lunedì, Novembre 18, 2024

Sul cristianesimo (Vesro il prossimo Incontro naz. Delle CdB)

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Scriveva Balducci nell’anno stesso della sua morte:

Conservo in me la nostalgia… degli anni in cui cristiani non sapevano di essere cristiani… Non furono i cristiani che inventarono il nome… Fu il potere ad inventarlo… Ciò mi basta perché possa sentirmi libero di coltivare la nostalgia dei giorni durante i quali i cristiani non lo erano affatto, in attesa di un tempo in cui i cristiani non lo saranno più… No, io non sono un cristiano, sono soltanto un uomo… che considera tutti gli uomini come suo fratelli”.

Io penso che sia giunto il tempo in cui possiamo smettere di chiamarci cristiani.

Quando si parla di cristianesimo bisognerebbe precisare di cosa si parla.

Non esiste “un” cristia nesimo, ma esistono più cristianesimi. Già ai tempi degli apostoli i discepoli di Gesù, che non erano ancora “cristiani”, erano divisi su vari temi (vedi il cosiddetto concilio di Gerusalemme) e nel corso della storia la molteplicità di “cristianesimi” si è andata sempre più accentuando, come tutti sappiamo (se mi si passa la battuta, è come parlare di “sinistra” in Italia).

Se oggi alcuni continuano a parlare di “radici cristiane” dell’Europa sappiamo che si riferiscono ad un cristianesimo più o meno ufficiale, quello frutto di secoli di storia dove contava il potere dei sovrani, dei papi e dei loro vassalli, senza riferimento al Gesù storico e al suo messaggio.

Io vorrei invece soffermarmi brevemente proprio sul rapporto tra cristianesimo e Gesù di Nazareth, perché a mio avviso è qui il cuore del problema. Gli storici ammettono ormai unanimemente la totale ebraicità di Gesu: il suo agire, il suo pensare, il suo parlare sono all’interno della cultura e della religione ebraica. E’ parimenti quasi unanime, fra gli studiosi liberi, la convinzione che Gesù non abbia voluto “fondare” una nuova religione in sostituzione o anche solo in perfezionamento di quella ebraica.

A Partire dall’inizio del terzo secolo il cristianesimo si istituzionalizza, codifica le sue sacre scritture ed è convinto di essere la realizzazione del progetto di Gesù.

In realtà a diventato una religione autonoma, separata dall’ebraismo e, anzi, in opposizione ad esso, e separata anche da Gesù. In realtà, per dirla in breve ed anche brutalmente, Gesù c’entra poco o niente con il cristianesimo (e mi si affollano nella testa e nel cuore quasi infiniti esempi che si posso no portare e che non porto per motivi che ognuno può comprendere)…

Che ha però un merito: quello di avere conservato la memoria di Gesù e del suo messaggio di amore a Dio e a tutti gli uomini, che forse (?) senza cristianesimo non sarebbe giunta fino a noi.

 

Leo Piacentini, “Alzati e cammina” (Atti 3,6), Semestrale di formazione comunitaria, Anno XXII, n. 1/2019

 

Per salerne di più:

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“Siamo sempre più convinti che, senza il cibo della Parola di Dio, i sentieri si perdono, le strade si interrompono, i cuori si raffreddano, le mani si chiudono. Mentre “i dotti e i sapienti” (anche nelle nostre comunità) non hanno più tempo per leggere con i semplici la Bibbia e vanno in cerca di parole mondializzate, altisonanti, onnipotenti e gratificanti, è sempre più necessario trovare chi spezzi il pane della parola di Dio e lo condivida. (…) Per questo motivo continuiamo a dare il primo posto all’ascolto della Parola di Dio attraverso le letture bibliche di “semplici” fratelli e sorelle. Oggi è “facile” raccogliere in un volume studi biblici di teologi e teologhe. Dare la parola e la penna a chi non è un professionista della Bibbia, ma tenta di vivere la fede dentro l’esistenza quotidiana tra lavoro, famiglia, volontariato… questo resta invece l’orizzonte in cui ci muoviamo. E’ dentro la vita che la Parola di Dio si fa vicina, amica e dialoga con i nostri cuori”. (dall’editoriale “Nutrire i cuori”, Viottoli n°11/97)

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