Nei mesi scorsi, nuove coincidenze hanno avvicinato il Brasile e l’Italia. Il gesto del vice primo ministro Salvini, che ha baciato il rosario in Piazza del duomo a Milano, affidando al Cuore immacolato di Maria la speranza di vittoria politica alle elezioni europee, ha avuto una risonanza internazionale. Negli stessi giorni, e non per coincidenza, il presidente della repubblica Bolsonaro convocava nella sede presidenziale di Brasilia un atto formale volto alla «consacrazione del Brasile al Cuore immacolato di Maria».
Bolsonaro si dichiara cattolico, afferma di aver frequentato la Chiesa Battista per dieci anni ed è stato battezzato da un pastore evangelico della chiesa delle Assemblee di Dio nel 2016, nelle acque del fiume Giordano. La celebrazione di Brasilia è stata organizzata da un blocco di parlamentari cattolici, in un momento in cui occorreva manifestare appoggio al presidente. Partecipava anche un vescovo brasiliano, dell’unica Amministrazione apostolica personale della Chiesa cattolica esistente nel mondo, creata per i fedeli che si avvalgono della messa in rito tridentino.
Ora è piuttosto evidente che tanto il Brasile come l’Italia sono territori sperimentali per nuove strategie di influenza sociopolitica a partire dalla manipolazione della religione. Il mentore di queste pratiche è il conosciuto Steve Bannon, ex consigliere di Trump, che intendeva montare in un monastero poco fuori Roma una «scuola di gladiatori», per formare la «prossima generazione di leader nazionalisti e populisti» in tutta Europa (sono espressioni sue, riportate in un articolo di The Independent).
L’estrema destra ha bisogno di consenso per sostenere le sue idee e giustificare proposte che, pur essendo populiste, non sempre sono popolari, perché mascherano gli interessi neoliberali di chi controlla il capitale finanziario.
In Brasile, questo movimento di seduzione della sensibilità religiosa popolare nel mondo cattolico avviene, addirittura, affrontando la stessa Conferenza dei vescovi (Cnbb). Ingigantisce lo spettro dell’ideologia di genere o della lotta al comunismo, fa appello a valori generici come la difesa della famiglia e dei buoni costumi, riunisce i gruppi religiosi più conservatori e fanatici, e denuncia la Cnbb accusandola di essere politicamente di parte, quando si esprime sulla grave situazione del paese a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa.
Paradossalmente, il governo aggrega consenso religioso proclamandosi difensore della famiglia, ma ne pregiudica le condizioni minime di sussistenza, tagliando i programmi sociali per il diritto alla casa, mettendo in ginocchio l’educazione pubblica, compromettendo il diritto a pensioni giuste e dignitose, soprattutto per i più poveri.
“Dio al di sopra di tutti”, è lo slogan del governo Bolsonaro, che afferma: «Lo stato è laico, ma la gente no: tra cattolici ed evangelici, siamo quasi il 90%». E così, il Dio del presidente e dei suo fedeli (il bolsonarismo oggi si sostiene perché ha assunto i tratti fanatici di una religione personale) assume il diritto di elevarsi al di sopra degli altri, per affermare la morale e gli interessi di chi è al potere.
Comboniani Brasile, Nigrizia, 17 luglio 2019