domenica, Dicembre 22, 2024

Germania: è legge il «Migration-paket» firmato Seehofer. Con i voti della Spd

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Germania. La legge prevede l’espulsione immediata dei profughi irregolari, l’ampliamento della detenzione preventiva per i rifugiati e il taglio del Welfare agli stranieri. Senza contare le perquisizioni senza bisogno di mandato giudiziario

 

Le regole di Horst Seehofer diventano legge. Ieri il Bundestag ha approvato ufficialmente il Migration-paket del ministro dell’Interno che prevede l’espulsione immediata dei profughi irregolari, l’ampliamento della detenzione preventiva per i rifugiati e il taglio del Welfare agli stranieri. Senza contare le perquisizioni senza bisogno di mandato giudiziario.

È IL PIÙ STRETTO GIRO DI VITE sui diritti nell’era della cancelliera Angela Merkel, che quattro anni fa interpretava a meraviglia la «politica di benvenuto» ma da qui a fine mandato si limiterà ad accogliere solo i 260 mila migranti l’anno che servono a muovere l’economia nazionale. Una scelta politica inequivocabile; almeno quanto il clamoroso voto a favore dei deputati Spd senza cui il provvedimento non avrebbe ottenuto il via libera definitivo. Il risultato è che d’ora in poi «le persone senza diritto di soggiorno dovranno lasciare immediatamente la Repubblica federale, e l’obbligo dovrà essere seguito dalla partenza effettiva. Chi viene espulso, cioè, se ne dovrà andare subito» come ha ricordato il ministro Seehofer.

SCONTATO L’APPOGGIO di Csu e Cdu; dalla Spd (da lunedì scorso nelle mani del trio di commissari) però giunge «l’attacco senza precedenti ai diritti dei rifugiati» denunciato ieri da Ulla Jelpke, deputata Linke, delegata agli affari legali nella commissione interni del Bundestag. Come lei la segretaria Katja Kipping ha provato inutilmente a convincere «i parlamentari sensibili alla Costituzione» a respingere il pacchetto di norme basato sulla «disumana politica dell’inasprimento delle deportazioni». Ancora meglio a sinistra riassume il senso dell’iniziativa legislativa rosso-nera Jan Korte: «I diritti fondamentali sono stati gettati nello scenario apocalittico della Grande coalizione».

INASCOLTATI GLI APPELLI di Linke e Grünen ai valori della Costituzione, così come le critiche dei liberali Fdp e gli appelli invece «al rialzo» di Alternative für Deutschland. Il deputato Spd, Helge Lindh ha difeso così la decisione della maggioranza: «Se non vogliamo che la gente venga respinta al confine tedesco non dobbiamo combattere solo le cause della fuga ma anche scoraggiare chi non ha prospettive in Germania». Ragionamento assodato a Sud delle Alpi, ma a Berlino, fino a ieri, la selezione degli stranieri rimaneva un tabù nazionale.

PER QUESTO SEEHOFER si è sentito in obbligo di rassicurare non solo i tedeschi. «Non si tratta di calpestare i diritti umani, piuttosto di eseguire le procedure previste. Ci sarà, in futuro, un modo legale di immigrare nel nostro Paese». Anche perché – ha aggiunto con disinvoltura – abbiamo bisogno di uomini e donne qualificati per il nostro mercato del lavoro».

È tra i passaggi che al Bundestag innescano lo scontro tra Spd e Verdi, con reciproche accuse di «doppia moralità» e «ipocrisia» in relazione alle analoghe strette sui migranti vigenti nei Land dove governano i socialisti o la coalizione Giamaica. Fra le dichiarazioni sulle intenzioni di voto dei parlamentari Spd spunta la giustificazione del Migration-paket del ministro dell’Interno, ovvero la teoria secondo cui la nuova legge «eviterà di spingere i migranti nelle mani dei contrabbandieri». Una precisazione davvero poco distinguibile dagli interventi dei conservatori e dell’ultra-destra

Il pacchetto-Seehofer supera il vaglio istituzionale esattamente il giorno dopo la pubblicazione dell’ultimo sondaggio «Infratest» che conferma il trend misurato il 26 maggio.

CON IL 26% I VERDI restano il primo partito a livello nazionale con un punto di vantaggio sulla Cdu-Csu, mentre la Spd sprofonda a quota 12% e si fa sorpassare perfino da Afd. Attualmente, i socialdemocratici sono al quarto posto, al minimo storico dall’epoca della fondazione, pochi mesi prime della tornata di elezioni regionali previste in autunno nell’Est della Germania.

Un disastro istituzionale per i tre alleati della GroKo che stanno provando in tutti i modi a recuperare il consenso perduto. Da un lato provando a sussumere le istanze della galassia ambientalista che ha contribuito al boom dei Verdi, dall’altro tentando di imitare le politiche xenofobe dell’ultra-destra: l’altra alternativa in crescita elettorale.

 

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