“Comprendiamo sempre che la religione deve essere più dei suoi confini, e Dio senz’altro più di ogni definizione.
Proprio questo fatto: considerare possibile una cosa che, pur non dimostrata, potrebbe però quantomeno uscire dalle definizioni che esistono adesso, significa capire che Dio non diventa mai una proprietà e che la sua vigna, il suo regno, non ci appartiene mai.
Noi non siamo mai altro che degli affittuari di un bene che ci è stato affidato”.
(Eugen Drewermann, Quando il cielo tocca la terra, 1999, pag. 132)
Eugen Drewermann (Bergkamen, 1940) ha studiato filosofia a Münster, teologia a Paderborn e psicoanalisi a Gottinga. In Germania, dove è uno dei teologi più letti degli ultimi decenni, è personaggio noto come commentatore e critico su svariate questioni spirituali, religiose e sociali. Si è inoltre guadagnato una fama a livello internazionale per il suo lavoro originale (e controverso) consistente nell’applicazione della psicologia del profondo all’esegesi biblica e alla teologia.
Ha avuto alcuni riconoscimenti – tra i quali nel 2007 l’Erich Fromm Award – e le sue opere sono state tradotte in oltre dieci lingue.