venerdì, Novembre 22, 2024

Abitare la piazza, i ragazzi del Cinema America

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

La piazza è il cuore pulsante della città. Se una città è viva ed è sicura, è grazie alle sue piazze. In piazza si difendono i processi democratici, si creano controllo endogeno e partecipazione. Se c’è la piazza non c’è spazio per prevaricazioni e strumentalizzazioni, c’è un tessuto sociale che sa difendersi e replicarsi. Tuttavia, affinché le piazze siano belle, non vi si può “scendere” una tantum ma bisogna abitarle e costruirci relazioni durature, anche se serve molto tempo. Questo è quello che abbiamo cercato di fare noi, dentro e fuori il Cinema America, con il progetto delle arene cinematografiche diffuse per la città.

A guidarci nella costruzione di quella di Piazza San Cosimato, a Trastevere, sono state le parole dell’antropologo Franco La Cecla: «Non si abitano i luoghi, ma le relazioni». San Cosimato è una piazza vitale, con il suo mercato e il parco giochi, è un approdo e un porto per tutti: per i cittadini che la vivono, per i turisti e i passanti che la attraversano, per le associazioni che la curano e per il Municipio che l’amministra. Progettarvi un’arena ha significato difenderla, continuando a riempire la sua socialità di nuovi significati e sottraendola agli effetti incontrollati della commercializzazione.

Eppure, mentre progettavamo di triplicare quell’esperienza portandola al Porto di Ostia e al Casale della Cervelletta, temevamo di sbagliare. Nelle nostre teste rimbombavano le parole di Renato Nicolini: «È illusorio pensare di risolvere la crisi moltiplicando i centri di settore: saranno soltanto dei ghetti in cui la metropoli si frantuma, l’uno ostile all’altro». Noi però volevamo tentare quell’incontro, pur conflittuale, per reimmaginare una Roma diversa, non più divisa tra centro e periferia. Volevamo che la Cervelletta e il Porto turistico, come il centro storico, potessero diventare punti d’incontro di tutte le culture, luoghi per le relazioni che li abitano. Per questo, nell’accendere contemporaneamente i nostri proiettori ogni sera in tre luoghi diversi, siamo partiti dal pubblico e non dal film, cercando – come ai tempi del Massenzio – di rendere la proiezione cinematografica un grande concerto popolare. Al cinema America la retrospettiva è gratuita, la città si riabitua a fruire il cinema sul grande schermo, collettivamente. Il cinema torna a essere arte di massa quando il cerchio si chiude, si guarda, si ascolta, si ride tutti insieme. Un progetto di crescita sociale e culturale, ma anche di promozione dell’audiovisivo: il pubblico non versa il biglietto ma noi paghiamo i diritti di riproduzione ai proprietari di duecento opere, un piccolo ma reale indotto nel settore.
E così, a dispetto di ogni prudenza e timore, ci siamo commossi nel vedere il pubblico di Trastevere alla Cervelletta, a Ostia e viceversa. Cittadini di qualunque età e ceto, quest’anno come lo scorso, hanno risposto alla nostra proposta, uscendo di casa ogni sera con teli e seggiole per raggiungerci, anche in assenza di parcheggi e mezzi pubblici. Hanno partecipato attivamente agli incontri, contribuito a tenere puliti gli spazi, a sistemare le sedie e a far rivivere i luoghi.
Sono stati e continuano a essere i protagonisti delle nostre serate portando, anche solo con la loro presenza, un contributo essenziale al rafforzamento dei processi di partecipazione attiva e alla costruzione di relazioni cittadine trasversali. Il tutto mentre noi ragazzi “cresciamo facendo”. Un modo per investire sulle nostre piazze nel quotidiano, con cura, sentimenti e amore. Perché se chi ci amministra è sempre di passaggio, noi invece restiamo. Per il programma: www.ilcinemainpiazza.it

AGGIORNAMENTI

Nella notte fra il 15 e il 16 giugno a piazza San Cosimato a Roma quattro ragazzi con indosso la maglietta del Cinema America, sono stati aggrediti da una decina di individui al grido di «Siete antifascisti, ve ne dovete andare via». Il rifiuto di togliersi la t-shirt con il logo dell’associazione è costato a due dei ragazzi aggredi-ti una corsa in ospedale per le lesioni subite. Fra gli aggressori sono stati riconosciuti giovani militanti di Blocco studentesco, l’organizzazione giovanile di CasaPound.
Due giorni dopo, anche l’ex ragazza di Valerio Carocci rimane vittima di un’aggressione che ha caratteristiche del tutto simili a quella precedente. Molte le manifestazioni di solidarietà dal mondo dello spettacolo. Da Edoardo Leo a Paola Cortellesi da Riccardo Milani a Jeremy Irons che, in un suo intervento in Piazza San Cosimato, ha detto: «Dobbiamo fare attenzione quando andiamo a votare, ma soprattutto dobbiamo ricordarci della nostra umanità in modo tale che ciò che è accaduto 70 anni fa non torni a gettare i suoi semi».

 

[di Valerio Giuseppe Carocci. Presidente dell’Associazione Piccolo America, pubblicato su Confronti 07-08/2019]

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