Nel fine settimana, il governo danese ha comunicato di aver prorogato la durata dei suoi programmi di aiuto alle imprese e ai lavoratori in difficoltà a causa del coronavirus.
Il Paese scandinavo è stato colpito dalla pandemia in misura minore rispetto ad altri Stati europei ma la crisi economica ha colpito duramente il tessuto produttivo nazionale.
Da qui la decisione di aumentare il budget degli aiuti di circa 100 miliardi di corone danesi, equivalenti a circa 13,5 miliardi di euro. Lo riferisce il New York Times.
Ma dagli aiuti di stato, ha tenuto a sottolineare il governo – guidato dalla quarantunenne socialdemocratica Mette Frederiksen – saranno escluse una serie di aziende.
A non poter beneficiare del sostegno pubblico dello Stato saranno infatti le imprese che pagano le imposte nei paradisi fiscali pur operando in Danimarca.
Escluse dall’intervento sono anche le società che, nonostante la crisi, stanno continuando a pagare dividendi ai propri soci e persino quelle che riacquistano le proprie azioni.
Una decisione destinata a far discutere.