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2018, l’Africa è invisibile per i TG

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Lo rileva il 2° rapporto “Illuminare le periferie” dell’Osservatorio di Pavia. Monitorate le notizie esteri di 14mila telegiornali di prima serata. Terrorismo e migrazioni trattati senza attenzione alle cause e al contesto. Qualche attenzione al Nordafrica nei programmi di approfondimento.

 

Le periferie del mondo rimangono alla periferia dell’informazione. Questo è il dato più significativo del 2° rapporto “Illuminare le periferie” 2019, che ha analizzato le notizie dedicate agli esteri dei tg di prima serata nel corso del 2018. L’analisi si riferisce alle sette reti generaliste di Rai, Mediaset e La7, e ha preso in considerazione il periodo dal 2012 al 2018 per i necessari confronti. La base dei dati è piuttosto ampia poiché sono stati monitorati oltre 14.000 notiziari televisivi.

Il dato generale più significativo è che quelle che gli autori del Rapporto definiscono le “periferie” del mondo, sia geografiche che tematiche, e che si qualificano come “invisibili”, occupano solo lo 0,7% dello spazio dedicato agli esteri, vale a dire in media 1 notizia al mese a telegiornale. Questo in un contesto in cui gli spazi dedicati agli esteri, 19% nel 2018, si sono ridotti nel corso dell’ultimo anno con una contrazione del 30% rispetto al 2016.

Le novità più significative del 2018 riguardano il crollo della presenza di notizie relative a guerre e conflitti, che diventano “invisibili” (-10% rispetto alla media dei 7 anni precedenti, e attestate al 4% dello spazio dedicato agli esteri), e l’aumento delle notizie sull’immigrazione, oggi al 10% degli esteri. Ma a proposito dell’immigrazione l’attenzione del tg si concentra sulla questione dei porti e della gestione delle frontiere piuttosto che sulle zone di conflitto o di disagio socio-economico da cui le migrazioni traggono origine.

L’Europa e il Nord America occupano gran parte dell’agenda degli esteri: 7 notizie su 10. Seguono l’Asia e il Medioriente. Fanalini di coda il Centro e Sud America e l’Africa, coperti entrambi dal 5% delle notizie. L’Africa ha il tasso di visibilità più basso degli ultimi 7 anni: 440 notizie contro le 1.152 di due anni fa.

Solo cronaca nera

I riflettori si accendono sul continente africano soprattutto per i rapimenti e gli omicidi di connazionali e turisti, per i disastri naturali, e per l’immigrazione. Alcune notizie relative all’Africa, come gli attentati e i rapimenti compiuti in Nigeria da Boko Haram, sono entrati nell’agenda dei tg in considerazione della cornice relativa al terrorismo che le lega a quanto avviene in Occidente. Non a caso la diminuita attenzione al terrorismo in Europa nell’ultimo anno rispetto agli eventi del 2015-16, sembra aver spento i riflettori su questo fenomeno, che perdura tuttavia in Africa.

Su 14 paesi che hanno avuto 1 sola notizia nel corso di un anno, 9 sono africani. Tra questi paesi c’è anche la Repubblica Centrafricana, nonostante vi sia in corso un conflitto.  Nessuna notizia su paesi come il Senegal.

Più attenzione ai paesi africani dell’area mediterranea (Egitto e Tunisia) con 85 servizi, concentrati su gli attentati terroristici e le migrazioni. Di Egitto si parla in relazione soprattutto all’omicidio di Giulio Regeni. Nessun riferimento invece ad azioni positive della cooperazione italiana, ma questo è in dato generale che riguarda tutte le “periferie” del mondo. Tra queste c’è da segnalare che il Medioriente e il Nordafrica (29 % dei servizi e dei reportage) costituiscono l’area più presente nei programmi di approfondimento.

Il Rapporto 2019 è stato realizzato dall’Osservatorio di Pavia su iniziativa del Cospe, ong per lo sviluppo, della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e dell’Usigrai con il patrocinio dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo.

 

Luciano Ardesi, Nigrizia,  11 maggio 2019

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