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Ska Keller: “L’ambientalismo è l’ultimo bastione contro l’estrema destra”

Don Paolo Zambaldi
Don Paolo Zambaldi
Cappellano nelle parrocchie di Visitazione, Regina Pacis, Tre Santi e Sacra Famiglia (Bolzano).

Ambiente, integrazione, democrazia: nelle parole della tedesca candidata alla presidenza della Commissione Ue, l’agenda dei Verdi alle elezioni europee vuole porsi come freno alle derive sovraniste. E anche a spostare l’ago della bilancia, cavalcando il nuovo vento che spira in Europa

«Noi siamo l’ultimo bastione contro l’estrema destra». Non ha mezzi termini Ska Keller politica tedesca, parlamentare europea dal 2009 e candidata dei Verdi alla presidenza della Commissione Europea.«Queste sono elezioni decisive. Non si parla di populismo, quello è un termine fuorviante. L’Europa è invece minacciata da forze di estrema destra che vogliono tornare al nazionalismo delle frontiere chiuse e del no all’ambientalismo».

La candidata però è serena. Da qualche mese sta spirando un nuovo vento in Europa, che ha ridato linfa vitale al partito ecologista. Se avesse più attenzione mediatica, in particolare in Italia, potrebbero attivare una parte dell’elettorato che oggi non vota ed attrarre voti da partiti come il M5S e dai partiti libdem e di centro sinistra. Consolidando l’alleanza a sinistra potrebbero davvero crescere. La posta in gioco è alta e i verdi potrebbero essere davvero l’ago per la bilancia in Europa.

«Dobbiamo difendere l’idea di Europa, allo stesso tempo cambiando l’Europa perché una molteplicità di cose non stanno andando bene. Continuare con lo status quo non sarà sufficiente», spiega Ska Keller, raggiunta via skype tra i suoi innumerevoli comizi in giro per l’Europa. Il numero? Persino l’ufficio stampa ha perso il conto.

Una Commissaria EU degli European Greens è lontana. Ma si può pesare molto in questa tornata elettorale. Che dicono i sondaggi?
I sondaggi europei vanno sempre presi con le pinze. Nel bene e nel male. In questo momento abbiamo 52 MEP. Quando e se dovesse arrivare la Brexit, perderemmo sei poltrone. Dunque a maggio come minimo dobbiamo compensare la perdita di quei posti. Tuttavia abbiamo buone ragioni per credere che potremmo anche crescere ulteriormente, anche dopo aver riempito gli scranni dei colleghi inglesi. I Verdi effettivamente sono una delle poche forze politiche che sta andando molto bene in questa campagna elettorale. Vediamo un supporto crescente in molti Stati membri. Anche in Italia. Questo ci dà un molto di ottimismo.

Come articolate il vostro programma?
Noi abbiamo un Manifesto comune per tutti i partiti membri dei Verdi europei. Il primo grande tema è ambientale: la crisi climatica è reale. Non possiamo aspettare un lento phase-out del carbone, servono azioni rapide. Anche il tema della biodiversità rimane centrale: migliaia di specie di uccelli e di insetti si stanno estinguendo in Europa. Inoltre serve una strategia ambientale complessiva per l’Unione. Il secondo tema è l’integrazione europea. Mentre alcuni paesi hanno beneficiato molto dell’integrazione, altri rimangono esclusi. Peggiorano i dati sulla disoccupazione giovanile e sulla povertà. Abbiamo disposizioni rigorose per il debito di ogni paese, ma non esistono obiettivi vincolanti per i temi sociali, come occupazione, reddito, disparità sociale. La terza priorità è la tutela della democrazia in Europa. Paesi come Polonia e Ungheria stanno cancellando le libertà civili dei propri cittadini. Serve riportare uno stato di diritto democratico comune a tutti gli europei.

Cosa rende i Verdi unici?
Noi abbiamo un track-record chiaramente europeista. Prendiamo i Conservatori. Sebbene Manfred Weber, il leader del Ppe al Parlamento Europeo, si professi europeista, pur di guadagnare la Presidenza della Commissione ha aperto alle alleanze con l’estrema destra. Ma anche i socialdemocratici hanno problemi simili. Basta guardare alla Romania, dove c’è un governo socialdemocratico che, di fatto, ha legalizzato la corruzione con l’aiuto il loro partner di coalizione, il PNL, il partito liberale. I partiti ignorano totalmente la questione ecologica o si interessano solo ora per cercare consenso. Solo i Verdi hanno lottato per l’ambiente fin dalla nascita. Penso che sempre più persone si stiano rendendo conto dell’urgenza planetaria ambientale.

Che cosa succederebbe se s’indebolisse la presenza dei Verdi in Europa?
Temo soprattutto la destra e i populisti. Spesso sono negazionisti del cambiamento climatico. Dicono “no, no, non ci sono problemi, continuiamo a fare come abbiamo sempre fatto”. Vivono in un universo parallelo. Questo è rischiosissimo. Perderemmo anni di battaglie sul clima. Per questo è così urgente questa elezione.

Alleanze in vista?
Innanzitutto dobbiamo rendere chiare le nostre proposte in modo che la gente possa scegliere il partito che meglio difende i propri interessi. Dopo le elezioni invece lavoreremo, come abbiamo sempre fatto, tra i gruppi, sulle istanze che ci interessano.

Che tipo di strategia organizzativa state attivando?
Stiamo lavorando molto sui territori. Tutti i nostri membri di partito sono attivi nelle tante manifestazioni sul clima (che in Europa hanno raggiunto dimensioni importanti, la prossima il 15 marzo, nda). In questo modo stiamo guadagnando molti nuovi elettori, specie tra i giovani. Anche noi due candidati alla presidenza (l’altro candidato è l’olandese Bas Eickhout, nda) stiamo girando l’Europa in lungo e in largo per attivare la base. Siamo il volto di una campagna europea di una grande famiglia. La forza dei Verdì deve essere quella di contare gli uni sugli altri, di sostenere una grande campagna digitale e di attivare i partiti locali.

Cosa ne pensa di quello che succedendo in USA con il Green New Deal? Non avrebbe qualcosa da imparare il movimento dei verdi EU?
Siamo molto felici di vedere che il Green New Deal sia arrivato negli Stati Uniti. Noi stiamo proponendo questa idea da decenni ed è una soddisfazione che anche altrove stia guadagnando terreno. Abbiamo bisogno del maggior numero possibile di attori per rendere il GND una realtà. Il clima non aspetta e abbiamo bisogno di un’economia sostenibile anche da un punto di vista sociale.

Un invito all’elettore italiano?
Unitevi a noi nella lotta per un’Europa sociale, democratica ed ecologica. Per l’Italia è il momento giusto per un progetto ecologico progressista.

 

LinL’intervista, 01 marzo 2019

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