58 seggi e il 7,7% delle preferenze. Alle elezioni europee non c’è stata alcuna ondata sovranista, ma pur restando all’opposizione, i membri dell’Europa delle Nazioni e della Libertà (ENL) hanno spezzato il bipolarismo Popolari-Socialisti che ha dominato l’Ue, frammentando il panorama politico europeo.
«Uniti nel cuore e nello spirito, daremo a tutta Europa il segnale della resistenza», aveva detto Marine Le Pen davanti al Duomo di Milano lo scorso 15 maggio, nello stesso comizio in cui Matteo Salvini invocò la Madonna con il rosario in mano. I «patrioti» o «gli estremisti del buonsenso» (che non amano definirsi pubblicamente “ultradestra”) fanno il loro ingresso a Bruxelles in una veste nuova rispetto al passato. Una veste mai così definita.
E a gonfiare le file dell’ala sovranista c’è chiaramente l’Italia, dove la stessa alleanza è nata su iniziativa del leader della Lega Matteo Salvini. Con il suo 34% di voti, ha regalato alla coalizione ben 28 seggi. Una vittoria «contro tutto e contro tutti», ha commentato il vicepremier leghista, che guarda con un occhio i risultati europei e con un altro il futuro degli equilibri di Governo.
Subito dopo c’è la Francia del Rassemblement National, il partito guidato da Le Pen, il super-alleato internazionale di Salvini. che ha superato En Marche di Emmanuel Macron (23,5% contro il 22,5%) ottenendo 22 seggi in Parlamento Europeo. L’ha definita una «lezione di umilità» per il presidente francese invitandolo a «sciogliere l’assemblea nazionale e a convocare nuove elezioni».
In Austria è il Partito della Libertà Austriaco che fa il suo per l’alleanza sovranista. 3 seggi per il 17,2% delle preferenze, guadagnate in un momento estremamente delicato per il centrodestra di Sebastian Kurz al governo del Paese.
Il partito di estrema destra Vlaams Belang in Belgio ha raggiunto il 20% delle preferenze, dando all’ENL altri 3 seggi in Parlamento. Anche la Repubblica Ceca garantisce 2 seggi con il partito Libertà e Democrazia Diretta. Con una percentuale del 9%, supera comodamente la soglia di sbarramento al 5% imposta dal Paese.
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