domenica, Dicembre 22, 2024

La gran folla dei testimoni (Elizabeth Green)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Eb 11,1-40

1 La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. 2Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.

A causa di questa fede la Bibbia dà una buona testimonianza ad alcune donne del passato. Testimonianza che lungo i secoli non è stata ascoltata ma sepolta, resa muta e invisibile. Così la testimonianza di fede delle donne è passata inosservata come se non esistesse e come se le donne non fossero mai esistite. Tutti noi ne abbiamo sofferto.

Ma poiché abbiamo fede in Dio recuperiamo la sua presenza al femminile, per ridefinire e completare una testimonianza univoca fin qui menomata. Poiché abbiamo fede in Dio che creò l’essere umano a sua immagine, maschio e femmina, abbiamo anche fede nella testimonianza delle donne.

3Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile.

Per fede comprendiamo che l’universo è stato creato per mezzo di chi a sua volta è generata da Dio, la Sapienza divina (Hokmah) che aleggiava sopra le acque covando la vita. Così sappiamo che anche la sapienza femminile viene da Dio.

4Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora.

Per fede Tamar vistasi privata del suo diritto e defraudata della giustizia, rischiò la vita, travestendosi da prostituta, costringendo Giuda a compiere il suo dovere. A causa di questa fede Giuda la dichiarò più giusta di se stesso e Dio la inserì nella storia della salvezza come madre di Fares e Zara progenitori di Giuseppe, progenitori di Gesù. Per la sua fede, benchè sia morta, parla ancora.

5Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio.

6Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.

Per fede le due levatrici Sifra e Pua sfidarono il potere del faraone egiziano. Per fede non eseguirono l’ordine del re, non si prestarono ai giochi micidiali del potere, ma, aiutando le donne ebree al momento del parto, lasciarono in vita i bambini. Per fede preferirono ubbidire a Dio perché sapevano che Dio esiste e ricompensa quelle che lo cercano. Per la loro fede Dio concesse loro di avere una propria famiglia.

7Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.

Per fede Debora ascoltò gli avvertimenti di Dio a proposito di ciò che doveva accadere e che ancora non si vedeva. Per fede convocò Barak e guidò le tribù nella battaglia. Per fede riempì di coraggio il comandante indeciso, diede inizio al conflitto e annunziò le promesse divine.


8Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
9Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Per fede Ruth ubbidì quando fu chiamata da Dio e partì insieme a Noemi senza saper dove andava, verso un paese che Dio le avrebbe dato. Per fede ella visse come una straniera nel paese che Dio le aveva promesso. Per fede patì la fame che superò con la fatica delle sue mani e, forte della testimonianza di Tamar costrinse l’uomo a farle giustizia. A causa di questa fede Dio stesso si trasformò in un Dio fedele, generoso, amico.

11Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. 12Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.

Per una fede traballante Sara, la sterile, rise all’idea di diventare madre a un’età più avanzata, riso che si trasformò in fede gioiosa quando si compì la promessa. Per mancanza di fede Abramo cercò di compiere la promessa andando dalla schiava Agar. Egli infatti non fu tanto sicuro che Dio avrebbe mantenuto la parola e osò suggerire a Dio di far diventare suo erede Ismaele, il figlio della schiava.

13Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra.

Quando nel deserto Dio aveva chiamato Agar alla fede, l’accettare la condizione in cui si trovava quasi trionfò sull’opportunità di diventare libera. Ma una volta visti e salutati da lontano i beni che Dio aveva promesso, la patria senza patriarcato, Agar non potè fare a meno di cercare di nuovo questa terra migliore, terra ancora deserta dove Dio la dissetò con sorgenti d’acqua viva.

14Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria.

Per fede Agar scappò dalla sua padrona dimostrando di essere alla ricerca di una madre patria, dove non ha davvero importanza l’essere schiava o libera. Per fede Agar ascoltò nella sua disperazione la voce divina; per fede accolse la promessa dell’erede Ismaele; per fede vide colui che l’aveva già vista; per fede diede voce e nome alla divinità, per fede ubbidì al Signore e tornò da Sara

15Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; 16ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.

17Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, 18del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. 19Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Per fede Anna supplicò il Signore perché le desse un figlio e promise di consacrarlo al servizio divino. A causa della sua fede il Signore esaudì la sua preghiera. Per fede Anna mantenne il patto con l’Eterno, proprio lei che aveva ricevuto il dono di un figlio il suo unico figlio, lo offrì fiduciosamente a Dio. Infatti Anna pensò che Dio era capace di resuscitare i morti, di far generare la sterile, di far morire e di far vivere, di far scendere e risalire dal regno dei morti. Perciò Dio le diede altri figli e figlie e l’esito di quel patto di fedeltà reciproca ha il valore di un simbolo.

20Per fede, Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche in vista di beni futuri.
21Per fede, Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi sull’estremità del bastone.Tekoa
22Per fede, Giuseppe, alla fine della vita, si ricordò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
23Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re.

Per fede le madri ebree continuarono l’opera di Sifra e Pua, e quando non riuscirono più a tener nascosti i bambini, non avevano paura di disubbidire agli ordini del re ma intrecciarono dei cestini, li coprirono di catrame e pece e vi misero i figlioletti affidandoli alle acque del Nilo e alla bontà delle sorelle egiziane.

24Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, 25preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato.

Per fede Miriam preferì essere maltrattata, esclusa dall’accampamento piuttosto che ritirare le sue accuse riguardo ai privilegi dell’uomo Mosè.

28Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.
29Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti.
30Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni.

Per fede Miriam partì dall’ Egitto, senza aver paura del mar Rosso come se fosse terra asciutta. Anche gli Egiziani tentarono di fare la stessa cosa ma furono travolti dall’acqua. Per fede Miriam celebrò con il canto la vittoria divina e guidò le donne nella danza della libertà.

32E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; 33per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, 34spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.

Con la fede esse conquistarono paesi, praticarono la giustizia, ottennero ciò che Dio aveva loro promesso. Esse erano deboli e diventarono forti, furono potenti in battaglia e cacciarono indietro invasori stranieri. Grazie a loro Israele conobbe anni di pace sulla terra.

 35Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altrì, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione.

36Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. 37Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – 38di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
39Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso:

Per fede alcune donne ebbero i morti resuscitati e altre pur rimanendo anonime, ricevettero l’olio in abbondanza per poter pagare i loro debiti. Altre subirono offese, furono torturate vergognosamente fino alla morte, sì la Bibbia parla pure di loro: di Dina rapita e violentata, di Tamar vittima dell’incesto; della donna data dal padrone in mano a una banda di pervertiti, oggetto di violenze ripetute, abbandonata da tutti e poi infine massacrata; della figlia di Jefte bruciata in sacrificio in nome della fede di suo padre. Queste non rifiutarono di essere liberate, semplicemente non avevano nessuna scelta. Certamente volevano arrivare a una vita migliore dopo la risurrezione ma forse anche prima.

Tutte queste donne Dio le ha approvate a causa della loro fede. Ma il cammino è lungo e neppure esse hanno raggiunto ciò che Dio aveva promesso, una terra dove non ha alcuna importanza l’essere schiava o libera, maschio o femmina; dove sono scomparse le gerarchie maschili e il primo sarà l’ultimo,

 40Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

Infatti Dio aveva previsto per noi una realtà ancora migliore e non ha voluto che esse giungessero alla meta senza di noi. Eccoci dunque poste di fronte a questa grande folla di testimoni. Anche noi quindi liberiamoci da ogni peso, dalle catene del potere maschile e dell’impotenza femminile, liberiamoci dal peccato che dentro e fuori di noi ci trattiene con i suoi sistemi di dominio e di sottomissione, i suoi modelli di conflitto e la sua violenza orizzontale e corriamo decisamente la corsa che Dio ci propone. Teniamo lo sguardo fisso in Gesù: è lui che ci ha aperto il percorso della fede e ci condurrà fino alla fine. Ma quella è tutta un’altra storia.

 

Elizabeth Green, Dal silenzio alla parola. Sorie di donne nella Bibbia, 2007

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