Nel momento in cui in Italia è in corso la crisi di governo, ha fatto il giro del mondo l’intervista rilasciata due giorni fa da papa Francesco a Domenico Agasso, vaticanista de La Stampa.
Riportiamo alcuni passaggi particolarmente pungenti che riguardano la situazione della politica internazionale:
«Io non posso fare ecumenismo se non partendo dal mio essere cattolico; e l’altro che fa ecumenismo con me deve farlo da protestante, ortodosso… La propria identità non si negozia, si integra. Il problema delle esagerazioni è che si chiude la propria identità, non ci si apre. L’identità è una ricchezza – culturale, nazionale, storica, artistica – e ogni Paese ha la propria, ma va integrata col dialogo. Questo è decisivo: dalla propria identità aprirsi al dialogo per ricevere dalle identità degli altri qualcosa di più grande».
Bergoglio ha usato poi parole forte sul crescente fenomeno del sovranismo:
«È un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi… noi…’: sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un Paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri Paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre».