«In tante parti del mondo si sente la terribile aria di tensione. La guerra porta solo morte e distruzione. Chiamo tutte le parti a mantenere accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo e di scongiurare l’ombra dell’inimicizia». Con queste parole, pronunciate oggi al termine dell’Angelus, papa Francesco ha manifestato la sua preoccupazione per l’escalation di violenza che si sta verificando nel confronto tra Stati Uniti e Iran. Il pontefice non ha tuttavia nominato né i Paesi coinvolti, né ha fatto riferimento all’assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, probabilmente in attesa di esprimersi con una ponderata e più articolata riflessione.
Immediata è stata negli Stati Uniti la reazione di Pax Christi. Il direttore esecutivo dell’organismo Johnny Zokovitch ha rilasciato, già il 3 gennaio, una dichiarazione di totale condanna dell’azione bellica e della politica dell’attuale Amministrazione, definendo un assassinio l’attacco portato in Iraq per volontà del presidente Trump e inchiodando questi alla sua responsabilità.
«La decisione dell’amministrazione Trump di assassinare il generale iraniano Soleimani sul suolo iracheno, mediante l’uso dei droni, è riuscita solo ad aumentare le tensioni in Medio Oriente e ha messo a repentaglio la vita di uomini, donne e bambini innocenti che subiranno il peso delle rappresaglie tra Stati Uniti e Iran. Questo è un altro di una lunga serie di fallimenti da parte di questa Amministrazione nel agire con diplomazia e prudenza nell’affrontare i complicati problemi della regione. Molti di questi sono stati esacerbati da o sono il risultato diretto di decenni di decisioni sbagliate prese dagli Stati Uniti in Medio Oriente».
«All’inizio di questa estate», ricorda Zokovitch, «suor Anne-Louise Nadeau, SNDdeN, nella sua veste di direttore ad interim di Pax Christi USA, si è unita a oltre 200 leader religiosi nel chiedere agli Stati Uniti di perseguire la via della pace – non della guerra – con l’Iran». La dichiarazione è stata anche firmata dal vescovo-presidente di Pax Christi USA, mons. John Stowe e dal presidente nazionale Robert Brillare.
«Continuiamo – prosegue la dichiarazione – a chiedere ai nostri leader politici di cercare vere soluzioni diplomatiche e umanitarie all’attuale crisi e di astenerci da ulteriori scontri militari con l’Iran. Azioni come l’assassinio del generale Soleimani servono solo a destabilizzare ulteriormente la regione, alimentare il sentimento anti-americano e il fuoco dell’estremismo. Tali azioni vanno contro tutto ciò che rappresentiamo come persone di fede e sono incompatibili con il messaggio di Gesù».