967».
La lettera che segue, alla quale hanno aderito importanti componenti della società civile e della politica italiana chiede che le Nazioni Unite e l’Unione Europea «non indugino ulteriormente ma assumano le dovute iniziative diplomatiche per imporre anche ad Israele il rispetto della legalità internazionale».
LETTERA APERTA AL MONDO POLITICO E A QUELLO DELL’INFORMAZIONE
NO ALL’ANNESSIONE DEI TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI!
L’amministrazione USA guidata dal presidente Donald Trump, su consiglio del genero-consigliere, il sionista Jared Kushner, contravvenendo alla Legge e il Diritto internazionale, interviene con il “Piano del secolo” un piano per accelerare l’annessione da parte di Israele di territori palestinesi occupati, quelli dove sorgono gli insediamenti israeliani (illegali per il diritto internazionale) e quelli della Valle del Giordano, territori agricoli vitali per la sussistenza dei palestinesi.
Il 5 marzo l’ambasciatore USA in Israele, il falco David Friedman, dichiarava: «Le colonie e la Valle del Giordano sono importanti per Israele, come è importante la statua della libertà per gli Stati Uniti d’America», sottolineando una volta ancora, se mai ce ne fosse bisogno, la parzialità di questa Amministrazione nei confronti della questione israelo-palestinese.
Di fronte alla politica aggressiva, oppressiva e colonizzatrice del governo israeliano, incoraggiata e sostenuta dall’amministrazione americana, noi, forze della società civile e politica, difensori dei diritti umani e firmatari di questa lettera, esprimiamo la nostra denuncia, la nostra condanna e il nostro rifiuto.
Chiediamo all’Italia, ai paesi europei che hanno espresso la loro contrarietà a questo piano e all’Unione Europea di non limitarsi alle parole, ma di adottare azioni concrete e coraggiose nel rispetto del Diritto internazionale, sospendendo rapporti economici, militari di collaborazione scientifica e tecnologica con lo Stato di Israele, e di applicare sanzioni nei suoi confronti, come fu fatto verso il Sudafrica dell’apartheid.
Non si può continuare ad emettere vane condanne con vane parole di fronte alla tragedia del popolo palestinese, all’esproprio continuo della sua terra, alla violazione e alla negazione dei suoi diritti. Occorrono parole e fatti che portino a soluzione di pace.
Chiediamo agli operatori dell’informazione di trattare questa ennesima situazione che svuota di contenuti il processo di pace, non con una ingiusta e falsa “equidistanza”, ma con la dovuta attenzione verso chi subisce e vede lesi i suoi diritti.
Le atrocità e i crimini che da molti decenni colpiscono il popolo palestinese sono una violazione continua del Diritto internazionale e una ferita per l’intera società umana che crede nella legalità e in una pace giusta.
Roma, 12/5/2020