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Sarah e Ratzinger “non possono tacere”: in difesa del celibato sacerdotale e di una Chiesa immobile (Ludovica Eugenio)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

CITTA’ DEL VATICANO-ADISTA.  Il celibato sacerdotale ha «un grande significato» ed è «indispensabile perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita»: «Silere non possum, non posso tacere», dichiara, citando Agostino, Joseph Ratzinger in un libro intitolato Des profondeurs de nos coeurs che uscirà il 15 gennaio in Francia per l’editrice Fayard, scritto insieme al guineano card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, rappresentante della frangia ultraconservatrice della Curia romana, secondo le anticipazioni del quotidiano francese Le Figaro. Una posizione, espressa nella prefazione a quattro mani del libro, che suona come il disperato appello di una retroguardia che rifiuta il cambiamento ma che si pone anche come una aperta critica alle proposte espresse nel documento finale del recente Sinodo sull’Amazzonia, tra le quali proprio la possibilità di ordinare al sacerdozio anche uomini sposati, mentre si attende l’esortazione apostolica di papa Francesco, che potrebbe approvare questa ipotesi.

Ratzinger continua dunque a parlare e a far parlare di sé, non sentendosi evidentemente vincolato a quell’impegno di silenzio che aveva preso all’epoca delle sue dimissioni, ma l’impressione è che il vero protagonista di questa iniziativa sia il cardinale, che cerca in Ratzinger un sostegno  – e anche un forte impatto mediatico – per la propria strada. «Ci siamo incontrati, abbiamo scambiato le nostre idee e le nostre preoccupazioni», hanno scritto insieme, «lo facciamo in uno spirito di amore e di unità nella Chiesa. Se l’ideologia divide, la verità unisce i cuori»; «È urgente, necessario, che tutti, vescovi, preti e laici, ritrovino uno sguardo di fede sulla Chiesa e sul celibato sacerdotale che protegga il suo mistero». Il card. Sarah, intervistato sul Figaro, afferma che «se questo libro è un grido, è un grido d’amore per la Chiesa, il papa, i preti e tutti i cristiani. Vogliamo che questo libro sia letto il più possibile. La crisi che attraversa la Chiesa è drammatica». Quanto all’impegno a una vita ritirata di Ratzinger, «con questo libro il papa emerito Benedetto XVI non rompe il silenzio, ce ne offre il frutto», è la sofistica giustificazione di Sarah. Si tratterebbe di «una lettura contemplativa delle Scritture. Non crediate che si tratti di una polemica, né di una disputa accademica sganciata dal reale». Parole che ricalcano praticamente alla lettera un’intervista rilasciata dallo stesso Sarah al Corriere della Sera il 7 ottobre dello scorso anno, quando affermò, presentando il suo ultimo libro, una cupa riflessione sul presente ecclesiale intitolata Si fa sera e il giorno ormai volge al declino : «Questo libro è il frutto di una riflessione che, per quanto mi riguarda, va avanti da molto tempo: non si tratta di un trattato accademico, esprime il mio grido di pastore partendo dall’analisi dei tempi che stiamo vivendo. Dunque non posso più tacere – ma oserei dire: non possiamo –, perché quello che vedo accadere nella realtà è grave: viviamo una crisi spirituale fortissima».

Il card. Sarah sembra dunque continuare la sua battaglia conservatrice avversa al percorso intrapreso da Francesco – e avendo in Ratzinger un alleato simbolicamente prezioso –  come peraltro fa in ogni occasione che gli si presenti: come a Madrid, lo scorso autunno, durante la presentazione del 21° Congresso “Cattolici e vita pubblica” (v. Adista News 8/11) quando, all’Università Ceu San Pablo  (istituto privato molto stimato dalla borghesia spagnola), aveva insistito sul fatto che «la crisi antropologica e morale senza precedenti che attraversa il nostro tempo esige che la Chiesa assuma una maggiore responsabilità e un maggior impegno per proporre il suo insegnamento dottrinale e morale in modo chiaro, preciso e fermo». «Oggi, ad alcuni (leggi papa Bergoglio, ndr) piacerebbe una Chiesa centrata esclusivamente nell’esercizio della misericordia, nella riduzione e nello sradicamento della povertà, nell’accoglienza e nell’accompagnamento dei “feriti dalla vita”». Ora, con il libro scritto a quattro mani con Ratzinger, e prima della pubblicazione dell’Esortazione postsinodale di Francesco, Sarah sembra lanciare un messaggio esplicito all’ala più antibergogliana della Curia e della Chiesa: una sorta di “manifesto elettorale”?

 

Ludovoca Eugenio, Adista, 13/01/2020

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