domenica, Dicembre 22, 2024

Documento conclusivo del 38° incontro delle CdB italiane: Disobbedienti per praticare la giustizia

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Noi, donne e uomini delle Comunità cristiane di Base italiane, riunite a Vico Equense (Na) per il nostro 38° incontro nazionale su “Vangelo e Costituzione. Credenti disobbedienti nelle Chiese e nella società”, ci siamo lasciati/e interpellare con gioia e riconoscenza dalle riflessioni di Maria Soave Buscemi, Tonino Perna, Paola Cavallari, Antonietta Potente e Marco Deriu.

Il filo rosso dell’incontro – la disobbedienza – è stato svolto con chiarezza: obbedire significa “ascoltare (audire in latino) intensamente (ob-), prestare ascolto a chi ci sta davanti”; ma chi vuole praticare la giustizia, come noi che ci ispiriamo al messaggio evangelico di Gesù, deve ascoltare intensamente la realtà, non il potere: solo così può arrivare ad essere profondamente disobbediente.

Le letture, che la comunità del Cassano ci ha offerto nell’assemblea eucaristica conclusiva, ci hanno proposto modelli convincenti, e coerenti fino alla morte, di questa obbediente disobbedienza: Gesù e i tanti e le tante martiri (testimoni) che hanno vivificato la storia dell’umanità.

Anche la nostra Costituzione impegna ogni persona che vive in Italia, comprese quelle che governano e amministrano le comunità civili e religiose, a praticare i valori fondamentali della giustizia, della solidarietà, della convivialità tra tutte le differenze…

Ci impegniamo, quindi, individualmente e comunitariamente, a intensificare l’ascolto attento e quotidiano della realtà in cui vivono e lottano tutte le persone emarginate, oppresse, violentate, costrette ad emigrare per sopravvivere a guerre, impoverimento e desolazioni inenarrabili.

Denunciamo con forza che queste violenze sono frutto dell’ingiustizia dominante nelle relazioni internazionali e della voracità insaziabile di chi impedisce, con la prepotenza, che le risorse della comune Madre Terra siano fruibili da tutti e tutte, in pace ed equità, e di chi distrugge in maniera irreversibile queste risorse togliendo la speranza di una vita sostenibile alle generazioni future.

In modo particolare vogliamo denunciare ogni forma di violenza e aggressione contro i diritti e l’autonomia dei popoli indigeni, dei loro territori e dei loro modi di vita; condizioni denunciate da tempo dagli indigeni e dalle organizzazioni che li sostengono e portate di nuovo all’attenzione nel recente sinodo panamazzonico, che si è svolto a Roma per iniziativa di papa Francesco, al quale va la nostra solidarietà per le contestazioni di settori retrogradi della gerarchia.

Rinnoviamo l’impegno, personale e comunitario, ad abbandonare consapevolmente ogni forma di colonialismo, che nasce dalla nostra cultura patriarcale, capitalista, consumista e predatoria, e a praticare sempre di più sobrietà, condivisione e stili di vita coerenti con le esigenze di un’ecologia integrale.

Ci impegniamo a sostenere e ad affiancare, con i nostri corpi e le nostre parole, tutti e tutte coloro che spendono la propria vita per difendere e accogliere migranti e rifugiati, per proteggere i beni comuni e la vita di Madre Terra e di tutte le creature che la abitano, e che per questo vengono perseguitati/e dai detentori del potere.

In particolare, chiediamo all’attuale Governo di rivedere in profondità i due decreti sicurezza del Governo precedente, mettendone in radicale discussione la logica che li ispira, fino al punto di considerare reato il salvataggio a mare di migranti naufraghi. A situazione invariata, dichiariamo disobbedienza e sostegno alla disobbedienza di questa legislazione, contraria allo spirito e alla lettera della Costituzione, al comandamento dell’amore del Vangelo, ai diritti umani universali.
Con questo spirito riconosciamo e vogliamo sempre più condividere l’impegno instancabile delle donne che animano e guidano i cammini delle loro comunità, impegnandoci a perseguire fino in fondo l’obiettivo di far cessare le violenze maschili sulle donne, sui bambini e sulle bambine, obiettivo fatto proprio anche dalle Chiese cristiane con l’Appello sottoscritto nel 2015: da loro pretendiamo quotidiana coerenza.

In conclusione esprimiamo il nostro fermo proposito di unirci a tutte le donne e gli uomini di qualsiasi e di nessuna fede, che vivono nel nostro paese, disponibili ad impegnarsi in una vasta ed operante alleanza di base per la trasformazione della società e la costruzione di un’economia che non generi povertà e diseguaglianze e ripari l’ambiente.

Comunità cristiane di Base italiane

Vico Equense (Na), 1-3 novembre 2019

Supporta Don Paolo Zambaldi con una donazione con PayPal.

Ultimi post

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dalla stessa categoria