venerdì, Novembre 8, 2024

Pax Christi Italia denuncia le manovre per una prossima guerra all’Iran

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Comunicato stampa

La guerra è un male assoluto e va “ripudiata”, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia.

Proseguono invece con i passi di una danza macabra le manovre di avvicinamento alla guerra da parte dell’asse di questo male che vede insieme Israele, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Stati Uniti d’America contro l’Iran, ritenuto sponsor del terrorismo mondiale.

Come accadde nel 2003 per l’attacco all’Iraq, i manipolatori dell’opinione pubblica sono all’opera per convincere che invece la guerra all’Iran è necessaria alla nostra sicurezza.

Frattanto l’embargo sta paralizzando l’economia e colpendo la popolazione innocente. Come già successo in Iraq, cosa che fu denunciata dallo stesso don Tonino Bello, allora Presidente di Pax Christi, e come sta continuando ad accadere in Siria.

Il Medio Oriente è stato scelto come area dove si demoliscono gli stati ritenuti  concorrenti nel ricco mercato del petrolio e del gas. Le stesse “contese religiose” sono subordinate a questo mercato, cui si affianca quello fiorente delle armi.

Quale altra infernale situazione potrebbe generarsi dalla incombente guerra all’Iran? La guerra in Libia, ad esempio, non ha proprio insegnato nulla? Si vuole dunque accendere una nuova fornace dove bruciare umanita’ e speranze di pace e coesistenza pacifica?

Pax Christi Italia fa proprio il messaggio di Papa Francesco nel discorso tenuto al Cairo ai partecipanti alla Conferenza Internazionale per la pace, 28 aprile 2017:

  1. Per prevenire i conflitti ed edificare la pace è fondamentale adoperarsi per rimuovere le situazioni di povertà e di sfruttamento, dove gli estremismi più facilmente attecchiscono, e bloccare i flussi di denaro e di armi verso chi fomenta la violenza. Ancora più alla radice, è necessario arrestare la proliferazione di armi che, se vengono prodotte e commerciate, prima o poi verranno pure utilizzate. Solo rendendo trasparenti le torbide manovre che alimentano il cancro della guerra se ne possono prevenire le cause reali. A questo impegno urgente e gravoso sono tenuti i responsabili delle nazioni, delle istituzioni e dell’informazione, come noi responsabili di civiltà, convocati da Dio, dalla storia e dall’avvenire ad avviare, ciascuno nel proprio campo, processi di pace, non sottraendosi dal gettare solide basi di alleanza tra i popoli e gli Stati.”

 

Firenze, 24 maggio 2019, Pax Christi Italia

 

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Contatti:

Segreteria Nazionale di Pax Christi: 055/2020375 –  info@paxchristi.it – www.paxchristi.it
Coordinatore Nazionale di Pax Christi: d. Renato Sacco 348/3035658 – renatosacco1@gmail.com

 

* Alleghiamo al nostro comunicato la traduzione di un appello fatto dal NIAC, consiglio nazionale degli americani iraniani. 

https://www.niacouncil.org/peace/?fbclid=IwAR1TxGexpE150_GHR-tOXNoj9_aoJpVOX3wpqshfua-ef4YheweKFiSfqlw/

Sin dal suo primo giorno in carica, Trump e la sua amministrazione affamata di guerra hanno costantemente intensificato le tensioni con l’Iran, con l’intento di spingere gli Stati Uniti in un’altra guerra spericolata in Medio Oriente. Come individui del patrimonio iraniano e della nazionalità americana, qui abbiamo il massimo in gioco. Ecco perché dobbiamo parlare a voce alta e mostrare ai nostri legislatori che gli americani iraniani dicono NO alla guerra e SI’ alla pace e alla diplomazia!Eminenti americani iraniani e loro alleati hanno già firmato.

Come membri e amici della comunità iraniana-americana, siamo profondamente preoccupati che l’amministrazione Trump possa essere diretta ad iniziare una guerra devastante con l’Iran. Recenti pericolose escalation – tra cui l’architetto della guerra irachena e attuale consigliere della sicurezza nazionale John Bolton che minaccia l’utilizzo di una “forza implacabile” contro l’Iran – dovrebbero dare l’allarme a tutti coloro che ricordano la campagna di propaganda che ha preceduto l’invasione dell’Iraq del 2003. Con le tensioni USA-Iran che si avvicinano verso il precipizio, i legislatori, i media e il pubblico devono evitare di ripetere gli errori che hanno portato alla catastrofica guerra in Iraq e ritenere l’amministrazione responsabile della sua disastrosa politica in Iran.

Bolton ha a lungo cercato di portare Stati Uniti ed Iran in una guerra, e non ha remore a distorcere le informazioni di intelligence per far avanzare il suo programma da falco. È stato anche strettamente alleato con il multicolore Mujahedin-e Khalq, che ha salutato come alternativa politica per il popolo iraniano. Sotto la sorveglianza di Bolton, l’amministrazione Trump sta ripetendo il copione di George W. Bush per la guerra con l’Iraq, legando in modo incorretto l’Iran ad al-Qaeda, affermando senza fondamento che l’Iran sta perseguendo la produzione di armi nucleari e politicizzando le valutazioni dell’intelligence sull’Iran. Questi segnali di pericolo per una guerra con l’Iran non possono essere esagerati. Devono essere visti come un invito all’azione da parte di tutti gli americani che vogliono evitare una guerra che sarebbe devastante per gli interessi degli Stati Uniti che per la pace e la sicurezza globali.

Le più grandi vittime della cosiddetta campagna “massima pressione” della Casa Bianca di Trump sono state il popolo iraniano, che è stato schiacciato in una morsa di sanzioni draconiane e repressione di stato. Le loro condizioni di vita ora sono destinate a peggiorare con l’intensificarsi delle sanzioni mentre gli estremisti in Iran sono stati confermati e potenziati.

Se la marcia verso la guerra non si fermerà, la sofferenza del popolo iraniano aumenterà ulteriormente e gli Stati Uniti si troveranno impantanati in un’altra costosa guerra di loro scelta. Il Congresso deve bloccare il percorso di Trump verso la guerra e spingere senza indugio gli Stati Uniti al rispetto dell’accordo nucleare e verso il tavolo dei negoziati senza indugi.

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