Una delle finzioni più irreali del diritto religioso è il fatto che Gesù sia architetto e fondatore dei “valori familiari tradizionali” (Ruether 2000: 4-7)
Di fatto, una gran parte delle tradizioni evangeliche è anti-familiare, orientata a strutture alternative alla famiglia patriarcale. In 8.19-20, la madre di Gesù e i fratelli biologici non possono congiungersi, però sentono la sua presenza. Lui risponde: “Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (8.21)
Dal punto di vista dello spazio, sua madre e i suoi fratelli sono stranieri e coloro che ascoltano sono dentro il regno di Dio. Tutti gli obblighi fino di genitori, mogli e famiglie sono abbandonati a causa di questo spazio confinante di genere del regno di Dio. I valori familiari tradizionali sono severamente rifiutati.
Gesù rompe i luoghi comuni; enuncia: “Chi viene da me e non odia padre e madre, moglie e figli, fratelli e sorelle, compresa la vita stessa, non può essere mio discepolo” (14.26)
Gesù creò una famiglia di Dio nuova, alternativa: “Le famiglie nel regno di Dio sono ricostituite, una famiglia non biologica di discepoli uguali. Gesù rende “queer” la casa ebraica, per creare famiglie scelte” (Goss 1997:8)
La casa “queer” di Dio, da agli uomini e alle donne una nuova libertà, sconvolgendo la gerarchia e l’affezione alla famiglia patriarcale. Questa era il modello per l’autorità dello Stato, giacché rappresentava l’egemonia maschile su donne, bambini, schiavi, uomini di rango inferiore e lavoratori. Il regno di Dio appartiene ai bambini (18.16) e questi rappresentano ciò che significa essere discepolo (18.17). Le gerarchie politiche sono poste al rovescio nel regno di Dio. Così, la famiglia di Dio affronta l’autorità di Galilea, Herodes Antipas, le èlite sacerdotali ebree e i conquistatori romani.
Riflessioni bibliche di Robert E. Goss tratte da The Queer Bible Commentary (2015) pubblicate sul blog Diversidad Cristiana, libera traduzione di Marianna
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